La discrezionalità amministrativa, oggi
riflessioni teoriche ed esperienze settoriali colloquio
internazionale colloquio internazionale 24 ottobre 2014 Cotonificio, auditorium ore 10 |
10.15
> 10.45
presentazione
del convegno
Giuseppe Piperata, Raúl Letelier
10.45
> 13.30
prima sessione
Profili
teorici della discrezionalità amministrativa
presiede Marco Dugato
interventi: Miguel Beltrán, Giammarco Sigismondi, Fulvio Cortese, Luis Cordero, Luis Medina
15 >
18
seconda sessione
La
discrezionalità amministrativa in azione
interventi: José Miguel Valdivia, Tommaso Bonetti, Alberto Montaña Plata, Livia Mercati, Marcos Almeida, Simone Torricelli
La discrezionalità amministrativa ha sempre rappresentato un tema di particolare importanza per il diritto amministrativo, in Italia come in altri Paesi. La sua portata teorica è amplissima ed intreccia le questioni di fondo relative all’assetto delle democrazie contemporanee, a partire dalla separazione dei poteri e dal loro fondamento. Del resto, la sua analisi è parte della storia e della definizione stessa della modernità giuridica.
Quale è, oggi, il significato dell’espressione discrezionalità amministrativa? Quale dinamica istituzionale si cela dietro di essa e, soprattutto, che tipo di rapporto tra pubblici poteri il suo esercizio presuppone? Qual è il volto della discrezionalità amministrativa vista in singoli settori di intervento pubblico?
La discrezionalità si presenta sempre più come quell’ambiente poco definito entro il quale l’amministrazione recupera quegli spazi di manovra che danno un senso al loro intervento; ma è anche lo spazio attraverso il quale i giudici amministrativi riescono a invadere territori riservati altrimenti ad una sovranità autoreferenziale di altri poteri.
Se poi si guarda alle tante crisi e trasformazioni che recentemente hanno interessato le amministrazioni pubbliche e il loro diritto, le società e i cittadini, i mercati e gli operatori economici, l’incertezza a proposito di un concetto centrale come quello della discrezionalità diviene ancora più accentuata. Aprire una riflessione sul punto, allora, è di sicura utilità, a maggior ragione se con l’apporto corale di esperienze non solo nazionali.