per Luciano Semerani
Luciano
Semerani (Trieste 1933-2021) si laurea, insieme a Gigetta Tamaro (Trieste
1931-2016), all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia nel
1958. Nello stesso anno aprono insieme a Trieste il loro primo studio di architettura
e urbanistica. È L’inizio di un’avventura intellettuale e di un
sodalizio personale e umano che li vedrà percorrere, insieme e singolarmente,
una traiettoria dove passione per l’architettura, impegno civile e azione
culturale finiscono per incrociarsi e fondersi.
Allievo di
Giuseppe Samonà e di Ernesto N. Rogers, Semerani lavora nella redazione di
«Casabella-Continuità» insieme ad Aldo Rossi e Guido Canella, costituendo la
base di quel “Gruppo architettura” che allo Iuav rinnova il
dibattito teorico, riscoprendo la fondazione disciplinare del mestiere nel
dialogo con la storia e la città.
Luciano
Semerani fa parte di quel vitale mondo intellettuale che ha contribuito alla
rinascita, tra gli anni ’60 e ’80, dell’architettura
italiana. La sua opera può essere ricondotta allo sforzo collettivo, compiuto
dalla sua generazione, per la revisione della tradizione moderna a partire dal
rapporto tra architettura e città.
Dal 1965 al
1973 insegna alla Facoltà di ingegneria di Trieste e dal 1968 all’Istituto
universitario di Architettura di Venezia, dove a partire dal 1970 sino al 2012 nel
ruolo di professore ordinario terrà la cattedra di composizione architettonica
e urbana, ricoprendo diverse cariche istituzionali. Già visiting professor alla
Cooper Union School di New York nel 1983/1984 e all’Akademie der
Bildenden Kunste di Vienna nel 1989/1990, all’attività didattica e alla
ricerca progettuale affianca una intensa attività di indirizzo culturale.
Nel 1987,
dando avvio ad una stagione di mostre sul progetto di architettura, fonda e
dirige a Venezia la Galleria Internazionale di Architettura della Fondazione
Masieri (1987-1992), il primo Giornale di Architettura e la rivista
“Phalaris” (1989-1992), anomala nel formato e nell’interesse
per figure di architetti di una certa modernità e per l’interazione che
promuove tra l’architettura e le altre arti. Nell’ambito delle
attività espositive e editoriali della Fondazione Masieri contribuisce
fattivamente alla fondazione dell’Archivio Progetti come struttura del
Dipartimento di Progettazione dello Iuav.
Dal 2002 al
2012 è coordinatore del Dottorato in Composizione architettonica, fondato con
Aldo Rossi e Gianugo Polesello nel 1984. Convinto della necessità di sostenere
la pratica progettuale con una profonda analisi dei procedimenti e delle
tecniche che rendono l’architettura capace di restare lingua e
costituirsi in linguaggio, l’indirizzo che imprime alla ricerca di
dottorato negli anni della sua direzione pone in primo piano l’analisi
delle tecniche compositive intrinseche ad ogni singola opera.
Dirette a
far emergere un’«altra faccia del Moderno» sono le molte ricerche da lui
condotte sul classicismo mitteleuropeo o dedicate alla rivisitazione di alcune
figure singolari rimaste per molto tempo ai margini nella storiografia
dell’architettura del XX secolo come Joseph Frank, Jože
Plečnik, Bogdan Bogdanović, Lina Bo Bardi. Discendono da questo
lavoro di rivisitazione e rilettura alcune delle grandi esposizioni come
“K.F. Schinkel, l’architetto del principe” all’Ala
Napoleonica di Venezia e ai Musei Capitolini a Roma, 1982; “The School of
Venice”, al Teatro Olimpico di Vicenza e al Palazzo della Ragione a
Padova, 1982; “Trouver Trieste”, Centre Pompidou, Parigi 1986,
“L’ Arsenale di Venezia” alla Triennale di Milano, 1986,
e “Lina Bo Bardi architetto”
a Ca’ Pesaro, Venezia 2004, e al MASP, San Paolo del Brasile 2006.
Tra le
molte azioni intraprese per la costruzione di un dialogo aperto tra
architettura, istituzioni, società e cultura s’inscrive per ultima la
costituzione del centro culturale “Stazione Rogers”, di cui è stato
cofondatore con Gigetta Tamaro, che dal 2008 al 2018, nel rianimato
distributore di carburanti opera dei BBPR in Campo Marzio a Trieste, ha
ospitato un ricchissimo programma di importanti mostre e incontri
multidisciplinari aperti alla cittadinanza.
L’attività
progettuale, svolta con Gigetta Tamaro e con molti altri architetti e studiosi,
è stata per Luciano Semerani un costante lavoro critico sulla realtà. Tra le
principali realizzazioni: l'Ospedale e le Cliniche universitarie di Cattinara
(1965-1979); il Dipartimento d'urgenza dell'Ospedale di Venezia (1978-2006); il
Municipio di Osoppo (1979); il Terminal automobilistico del Silos a Trieste
(1987).
24 settembre
2021
Non avrei voluto darvi questa notizia ma questa mattina ci ha lasciato il prof Luciano Semerani, una delle figure più importanti della nostra scuola e della tradizione culturale nel campo dell’architettura che Iuav ha espresso.
Luciano ha ricoperto cariche istituzionali nell’Ateneo e ha a lungo condotto il dottorato di Composizione Architettonica. Ma soprattutto è stato non solo un architetto italiano importante ma anche un appassionato studioso di vicende meno note della storia dell’architettura del ‘900 (da Plecnik a Bo Bardi), un architetto sapiente, dentro il solco di una “famiglia” tutta italiana di intellettuali architetti, e un artista.
Proprio pochi giorni fa, alla stazione Rogers a Trieste, si era inaugurata una mostra dedicata alle sue opere pittoriche giovanili e un anno fa era uscito un piccolo libro autobiografico,” Il ragazzo dello Iuav”, che ripercorreva, tra l’altro, la storia di un rapporto con la nostra comune Scuola indissolubile dalla sua vicenda umana.
Credo che tutti coloro che l’hanno conosciuto e che sono stati suoi studenti e colleghi lo ricorderanno come un punto di riferimento e ne piangeranno la scomparsa.
Alberto
Ferlenga
Mi unisco al
cordoglio generale per la scomparsa di Luciano Semerani a cui mi legava
profondo affetto e riconoscenza, ultimo rappresentante di una stagione
irripetibile della nostra Scuola, figura fondamentale dell’architettura
italiana della seconda metà del XX secolo e intellettuale completo, acuto,
eterodosso ed eccentrico. Mancherà a molti.
Aldo
Aymonino
Sono vicino
alla famiglia di Luciano come tutti coloro che gli hanno voluto bene.
Luciano per
me rappresentava un interprete esemplare di quella cultura di confine così
ricca, complessa e tempestosa di cui sentiremo nostalgia.
Mi dispiace
molto cominciare il mio mandato senza il suo consiglio e la sua intelligenza.
Benno
Albrecht
Anche io mi
unisco al cordoglio generale per un grande maestro dell’Università Iuav
di Venezia formatosi all’ Università Iuav di Venezia.
Nei racconti
sulla storia della Scuola ci ha fatto rivivere gli anni di Samonà e Zevi.
Condivido questo "ritratto Iuav" di Luciano Semerani per ricordare la
sua ironia e grande professionalità. Con affetto e tristezza.
Angelo
Maggi
(...) Il professore
di storia dell'architettura Bruno Zevi grida perché a Venezia è uno vincente. É
giovane, è romano, è tornato in Italia quando sono arrivati gli Americani,
anche lui è massiccio ma poiché non ha una voce tuonante, a volte gli scappa il
falsetto, la voce gli diventa acuta. (...)
Zevi
l’Istituto Superiore di Architettura di Venezia, non pretende di farlo a
sua immagine e somiglianza, sa che il direttore è Samonà, ma apre delle
polemiche contro, come questa su Giotto.
– “Chi
è Giotto?”-
Questa volta
io azzardo:
– “È
un pittore italiano…”-
Non mi
lascia continuare: “Interessante, finalmente riusciamo a saperlo
non era un tedesco o uno slavo o un americano, era italiano, interessante, ma
lei cosa legge?”
É la domanda
classica che si fa quando si vuol fregare per partito preso lo studente ma io
azzardo ancora lo stesso:
– “Gide,
il diario, e in questo momento leggo anche “Così parlò
Zarathustra”…” –
“Un
omosessuale e un nazista un’accoppiata magnifica “- grida -“Lei è uno
schizofrenico!”
Qui forse ha
ragione:
– “… e
al cinema cosa va a vedere?”-
– “Chaplin…”-
Dovrebbe
andar bene, fra l’altro è ebreo…
– “Si
accomodi!”-
Ci butta
fuori come aveva già deciso da quando eravamo entrati.
La passione
di Luciano resterà. Ce l’aveva contagiata in tantissimi anni.
Fabrizio
Gay
Luciano
Semerani, per me è stato un brillante, simpatico, scanzonato "ragazzo
dello Iuav". Mi ha spronato a
vivere lo Iuav come una comunità di architetti e studiosi amici nonostante la
competizione o i duri contrasti. Sapeva bene che non sempre è facile, ma lui
chiedeva che fosse così.
Ciao
professore.
Fernanda
De Maio
Da buon combattente, Luciano è andato via solamente dopo aver consumato tutto il suo tempo…
perché credo che mai avrebbe accettato di andarsene quando ancora ci fosse stato nell’aria un sentore di battaglia o di sfida che lo riguardasse…
una partita aperta che lo potesse impegnare…
una ulteriore scommessa da vincere.
Un caro abbraccio, Luciano, che il viaggio ti sia lieve
Franca Pittaluga
anch’io rimpiango Luciano Semerani.
Lo ricordo con stima e sincero affetto,
aveva ballato al mio matrimonio,
si è interessato all’arte – e sì, anche a quella contemporanea!
quindi c’è stata anche qualche piccola collaborazione…
Grazie Luciano per esserci stato nella mia vita
Agnes Kohlmeyer
Negli anni 60 assistente di Samonà ci aiutava nella nostra formazione di studenti.
Poi guida per il nostro mestiere di docenti e artefice di molti dei passaggi della nostra scuola.
Un grande merito di aver tenuto sempre vivo il tema del progetto in una facoltà giustamente proiettata sugli studi urbani.
Gli studi sullo spazio della casa sono stati per molti motivo di pensare al costruito tema a volte accantonato.
Ricordo il suo coinvolgente sorriso con il quale apriva e chiedeva i suoi interventi.
Purtroppo ci lascia un pezzo della nostra gloriosa scuola.
Un pensiero anche alla sua importante famiglia.
Paolo Merlini
Non dimentico che gli devo qualcosa.
Grazie, Luciano,
Nico Bolla
Ho imparato molto da Luciano, e non solo di architettura. Sopra a tutto il valore della libertà delle idee contro ogni forma di inscatolamento della cultura.
Voglio ricordarlo anche come sua allieva al corso di progettazione alla fine degli anni Ottanta. Ci ha portato a visitare città, autori, paesaggi, fino al muro di Berlino. Le sue lezioni, bellissime e appassionate, ci hanno permesso di costruire orizzonti aperti e percorsi autonomi. E questo è solo dei Maestri.
Roberta Albiero
Mi unisco anch'io al cordoglio per la scomparsa di Luciano Semerani, con un pensiero speciale ai suoi familiari e ai suoi molti allievi e collaboratori.
Per noi tutti "ragazzi dello Iuav" è un'ulteriore dolorosa perdita.
Con Luciano Semerani personalmente ho avuto un rapporto oscillante fra stima e disaccordi (ma era lui stesso a interpretare in tal senso il lavoro culturale; in un'intervista che mi concesse nel 1995 per il primo numero di Archint a commento dell'esperienza di Phalaris lo diceva esplicitamente: "Il fare cultura si basa sulla selezione, sulla polemica, sulla conflittualità, come elementi necessari").
È peraltro incontrovertibile che la sua figura di insegnante, intellettuale e attivatore culturale eccezionalmente efficace e stimolante, con grandi capacità maieutiche, rimanga un riferimento solido, da non dimenticare assolutamente, e anzi da rivalutare attentamente. Penso soprattutto all'impegno da lui profuso nel dottorato, nella galleria Masieri, nella rivista Phalaris..., un'eredità preziosa per Iuav, e non solo.
Renato Bocchi