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Dottore di ricerca Iuav vince la Targa Gaspare De Fiore 2019

 

Massimo Mucci, dottore di ricerca Iuav, ha vinto la Targa Gaspare De Fiore 2019 con la sua tesi di dottorato intitolata: “Experimental architecture e utopia: l'architettura di Lebbeus Woods tra immaginazione figurativa e decostruttivismo linguistico”, relatore Agostino De Rosa, controrelatori Gundula Rakowitz e Guido Zuliani (The Cooper Union, The Irwin S.Chanin School of Architecture, New York).

 

La cerimonia di consegna dei premi si è svolta a Perugia a Palazzo dei Priori, Sala dei Notari, in occasione del 41° Convegno internazionale dei docenti delle discipline della rappresentazione – Congresso della Unione italiana per il disegno.

 

 

abstract della tesi di dottorato

 

La tesi di dottorato è focalizzata sulla figura dell’architetto americano Lebbeus Woods (1940-2012), in particolare sul periodo centrale della sua carriera nella prima metà degli anni Novanta del secolo scorso. Sebbene Woods fosse già noto all’epoca per i suoi progetti visionari, in questo intervallo temporale si distingue per la sua ricerca originale e innovativa su temi progettuali di ampia portata, stimolata da un maggiore impegno nel voler ridefinire il ruolo politico dell’architettura nei processi di rinnovamento e trasformazione della società. Nella tesi sono presi in esame in particolare tre progetti di questo periodo, Zagreb Free Zone (1991-92), i progetti per Sarajevo (1992-95) e per Havana (1994-95), considerati particolarmente rappresentativi di alcune sue idee (o temi) che migrando da un progetto all’altro, proseguono la loro crescita ed evoluzione in un processo ideativo in continua trasformazione, che non si esaurisce in uno specifico sito di studio, sebbene da esso tragga elementi nuovi di riflessione. Il metodo di studio adottato nella ricerca è quello di utilizzare la rappresentazione dell’architettura come strumento di analisi compositiva, da cui trarre i temi critici da sviluppare testualmente e graficamente.

 

La ricerca è fondata sulla proposta di considerare i lavori grafici di Woods espressioni di un pensiero teorico critico sull’architettura, elaborato attraverso l’uso di rappresentazioni grafiche (disegno, fotocopie, fotografie) e di testi scritti, intrecciati tra loro su più livelli semantici. In particolare il disegno ha un ruolo attivo nell’ideazione delle forme, assunto come una manifestazione del pensiero, un’attività che provoca altre riflessioni, anche impreviste, in una catena di invenzioni figurative. La proposta è, quindi, di leggere questi lavori come una ‘theoretical practice’, in quanto l’attività progettuale non sembra identificabile come puramente teorica o esclusivamente originata dalla prassi, bensì come una pratica del progetto attraverso l’uso esplorativo simultaneo del disegno e della scrittura. I risultati della ricerca permettono di riconoscere nell’opera di Woods l’uso del disegno come progetto, e di capire aspetti non conosciuti del suo linguaggio architettonico, approfondendone la genesi compositiva all’interno di un quadro culturale caratterizzato da temi a lui vicini, come quello della trasformazione, il decostruttivismo, l’architettura sperimentale.