Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Il teatro del mondo | Aldo Rossi | Venezia 1980

 

L’inizio di un viaggio…

fotografie di Antonio Martinelli

 

mostra

31 marzo > 31 maggio 2022

Tolentini

ore 9 > 19

 

inaugurazione

31 marzo 2022

ore 17

 

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In occasione della Biennale Teatro del 1980 viene affidato ad Aldo Rossi, professore allo Iuav e di lì a poco direttore del settore architettura della Biennale, l’incarico di costruire un teatro galleggiante ormeggiato davanti alla punta della Dogana.

Da questa occasione nasce una delle architetture più straordinarie della seconda metà del ‘900. Ispirata al tempo stesso agli apparati effimeri delle feste veneziane, alle architetture navali e ai completamenti lignei dell’edilizia cittadina, il teatro sarà anche un trampolino di lancio verso la notorietà del suo autore che, dieci anni dopo, a Palazzo Grassi sarà insignito del Pritzker Prize, il più importante riconoscimento internazionale per un architetto.

 

L'idea del teatro ha, nel lavoro di Aldo Rossi, il valore di una costante, riproposta a tal punto da costituire una delle chiavi di lettura più certe attraverso le quali leggere tutta la sua opera.

Se fra i teatri realizzati o ricostruiti dall’architetto si annoverano due dei più importanti teatri italiani, il Carlo Felice di Genova e la Fenice di Venezia, indubbiamente spetta al temporaneo Teatro del Mondo il primato in termini di fama e di fortuna, per sé e per il suo autore.

 

Fin dal suo arrivo dai cantieri di Marghera, l’ondeggiante costruzione di legno, lamiera e tubi d’acciaio ha dimostrato la straordinaria capacità di evocare sia la millenaria storia della città lagunare che la precarietà delle costruzioni lignee che uscivano dal suo Arsenale, relazionandosi con facilità straordinaria ai monumenti più importanti.

Terminata la Biennale, ha attraversato l’Adriatico per misurarsi con altre architetture nel porto di Dubrovnik, finito il viaggio e rientrato a Venezia, il teatro è stato smontato e mai più rimontato.

 

La mostra presenta il “diario fotografico” di Antonio Martinelli, l’unico che abbia documentato in tutte le sue fasi la vita del piccolo edificio dalla costruzione a Porto Marghera al viaggio verso Venezia, alla traversata dell’Adriatico con meta Dubrovnik, fino al suo ritorno per essere smontato e completare così il suo ciclo di vita.