attività culturali

Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

 

 

Le Decadi

 

 

la pazienza del fare:

l’attenzione al progetto

 

ciclo di conferenze

 

relatore

Andrea Tagliapietra

Università San Raffaele, Milano

 

novembre ‘16 > gennaio ‘17

Cotonificio, aula A1/gradoni

ore 14.30 > 19

 

a cura di Renato Rizzi

 

corso di laurea in architettura: tecniche e culture del progetto

 

Saranno riconosciuti crediti formativi di tipologia D per la frequentazione di almeno 6 lezioni su 10 a tutti gli studenti della filiera architettura di: DCP (4 cfu), DACC (2 cfu), DPPAC (4 cfu)

 

I lezione: 8 novembre 2016, aula A1

La tecnica moderna come forma d’impazienza: fretta e accelerazione

 

II lezione: 22 novembre 2016, aula A1

L’età moderna come epoca della noia

 

III lezione: 28 novembre 2016, aula gradoni

Il fondamento della pazienza: il tempo che non passa

 

IV lezione: 6 dicembre 2016, aula A1

Miti ed eroi greci della pazienza: Ercole, Sisifo, Ulisse

 

V lezione: 13 dicembre 2016, aula A1

La pazienza anestetica: spazializzazione della pazienza

 

VI lezione: 10 gennaio 2017, aula A1

La pazienza inquieta: temporalizzazione della pazienza

 

VII lezione: 17 gennaio 2017, aula gradoni

Iconografia della pazienza

 

VIII lezione: 24 gennaio 2017, aula gradoni

La pazienza e l’abbandono

 

IX lezione: 30 gennaio 2017, aula gradoni

La pazienza e l’attenzione

 

X lezione 31 gennaio 2017, aula gradoni

La pazienza e la cura

 

introduce Renato Rizzi

saluti di Alberto Ferlenga

 

 

abstract

 

Nell’epoca dell’industrializzazione e poi della digitalizzazione delle prestazioni della tecnica il fare umano si associa in maniera sempre più stretta alle idee di velocità, rapidità, accelerazione.

 

In questo quadro la pazienza è, invece, la figura simbolica che ricollega il fare umano all’autonomia del tempo necessario. Il tempo non è, quindi, l’intervallo tra uno stimolo e la risposta, ma la prima forma del fare che, in tutte le fasi del progetto, si distende fino ad assumere la sua configurazione finale nello spazio dell’opera.

 

La temporalità intesa come durata e non come il tempo, già spazializzato, della fisica, è ciò che appartiene all’orizzonte biologico, biografico, sociale e culturale degli esseri umani. L’architettura può padroneggiare la tecnica, che pure è sua componente essenziale, solo alla luce della misura, ossia quando il tempo che noi siamo – nella sua complessità multiversa (biologica, biografica, sociale, storico-culturale) – trova espressione nell’organizzazione dello spazio. È questo ciò che la buona architettura ha sempre fatto.

 

Sarà necessario allora esplorare l’idea di pazienza, togliendola dal contesto secondario, morale ed edificante, in cui è stata confinata soprattutto a partire dalla modernità, per riscoprirne la funzione di forma simbolica centrale dell’esistenza umana e, quindi, di qualsivoglia attività espressiva.