Homo comfort
conferenza di Stefano Boni
5
novembre 2019
Tolentini, biblioteca, aula gradoni
ore 17.30
a cura di
nell’ambito del ciclo
con il patrocinio del
organizzazione
Sistema bibliotecario e documentale
L’abitare, legato innegabilmente a produzioni culturali di valore, non può essere circoscritto alla nostra visione etnocentrica. In che misura l’utilizzo di risorse, l’amministrarsi in una filosofia politica e spaziale è imposto? L’odierna cultura dell’abitare occidentale è davvero l’unico modo possibile e desiderabile? Il benessere materiale implicito in essa ci condiziona. Il comfort e il progresso tecnologico sono senza precedenti, agiscono sulla nostra percezione della sicurezza, sui concetti di delega e controllo.
Sulla nostra libertà.
Stefano Boni
Nato a Roma nel 1970, è dottorato a Oxford in antropologia. Ha svolto ricerche sul campo inizialmente in Ghana, poi in Venezuela e Italia. Attualmente insegna Antropologia culturale e Antropologia politica presso le Università di Modena e Reggio Emilia. Ha pubblicato saggi in antologie e riviste specialistiche ed è autore, tra l'altro, di “Le strutture della disuguaglianza” (Angeli, 2003), “Cultura e potere. Un approccio antropologico” (Eleuthera, 2010), “Homo Comfort” (Eluthera 2019).
L'intervento affronterà il passaggio da un abitare artigianale, in case e comunità pensate per interagire con l'ambiente mediante tecniche faticose ma accessibili a tutti, ad un abitare comodo ma passivo, in cui è la tecnologia (e chi la controlla) a gestire i processi. L'attenzione sarà posta soprattutto sulla riduzione del protagonismo umano nei processi produttivi, sullo spostamento della produzione dalle abitazioni e dalle strade a fabbriche e uffici. Con la conseguente perdita di autonomia che ha accompagnato l'affermarsi di ambienti che offrono comfort accentuati ma che ci schermano sempre più dalla realtà materiale e da una proficua interazione con questa.