Paesaggi urbani
orizzonti | Laura Federici mostra a cura di Laura Federici Giuseppe Caldarola My work is about time. A work about the repetition of the moment, about the creation of a new history. It is not a picture that I paint, it is a frame, a lightning of time |
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settembre > 12 ottobre 2018 spazio espositivo “Gino Valle” Cotonificio veneziano Dorsoduro 2196, Venezia lun > ven, ore 9 > 19 |
inaugurazione mercoledì 26 settembre ore 16.30 |
ossimori territoriali
Pur non essendo una frequentatrice abituale della Laguna di Venezia, ma come succede spesso agli artisti, Laura Federici ha saputo cogliere con esattezza la vera essenza dello spazio lagunare: l’estrema varietà nella sua apparente vuotezza.
Il territorio della Laguna, vero e proprio lebensraum della Serenissima, ha da sempre ospitato al suo interno fortissimi contrasti di funzioni e modi d’uso, apparentemente inconciliabili tra loro.
Dallo splendore della sua città di marmo alle instabili capanne da pesca autocostruite di Pellestrina, a prima vista così gracili e friabili, dalle coltivazioni agricole di Sant’Erasmo agli allevamenti di mitili e crostacei, dalle fornaci dei vetrai che sfornano da secoli fragilissimi capolavori all’industria metalmeccanica e chimica pesante allocate a Marghera, dalle delicate barche lignee dal fondo piatto ai colossi di acciaio costruiti alla radice del Ponte della Libertà, lo spazio lagunare ha sempre saputo tenere insieme ogni cosa, spesso anche contro il comune buonsenso.
Il viaggio, o meglio, l’esplorazione che Laura Federici ci propone attraverso i suoi dipinti è una rilettura critica e sintetica di questo mondo in cui formalmente tutto può accadere, tenuto insieme dal denominatore comune dell’acqua e della luce infinita e mutevole, che ha come sua unica orografia le figure artificiali della produzione umana e lo sfondo lontano delle montagne e che rende effettivo e visibile il motto latino contraria sunt complementa.
Aldo Aymonino
Laura Federici (Roma, artista e architetto)
vive e lavora a Roma. Ha all’attivo numerose personali fra cui, fra le più recenti, quelle alla Galleria Beit Ahmad (Aleppo, Siria, 2005), alla Galleria Il Segno (Roma, 2007), alla Galleria l’Affiche (Milano 2008; 2011) alla Gallerie Brieve (Parigi, 2014), alla Galleria Andrè (Roma 2011; 2012; 2016). Nell’ambito della produzione di video, tecnica che spesso riveste un ruolo centrale anche nella sua produzione pittorica, si ricordano in particolare le 12 sequenze animate per Un amore di Gianluca Tavarelli (1999), vincitore del N.I.C.E. Film Festival New York.
Il suo lavoro – grandi tavole a olio, video, interventi pittorici su fotografia – è caratterizzato da linguaggi diversi e incentrato sulle declinazioni di una peculiare modalità operativa che, muovendosi in una zona di confine fra pittura e registrazione meccanica della realtà, dà vita – sull’onda di un incessante moto à rebours nei tempi del proprio vissuto – a una costellazione di opere che dialogano fra loro in un continuo gioco di stratificazioni di memoria e visioni.