Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Salotto Longhena

 

rassegna “Polifonie italiane”

 

dal 30 gennaio 2024

Ca’ Pesaro – Galleria Internazionale d’Arte Moderna Venezia

 

a cura di Camilla Salvaneschi e Angela Vettese

 

organizzato da Dipartimento di Culture del progetto

 

per saperne di più >>

 

 

calendario delle mostre

 

30 gennaio > 18 febbraio 2024

Caterina Erica Shanta

inaugurazione 30 gennaio 2024 ore 12.30

 

27 febbraio > 17 marzo 2024

Diego Tonus

inaugurazione 27 febbraio 2024 ore 12.30

 

27 marzo > 14 aprile 2024

Elena Mazzi

inaugurazione 27 marzo 2024 ore 12.30

 

 

programma delle mostre

 

30 gennaio > 18 febbraio 2024

Caterina Erica Shanta

locandina >>

 

La collaborazione tra MUVE e Iuav presenta anche quest’anno alcune iniziative del progetto Salotto Longhena, che unisce l’Università Iuav di Venezia alla Fondazione Musei Civici in dialogo tra arte e architettura.

Realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Culture del Progetto, la rassegna “Polifonie italiane” a cura di Camilla Salvaneschi e Angela Vettese comprende quattro mostre di artisti formatisi presso l’Università Iuav di Venezia: Caterina Erica Shanta, Diego Tonus, Elena Mazzi e Diego Marcon.

La rassegna parte con l’artista visiva e regista Caterina Erica Shanta, nata in Germania nel 1986. Dopo la laurea magistrale in Arti Visive presso l’Università Iuav di Venezia ha iniziato a lavorare nel campo delle immagini in movimento e delle arti visive con differenti output mediali. Spesso investiga immagini prodotte da altri per esplorare come queste siano connesse a particolari contesti, talvolta estremi e traumatici. Grazie alla collaborazione con diverse figure professionali, le sue opere generano e/o accostano materiali di diversa natura, le cui frizioni fungono da base comune di un discorso che si esprime attraverso pratiche laboratoriali, pratiche di cinema collettivo, pratiche di libera adesione attraverso open call, collezioni di memorie ed esperienze attorno a specifici soggetti di ricerca.

All’interno della rassegna, Shanta presenterà due opere legate dal filo comune dell’acqua. In dialogo l’una con l’altra le opere “Calante” (2022) ed “En Ausencia” (2023) creeranno un gioco di riflessi e porteranno quesiti rispetto all’importanza e alla forza vitale di questo elemento.

 

Calante, 2022

100x70 cm, grafite su carta

L’acqua è il legante delle due opere presentate nella prima project room di Salotto Longhena a Ca’ Pesaro del 2024 dedicata al lavoro di Caterina Erica Shanta. In Calante, una grafite su carta realizzata nel 2022, esposta nel disegno appeso a parete, l’intento è quello di riflettere la luce della stanza come se fosse uno specchio opaco. L’opera è un’indagine sul fenomeno dell’erosione costiera, e vuole porre l’attenzione su quel processo inesorabile accentuato ancor più dal cambiamento climatico e dagli eventi meteorologici estremi che modificano la geomorfologia delle coste. A questo processo elementale si somma l’azione umana, che attraverso i millenni ha costruito rive e porti per rendere più sicuro l’accesso al mare. È un dialogo errante tra le parti, che erode e costruisce la terra. In Calante questo dialogo è ridotto ai suoi minimi termini ossia: la porta d’acqua, il mare e la sua azione sulla costa.

 

En Ausencia, 2023

26:37 min, colore, suono

La seconda opera presentata nella project room è il film En Ausencia, a cui Calante fa da riflesso. Anche qui protagonista indiscussa è lacqua e il suo futuro incerto a causa del cambiamento climatico. Presagi meravigliosi e allo stesso tempo terrificanti emergono attraverso i racconti dei sogni di persone che hanno aderito ad una open call pubblicata dallartista a Città del Messico. Qui, dove il film è stato girato, lacqua è spesso contaminata mentre quella potabile è un bene privato e monopolizzato. Ma non è sempre stato così. Il suo accesso è disciplinato dalle leggi del mercato come una qualunque altra merce. In questo contesto, l’acqua diviene un vero e proprio discorso politico, soprattutto dal momento in cui non ne viene garantito l’usufrutto ai cittadini e alla popolazione in modo equo e sostenibile. Secondo un punto di vista matematico filosofico elaborato dal Professor José Antonio Lino Mina dell’Università Politecnica de Madrid, intervistato all’interno del film, l’unica soluzione possibile implica una revisione dell’intero tessuto urbano di Città del Messico. A tal proposito una parte del girato è stata realizzata da Shanta nell’ultima zona di Città del Messico – ospitante 25 milioni di abitanti a 2500 metri di altezza – dove sono ancora visibili le propaggini del grande Lago Texcoco, oggi quasi del tutto prosciugato.

Il film, presentato qui per la prima volta, è stato progettato e filmato durante la residenza di ricerca a cui l’artista ha partecipato a Città del Messico nel giugno 2023, presso Lingue Sorelle a cura di Nina Fiocco per l’Istituto Italiano di Cultura di Città del Messico, diretto da Gianni Vinciguerra.

 

 

english version

 

The collaboration between MUVE and Iuav continues to highlight initiatives from the Salotto Longhena project, which underscores the intersection of art and architecture while nurturing a dialogue between the University and the Fondazione Musei Civici.

Developed in collaboration with the Dipartimento di Culture del Progetto,  “Polifonie italiane” is curated by Camilla Salvaneschi and Angela Vettese. Four exhibitions will feature the works by artists who received their training at the Università Iuav di Venezia: Caterina Erica Shanta, Diego Tonus, Elena Mazzi, and Diego Marcon.

The series of exhibitions begins with visual artist and filmmaker Caterina Erica Shanta, born in Germany in 1986. Graduated in Visual Arts from the Università Iuav di Venezia, Shanta began her career in moving images and visual arts, exploring various media outputs. Shanta often delves into images created by others, examining their connections to specific, sometimes extreme and traumatic contexts. Collaborating with diverse professionals, her works bring together materials of different natures, creating frictions that form the basis for discussions expressed through workshops, collective filmmaking, open call practices, and collections of memories and experiences focused on specific research subjects.

Within the exhibition, Shanta will present two works intricately connected by the unifying theme of water. In dialogue with each other, the works ‘Calante’ (2022) and ‘En Ausencia’ (2023) will create an interplay of reflections, prompting contemplation on the vital significance and life force embodied by this elemental presence.

 

Calante, 2022

100x70 cm, graphite on paper

Water serves as the common thread in the two pieces showcased in Salotto Longhena’s inaugural project room at Ca’ Pesaro in 2024, dedicated to the work of Caterina Erica Shanta. The first piece, Calante, a graphite-on-paper creation from 2022, displayed in the drawing hanging on the wall, the intention is to reflect the room’s light almost like an opaque mirror. This artwork delves into the phenomenon of coastal erosion, shedding light on the relentless process exacerbated by climate change and extreme weather events, which reshape the coastline’s geomorphology. Human intervention over the centuries, such as the construction of shores and harbors for safer sea access, adds another layer to this elemental process. It becomes a dynamic interplay between erosion and construction, a wandering dialogue shaping the land. In Calante, this dialogue is distilled to its essence: the water gate, the sea, and their impact on the coast.

 

En Ausencia, 2023

26:37 min, colour, sound

The second featured work in the project room is the film En Ausencia, serving as a reflective counterpart to Calante. In this film, water takes center stage once again, highlighting its uncertain future in the face of climate change. The narratives within dream sequences, contributed by individuals participating in an open call initiated by the artist in Mexico City, reveal both captivating and alarming insights. In the context of the film’s location, Mexico City, water is frequently contaminated, turning drinking water into a privately monopolized commodity subject to market laws. This privatization is a departure from historical norms. Water becomes a tangible political discourse, particularly as its use is not guaranteed to citizens in an equitable and sustainable manner. Professor José Antonio Lino Mina from the Universidad Politecnica de Madrid, contributes a mathematical and philosophical viewpoint in the film. According to his analysis, the only viable solution involves a thorough reevaluation of Mexico City’s entire urban structure. To illustrate this, part of the footage filmed by Shanta includes shoots from the last area of Mexico City – home to 25 million inhabitants at an altitude of 2500 metres – where the offshoots of the once-great Lake Texcoco, now nearly dried up, are still visible; a stark reminder of the changes in the city’s landscape.

The film, presented here for the first time, was conceptualized and filmed during the artist’s research residency in Mexico City in June 2023. The residency took place at Lingue Sorelle, curated by Nina Fiocco for the Italian Cultural Institute in Mexico City, under the direction of Gianni Vinciguerra.

 

 

27 febbraio > 17 marzo 2024

Diego Tonus

inaugurazione ore 12.30

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Realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Culture del Progetto, la rassegna “Polifonie italiane” a cura di Camilla Salvaneschi e Angela Vettese comprende quattro mostre di artisti formatisi presso l’Università Iuav di Venezia.

 

Nell’ambito della rassegna, Diego Tonus, nato nel 1984 in Italia, attualmente vive e lavora all’Aia, in Olanda, presenterà una serie di opere intitolate Frammenti di una Conversazione con un Falsario derivate da una presunta conversazione tra l’artista e un falsario (anonimo per ovvie ragioni) in cui emergono pensieri controversi relativi a sistemi contemporanei di definizione di valore. Ogni opera della serie è la traduzione visiva di questa conversazione, che si manifesta con oggetti, azioni e parole esperite dal falsario, nella sua pratica di riproduzione e trasporto del valore, eludendo sistemi di controllo e di definizione dell’individualità. Ogni opera è presentata in co-autorialità con il falsario stesso. Tonus affronta i pensieri del falsario come se fossero una sua proprietà intellettuale, interrogando così il ‘contro’ della ‘contraffazione’ e appropriandosi delle sue idee. Per questo, l’artista ha registrato le opere della serie come segreti commerciali presso l’Ufficio di Proprietà Intellettuali del Benelux, così da poterli condividere con il pubblico internazionale. Frammenti di una Conversazione con un Falsario, è stata realizzata grazie al supporto dell’Italian Council (Terza Edizione), del Direttorato Generale per la Creatività Contemporanea del Ministero italiano della cultura. La serie di lavori è entrata a fare parte della collezione permanente del Museo MAMbo di Bologna.

 

Nella sua pratica artistica, Tonus esplora la riproduzione come strumento di investigazione per interrogare sistemi di controllo e strutture di potere. Trasforma immagini, oggetti ed esperienze collettive accuratamente selezionate, inserendole in un nuovo processo di pensiero per rivelare le strutture sottostanti di codificazione e normatività. La pratica dell’artista è basata sull’archiviazione vista come forma di ossessione e gesto creativo. Questo metodo caratterizza il modo in cui Tonus osserva eventi, attraverso la realizzazione di sculture, fotografie, performance e film, articolando una pratica artistica basata sul processo e il tempo. Sia che l’artista usi il video o la scrittura giornalistica, l’uso della voce, o la performance e la scultura, la ricerca di Tonus analizza l’equilibrio fra le modalità del racconto e il suo contenuto, mostrando in quanta misura esse siano innanzitutto strumenti di potere e di manipolazione: sia sul pubblico che sul proprio oggetto.

 

Diego Tonus ha studiato Arti Visive presso l’Università Iuav di Venezia e presso il Sandberg Institute di Amsterdam. Fra le sue mostre e presenta-zioni personali si ricordano quelle presso CSAC Parma (2023); Whitechapel Gallery Londra (2020); STROOM Den Haag (2019); Van Eyck Maastricht (2019); Ellen de Bruijne Projects (2018); ar/ge kunst Bolzano (2017); Stedelijk Museum Bureau, Amsterdam (2013). Ha partecipato a mostre collettive in istituzioni internazionali fra cui TENT Rotterdam (2020); Kasteel Oud-Rekem (2019); la Biennale di Mosca (2018); Quadriennale di Roma (2016); WIELS Brussels (2015); De Appel Amsterdam (2015); CCA Singapore (2014); e Palais de Tokyo Parigi (2013). Tonus ha partecipato a residenze quali Van Eyck Maastricht; WIELS Brussels; Fondazione Spinola Banna Poirino; Fondazione Bevilacqua La Masa Venezia e Real Presence Belgra-do. L’artista è stato nominato per premi quali PAC – DGCC (2021); Italian Council (2018); Live Works Centrale Fies (2015) e Premio Furla Bologna (2012). Fra le sue pubblicazioni si ricordano Da Stato a Stato (Milan: Electa, 2023); Never Again (Milan: Mousse Publishing, 2020); Fragments of a Conversation with a Counterfeiter (Amsterdam: Roma Publications, 2019); The Presidents’ Hammers (Amsterdam: Roma Publications, 2018); I, the Dog of my Master (Ghent: MER.Paper Kunsthalle 2015) e Five Cases of Intrusion (Berlin: Archive Books, 2014).

 

 

english version

 

Developed in collaboration with the Dipartimento di Culture del Progetto, “Polifonie italiane” is curated by Camilla Salvaneschi and Angela Vettese. Four exhibitions will feature the works by artists who received their training at the Università Iuav di Venezia.

 

The series continues with Diego Tonus (born in 1984 in Italy, currently lives and works in The Hague, Netherlands) who will present a series of works titled Fragments of a Conversation with a Counterfeiter, derived from an assumed conversation between Diego Tonus and a forger (anonymous for practical reasons) revealing controversial thoughts related to contemporary systems that deal with the definition of value. Each artwork is the visual translation of this conversation, manifested through the act of presenting objects, actions and words experienced by the forger within his practice of reproduction of value and ways of transporting it, hacking systems of control and dealing with the definition of individuality. Each artwork is presented in co-authorship with the forger. Tonus approaches the thoughts of the counterfeiter as if they were his intellectual property, questioning the ‘counter’ of counterfeiting and appropriating his ideas. In order to share the appropriated forger’s ideas with the international audience, to activate and perform them, the artist has registered the works as trade secrets at the Benelux Office for Intellectual Property.  Fragments of a Conversation with a Counterfeiter was realized with the support of the Italian Council (3rd Edition), Directorate-General for Contemporary Creativity of the Italian Ministry of Culture. The series of artworks entered the permanent collection of MAMbo Museum Bologna.

 

Within his artistic practice, Tonus delves into the exploration of repro-duction as a tool for investigation, questioning control systems and power structures. He transforms carefully selected images, objects, and collective experiences, placing them in a new process of thought to reveal underlying structures of codification and normativity. Tonus employs a mix-media approach, grounded in archiving as an obsessive and creative gesture, sha-ping his unique way of observing events through sculptures, photographs, performance, and film. Either working with film or journalistic writing, voice, performance or sculpture, the research of Diego Tonus analyses the balance between narrative’s modes and the content, showing or revealing how much narrative structure is, above all, an instrument of influencing and manipulation of both the public and the object.

 

Diego Tonus studied Visual Arts at Università Iuav di Venezia and at the Sandberg Institute, Amsterdam. His extensive exhibition history includes solo shows and presentations at notable venues such as CSAC Parma (2023), Whitechapel Gallery London (2020), STROOM Den Haag (2019), Van Eyck Maastricht (2019), Ellen de Bruijne Projects (2018), ar/ge kunst Bozen (2017), and Stedelijk Museum Bureau Amsterdam (2013). He has also participated in numerous group exhibitions worldwide, including TENT Rotterdam (2020), Kasteel Oud-Rekem (2019), MAMbo Bologna (2018), Quadriennale Roma (2016), WIELS Brussels (2015), De Appel Amsterdam (2015), CCA Singapore (2014), and Palais de Tokyo Paris (2013). He has been awarded residencies at Van Eyck Maastricht, WIELS Brussels, Fondazione Spinola Banna Poirino, Fondazione Bevilacqua La Masa Ve-nice, and Real Presence Belgrade. Notable nominations include the PAC – DGCC (2021), Italian Council (2018), Live Works Centrale Fies (2015), and the Furla Award (2012). Diego Tonus’s contributions extend to the realm of publications, with titles such as From State To State (Milan: Electa, 2023), Never Again (Milan: Mousse Publishing, 2020), Fragments of a Conversation with a Counterfeiter (Amsterdam: Roma Publications, 2019), The Presidents’ Hammers (Amsterdam: Roma Publications, 2018), I, the Dog of my Master (Gent: MER.Paper Kunsthalle 2015), and Five Cases of Intrusion (Archive Books Berlin, 2014).

 

 

 

27 marzo > 14 aprile 2024

Elena Mazzi

inaugurazione 27 marzo 2024 ore 12.30

locandina >>

 

Realizzata in collaborazione con il Dipartimento di Culture del Progetto, la rassegna “Polifonie italiane” a cura di Camilla Salvaneschi e Angela Vettese comprende quattro mostre di artisti formatisi presso l’Università Iuav di Venezia.

 

Nell’ambito della rassegna, Elena Mazzi, nata nel 1984 in Italia, presenterà due video: POÇ e Encounters (2018). Il primo, POÇ (2023) è un film e nuova produzione di Elena Mazzi, articolato attorno a una piscina d’acqua cristallina in cui la natura si sposa a un intervento umano: il Poc è una piscina alimentata da una fonte naturale, che gli abitanti del luogo mantengono con cura e affetto, quasi come fosse un protagonista animato delle loro vite. In effetti non è solo un luogo di giochi, ma anche il costante soggetto di operazioni di pulizia e manutenzione che tradiscono sia l’orgoglio della comunità, sia la sua gratitudine alla natura. Sito lontano dal turismo, protetto e custodito dalla comunità come un prezioso patrimonio segreto, il poc si rivela tanto “inutile” quanto necessario a cementare un’identità quasi di famiglia e ad alimentare la confidenza reciproca.

 

Il secondo, Encounters (2021) è l’ultima parte di un ciclo di opere realizzato dall’artista dopo un incidente avuto tuffandosi da una scogliera. Per ritrovare una sintonia tra corpo e paesaggio, e a seguito di un forzato periodo di sedentarietà, nel 2018 l’artista ha deciso di compiere un viaggio in alcune aree dell’Islanda, una realtà dove essere umano e natura convivono pacificamente, come dimostrato dalle numerose piscine naturali utilizzate quotidianamente e localizzate in aree impervie e remote del Paese. Di estrema rilevanza simbolica, a livello storico, sociale e paesaggistico è la piscina di Seljavallalaug, scolpita nella montagna negli anni ’20 del Novecento da un abitante locale per insegnare ai suoi concittadini a nuotare, proprio a seguito di numerosi incidenti avvenuti sulle coste vicine.

 

Nella sua pratica artistica, Elena Mazzi parte dall’esame di territori specifici, rilegge il patrimonio culturale e naturale dei luoghi intrecciando storie, fatti e fantasie trasmesse dalle comunità locali, nellintento di suggerire possibili risoluzioni del conflitto uomo-natura-cultura. La sua metodologia di lavoro, vicina allantropologia, privilegia un approccio olistico volto a ricucire fratture in atto nella società, che parte dallosservazione e procede combinando saperi diversi.

 

 

Elena Mazzi ha studiato arti visive presso l’Università Iuav di Venezia, seguito da un periodo di formazione al Royal Institute of Art di Stoccolma. L’artista sta attualmente conseguendo un dottorato di ricerca presso Villa Arson a Nizza. Fra le sue mostre e presentazioni personali si ricordano la Biennale di Lulea, PAV – Parco Arte Vivente a Torino, der TANK a Basilea, BIENALSUR, MADRE a Napoli, ar/ge kunst a Bolzano, Sodertalje Konsthall a Stoccolma, Whitechapel Gallery di Londra, BOZAR a Bruxelles, Museo del Novecento di Firenze, MAGA di Gallarate, GAMeC a Bergamo, MAMbo a Bologna, Sonje Art Center a Seoul, Palazzo Fortuny a Venezia, 16° Quadriennale di Roma, GAM di Torino, 14° Biennale di Istanbul, 17° BJCEM Biennale del Mediterraneo, COP17 a Durban, Istituto Italiano di Cultura a New York, Bruxelles, Stoccolma, Johannesburg e Cape Town, Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia. Mazzi ha partecipato a residenze quali ZK/U, Skaftfell Center for the Arts, HIAP a Helsinki, Guilmi Art project, Via Farini, Fundacion Botin, Fondazione Bevilacqua La Masa, Future Farmers A.I.R., Spinola Banna per l’arte, Botkyrka AIR. L’artista è stata nominata per premi quali Cantica21 promosso dal Ministero degli Esteri e dal Ministero dei Beni Culturali, Italian Council, Premio Ermanno Casoli, Premio STEP Beyond, Premio OnBoard, VISIO Young Talent Acquisition prize, premio Eneganart, borsa Illy per Unidee, Fondazione Pistoletto, nctm e larte, premio Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, premio Lerici Foundation e Movin’up.

 

 

english version

 

Developed in collaboration with the Dipartimento di Culture del Progetto, “Polifonie italiane” is curated by Camilla Salvaneschi and Angela Vettese. Four exhibitions will feature the works by artists who received their training at the Università Iuav di Venezia. The series continues with Elena Mazzi (born in 1984 in Italy) who will present two videos: POÇ and Encounters.

 

The first, POÇ (2023) is a film centered on a pristine pool of water where nature blends with human involvement. This pool, fed by a natural spring, is meticulously cared for by locals who treat it like a cherished member of their community rather than just a feature of the landscape. It serves not only as a recreational area but also undergoes regular cleaning and maintenance, reflecting the community’s pride and appreciation for nature. Shielded from tourism and safeguarded by the locals like a precious heirloom, the pool serves a purpose beyond mere utility, fostering a familial identity and nurturing mutual trust among its guardians.

 

The second, Encounters (2021) is the last part of a cycle of works created by the artist following an accident while diving off a cliff. After a period of immobility, the artist sought to rediscover a harmony between body and landscape. In 2018, she embarked on a journey to Iceland, a place known for its harmonious coexistence between humans and nature as demonstrated by the numerous natural pools, hidden in remote and inaccessible locations, where people regularly immerse themselves. Among these, the Seljavallalaug swimming pool holds particular significance. Carved into a mountain in the 1920s by a local resident, it served as a means to teach swimming to others inhabitants in response to the frequent accidents along the nearby coastline. This pool stands as a powerful symbol of historical, social, and environmental significance.

 

Within her artistic practice, Mazzi starts from the examination of specific territories, she reinterprets the cultural and natural heritage of places, interweaving stories, facts and fantasies handed down by local communities, in order to suggest possible resolutions to the man-nature-culture conflict. Her somewhat anthropological working method favours a holistic approach aimed at repairing the rifts that occur in society. She begins the work with observation and proceeds by combining various areas of knowledge.

 

Elena Mazzi studied visual arts at the Iuav University in Venice, after which she trained at the Royal Institute of Art in Stockholm. The artist is currently pursuing a practice-based PhD at Villa Arson in Nice. Her works have been exhibited in solo and group exhibitions, including: Lulea Biennale, PAV – Parco Arte Vivente in Turin, der TANK in Basel, BIENALSUR, MADRE in Naples, ar/ge kunst in Bozen, Sodertalje Konsthall in Stockholm, Whitechapel Gallery in London, BOZAR in Brussels, Museo del Novecento in Florence, MAGA in Gallarate, GAMeC in Bergamo, MAMbo in Bologna, Sonje Art Center in Seoul, Palazzo Fortuny in Venice, the Golinelli Foundation in Bologna, 16th Quadriennale in Rome, GAM in Turin, the 14th Istanbul Biennial, the 17th BJCEM Mediterranean Biennial, COP17 in Durban, the Italian Cultural Institute in New York, Brussels, Stockholm, Johannesburg and Cape Town, and the Bevilacqua La Masa Foundation in Venice. She has been awarded residencies at ZK/U, Skaftfell Center for the Arts, HIAP, GuilmiArtProject, Via Farini, Foundation Botin, Bevilacqua La Masa, Future Farmers A.I.R., Fondazione Spinola Banna, Botkyrka Konsthall AIR. Notable nominations include Cantica21 promoted by the Foreign Ministry and the Ministry of Culture, Italian Council, Ermanno Casoli Prize, STEP Beyond Prize, the OnBoard Prize, VISIO Young Talent Acquisition Prize, Eneganart Prize, Illy scholarship for Unidee, Pistoletto Foundation, nctm and art prize, Sandretto Re Rebaudengo Foundation prize, Lerici Foundation prize, and Movin’up.