terza missione | panel 3
piattaforma territoriale
e veneziana
aula L2, ore 11.30 > 13
questioni
1. Come contribuire alla mappatura delle
competenze dell’Università Iuav al fine di facilitare i processi di
valorizzazione nel territorio e collaborazione fra docenti e ricercatori
impegnati in attività di ricerca commissionata?
2. Come rafforzare e consolidare il
network con gli enti territoriali, le pubbliche amministrazioni, le aziende al
fine di costituire una piattaforma territoriale e veneziana?
restituzione panel
il panel è
facilitato dai moderatori Alessandro Pirani e Alessandro Caputo
reporting: Valentina Garuzzo,
Erica Mariani
partecipanti: al panel erano presenti un numero
minore di partecipanti rispetto a quelli iscritti con qualche nuova aggiunta.
Non tutti hanno compilato i fogli firma rendendo impossibile dare
un’informazione precisa sul numero e i nominativi dei partecipanti
effettivi
Nel corso
della discussione sulla piattaforma
territoriale e veneziana sono emerse le seguenti considerazioni:
– la piattaforma, che in questo momento
non è stata ancora sviluppata, dovrebbe agevolare il passaggio di informazioni
senza perdita di competenze così come sottolineato nell’introduzione
della sessione. Si tratta di uno strumento che va interamente immaginato e per
il quale si sono iniziate a esplorare due possibili opzioni. La piattaforma
potrebbe infatti essere:
uno strumento
tecnico, un database, per raccogliere i dati interni sulla terza missione che
per ora sono dispersi e non sempre facilmente confrontabili;
un gruppo di
persone dedicate all’operazione di ascolto delle necessità degli enti e
delle imprese e di promozione della terza missione dell’università sul
territorio;
– il Politecnico di Milano da qualche
anno ha costituito il programma Polisocial come
strumento per fare rete con istituzioni, terzo settore e aziende e per essere
presente con continuità nel territorio individuando di volta in volta temi e
questioni di cui occuparsi. Il programma ha una missione sociale che svolge
facendo rete con altri soggetti del territorio, cosa che consente di dare una
continuità a quanto viene fatto.
Analogamente
sarebbe importante avere Iuav
all’interno del territorio con una struttura che faccia squadra con altri
soggetti istituzionali e non, tenendo conto dei molteplici contatti che
ogni docente ha;
– avere una prima mappatura di quello che si fa all’interno
dell’ateneo e dei rapporti che ogni docente ha con aziende e enti esterni
è un primo passaggio che va affrontato. Ci sono molti rapporti che sono ufficializzati
con convenzioni o accordi e altri che lo sono meno e che necessitano di essere
esplicitati. Questo è utile anche per evitare di rivolgersi in più persone allo
stesso ente senza un coordinamento;
– sulla scorta dell’esperienza del
Politecnico di Milano è importante avere un distaccamento sul territorio, un
luogo fisico dove effettivamente lavorare. La
piattaforma potrebbe essere un luogo dove anche le imprese possano esprimere le
proprie necessità. Dovrebbe essere in grado di individuare i docenti
competenti per le tematiche proposte dalle aziende che possano offrire i
servizi richiesti o di dare indicazioni ai giovani per l’avvio di nuovi
progetti di spin off su bisogni non ancora interpretati dall’ateneo.
In Veneto
esisterebbe la possibilità di creare più poli considerato anche che Iuav è
l’unica università che ha la capacità di ragionare sul progetto in una
certa maniera;
– esiste una dimensione umana della piattaforma per la quale è necessaria l’assunzione
di personale dedicato e molto formato. Non è pensabile che sia portata avanti
soltanto da persone con contratti di breve durata per evitare una dispersione
economica per l’ateneo con la perdita continua di persone formate e che
hanno acquisito una certa esperienza e competenza. Bisogna quindi capire come
si può inquadrare professionalmente un percorso di questo tipo in maniera tale
da non dover costantemente formare risorse;
– considerato che l’ateneo si
occupa di temi come la moda, il design, l’architettura e il made in Italy, che prevedono scambi transnazionali e che non si
limitano al Veneto, la piattaforma
territoriale dovrebbe includere e registrare anche una dimensione
internazionale. Per far questo si può prendere ad esempio quanto fatto dal
Politecnico di Milano in Paesi come il Brasile e la Cina con la presenza
all’estero anche di ricercatori. Nonostante le piccole dimensioni
dell’ateneo si possono individuare alcuni Paesi che in un certo momento
risultano strategicamente interessanti;
– in questo momento si stanno costruendo
delle mappe proprio per capire come si strutturano geograficamente i rapporti
con gli enti con cui l’ateneo ha delle relazioni. Quello che è stato
mappato finora si concentra moltissimo nel Veneto, perlopiù intorno alla città
di Venezia, anche se esistono molte relazioni ufficiali che si distribuiscono
in tutta Italia. Sempre in termini di rapporti istituzionali attivati
attraverso protocolli di intesa o convenzioni si possono riscontrare molte
relazioni a livello globale. L’idea di ragionare su una scala mondiale non appare quindi così lontana nel
tempo, tanto più che l’ateneo negli scorsi anni ha già fatto delle
operazioni per stringere rapporti con altri Paesi lontani come ad esempio Iuav Abroad;
– è possibile partire dai contesti in
cui l’Università Iuav è già presente fisicamente e istituzionalmente come
Venezia e Vicenza dove è stato aperto un nuovo corso di studio con una sua
sede. In questi luoghi si potrebbero far appoggiare molte delle attività di cui
ci si occupa e rendere riconoscibile il ruolo dell’ateneo
all’interno del territorio per le attività che svolge;
– la piattaforma dovrebbe essere un’interfaccia tra la domanda e
offerta a livello territoriale. Per promuovere un’offerta occorre
prima di tutto una ricognizione sull’atlante delle competenze Iuav anche
per evitare sovrapposizioni e cortocircuiti. Dentro all’atlante possono
confluire oltre ai profili personali anche quelli di sistema come i cluster e i
laboratori molto attivi all’interno dell’ateneo.
È necessario
poi, per quanto riguarda la domanda, pensare a dei canali di comunicazione
attraverso cui sollecitare le aziende e gli altri enti, far sì che nella
piattaforma territoriale possano chiarirsi le idee per qualificare la domanda e
proporre dei percorsi innovativi.