Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Lucilla Barchetta

 

 

Immagine che contiene parete, persona, interni, posando

Descrizione generata automaticamente

Lucilla Barchetta, PhD, č antropologa e dottoressa di ricerca in Studi Urbani. L’ecologia politica urbana, la storia ambientale, la geografia culturale, e l’etnografia multi-specie sono tra i principali strumenti attraverso cui affronta la relazione umano e non-umano nei processi di cambiamento socio-ecologico che avvengono a livello globale.

 

Lucilla Barchetta, PhD, is an anthropologist with a PhD in Urban Studies. Her work focuses on the intersection of urban political ecology with cultural geography and urban environmental history and is sustained by an in-depth ethnographic approach to the study of socio-ecological change in urban ecologies.

 

pubblicazioni

 

Barchetta L., (2021) La Rivolta del Verde: nature e rovine a Torino (AgenziaX, serie ‘Terrae’)

Barchetta L., (2019). “Green is not always perfectly green: temporality, decay and open spaces in riverside Turin” in Evans G. (ed) New Ethnographies of Post-industrial Precarity, Vernon Press.

Barchetta L., (2020). “Walking with plants: disrupting the material logics of degrado at the banks of Turin’s Stura Rive”r in Jasper S., Gandy M. (eds) The Botanical City, Jovis Verlag.

 

 

 

responsabili scientifici assegno

Viviana Ferrario e Daniele Brigolin

 

titolo tema della call

Venezia futura, Venezia distopica

 

titolo progetto assegno

Venezia futura, Venezia distopica. Immaginari lagunari tra paure della fine e storie multispecie

Future Venice, dystopic Venice. Lagoon imaginaries between fears of the end and multispecies histories

 

abstract progetto

La laguna di Venezia si č trasformata nel tempo in un serbatoio di pensieri e immaginari ambientali relativi al “paesaggio anfibio” per eccellenza, offrendo al mondo il simbolo della fragilitā morfologica, sociale ed ecologica dello spazio urbanizzato situato a metā tra terra e mare.

Le atmosfere uniche create dalla presenza di un’eterogeneitā di habitat terrestri ed acquatici hanno ispirato per secoli scrittori e studiosi, i quali hanno partecipato attivamente, insieme all’arte del paesaggio, alla storiografia, alla cartografia, e poi ancora al cinema e alle arti visive, nella creazione di una rappresentazione della laguna come un ambiente “senza tempo”, caratterizzato da una forte autenticitā paesaggistica, per la peculiaritā della sua collocazione geografica e per la ricchezza storica del suo paesaggio idrogeologico.

Il progetto si propone di rispondere a domande conoscitive sulla produzione sociale degli immaginari ambientali riguardanti il futuro dell’ecosistema lagunare attraverso una ricerca qualitativa situata nel campo delle discipline umane ambientali.

Con l’espressione “produzione sociale degli immaginari ambientali” s’intende il processo di costruzione della visione del mutamento socio-ecologico della laguna, interpretata come il risultato di una specifica combinazione di elementi differenti e spesso in contrasto tra loro: pratiche, immagini, componenti non umane, discorsi e esperienze sensibili. Gli immaginari ambientali infatti non comprendono solo gli immaginari costruiti e veicolati attraverso gli strumenti di governo e tutela, ma comprendono anche le configurazioni discorsive (modelli computazionali, previsioni, proiezioni, scenari, visioni) attraverso cui č proposta l’immaginazione del futuro nell’ambito delle scienze, della ricerca artistica impegnata sul fronte della giustizia ambientale, cosė come dell’attivismo ambientale. Questi elementi sono sempre accompagnati dalle aspirazioni, sia individuali sia collettive, che popolano l’esperienza quotidiana della laguna al di lā delle specifiche categorie professionali e competenze tecniche.

Venezia futura, Venezia distopica intende dunque stimolare la riflessione circa la relazione tra geografia, ansia da cambiamento climatico e mutamenti ambientali, per lo sviluppo di un esercizio congiunto di costruzione del futuro della cittā.

 

 

The lagoon of Venice has transformed over time into a reservoir of environmental imageries related to the 'amphibious landscape' par excellence, offering the world the symbol of the morphological, social, and ecological fragility of the urbanized space located at the confluence between land and sea.

The unique atmospheres created by the presence of diverse terrestrial and aquatic habitats have inspired writers and scholars for centuries, who have actively participated, together with landscape art, historiography, cartography, cinema, and visual arts, in the creation of a representation of the lagoon as a 'timeless' environment, characterized by a strong landscape authenticity, for the peculiarity of its geographical location and the historical richness of its hydrogeological landscape.

Drawing inspiration from the body of interdisciplinary, environmental humanities, the project aims to answer explorative questions on the social production of environmental imaginaries regarding the future of the lagoon ecosystem.

The expression 'social production of environmental imaginaries' refers to the process of constructing the vision of socio-ecological change in the lagoon, interpreted as the result of a specific combination of different and often contrasting elements: practices, images, non-human components, speeches, and sensory experiences. Environmental imaginaries do not only include the imaginaries constructed and conveyed through the instruments of governance and protection but also include the discursive configurations (computational models, forecasts, projections, scenarios, visions) through which the imagination of the future is proposed in the field of science, artistic research committed to environmental justice, as well as environmental activism. These elements are always accompanied by aspirations, both individual and collective, that populate the daily experience of the lagoon beyond the specific professional categories and technical skills.

Future Venice, dystopic Venice, therefore, intends to stimulate reflection on the relationship between geography, climate change anxiety, and environmental change, for the development of a joint exercise in building the future of the city.

 

 

 

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