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Paola Viganò riceve lo Schelling Award for Architectural Theory 2022

 

Paola Viganò, professore ordinario in Urbanistica all’Università Iuav di Venezia, è stata premiata dalla Schelling Architecture Foundation con lo Schelling Award for Architectural Theory 2022.

 

Tra i più importanti premi architettonici in Germania, lo Schelling Award for Architectural Theory 2022 è uno dei pochi in Europa dedicato alla teoria dell’architettura.

 

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Cosa si può fare per le disuguaglianze di uno sviluppo urbano che, nel corso della globalizzazione, commercializza ogni centimetro di città e mette a disposizione infrastrutture importanti solo per la parte della popolazione che vive nel centro cittadino? Al contrario, quali sono i requisiti spaziali decisivi per una “città per tutti” e come potrebbero essere realizzati? Paola Viganò è una delle voci chiave del dibattito europeo sui temi urgenti dello sviluppo urbano di oggi – domande che affronta nei suoi scritti teorici, ma che dà anche risposte come pianificatrice pratica.

 

L'urbanista e architetto milanese ora impartisce le sue conoscenze come teorica e docente presso le Università di Losanna e Iuav di Venezia. Il suo impegno vale per un modello di città aperta e più equa. Chiede un distacco dalla fissazione centrale dei modelli degli ultimi decenni e una riqualificazione ecologica dei territori urbani. La riqualificazione spaziale e il collegamento di zone verdi e corsi d'acqua collegati sono punti di partenza centrali del suo lavoro sulla città. Rappresentano un nuovo sistema spaziale urbano complessivo che vede negli “spazi vuoti” della periferia e della periferia il punto di partenza decisivo per il cambiamento rispettoso del clima.

 

Come urbanista, Paola Viganò ha partecipato ai maggiori concorsi internazionali di sviluppo e ristrutturazione urbanistica (Grand Paris, Bruxelles 2040, Anversa, Mosca e Ginevra) e li ha plasmati in modo decisivo con le sue idee – fino al 2014 insieme a Bernardo Secchi. Come architetto, tuttavia, ha anche progettato una serie di importanti edifici pubblici, piazze e riconversioni di istituzioni culturali, come il Theaterplein di Anversa, realizzato insieme a Bernardo Secchi.

 

Come teorica, è stata coinvolta con i suoi saggi e scritti nella discussione di termini centrali nel dibattito urbano europeo negli ultimi 25 anni – ad esempio nell'esame critico della "Città diffusa". Ha avuto un'influenza decisiva sul concetto di 'città porosa', importante negli ultimi dieci anni, e solo di recente con la pubblicazione su “The Horizontal Metropolis” ha dato un ulteriore impulso alla qualificazione dello spazio pubblico in una trasformazione paesaggio urbano. Molte delle sue iniziative sono nate da scambi con altri ricercatori urbani, architetti e scienziati, principalmente dall'Italia, dalla Francia, dal Belgio e dall'Austria. Da una prospettiva locale, il suo lavoro potrebbe essere interpretato come una continuazione ecologica del discorso sulla città intermedia, diventato oggi estremamente attuale rispetto alla carenza di alloggi e alla questione dell'espansione urbana.

 

La sua ricerca sulla città europea, svolta insieme agli studenti dell'EPFL di Losanna, è stata esposta, da ultimo, alla Biennale Architettura 2021. Il curatore Hashim Sarkis ha dedicato una delle grandi sale espositive del padiglione Italia ai Giardini a il suo lavoro.

 

Kaye Geipel

 

 

Paola Viganò, ph. Fabrizio Stipari