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IM-POSSIBLE TO WRITE

La narrazione tra moda e letteratura

Autore: Pierpaolo Lippolis

Relatore: Alessandra Vaccari

 

1. Im-possible to write è una tesi che indaga lo spazio di intersezione tra la moda, la letteratura e la narrazione. Questi sono gli ampi margini entro cui si è svolta la ricerca, la riflessione e la produzione del progetto (x.meron) che la tesi restituisce. Lobiettivo che si pone è di inquadrare, attraverso i punti di contatto, le analogie tra la moda e la letteratura nel gesto di raccontare delle storie.

Loggetto di queste storie è labito (con il corpo che ricopre). Lanalogia più fondante è stata trovata nellatto immaginativo, ovvero quello che ci consente di creare immagini (attraverso il processo verbale e quello propriamente visivo) nel pensiero, che poi si fa forma, visione, concretezza. Limmaginazione è qui considerata non solo come parte integrante del processo creativo, ma anche, come momento di incontro tra il lettore/consumatore di fronte alla storia raccontata. È nella concessione delle possibilità di immaginazione che la moda e la letteratura sono affiancate in questo lavoro.

Questa tesi è così una riflessione composita di materiali ibridi: è un attraversamento di teorie letterarie e di altre appartenenti ai Fashion Studies, frammenti di scritture autoriali, immagini di shooting fotografici. Lesigenza della “mistura” è data proprio dalla volontà della tesi di tentare di piantare innanzitutto un paletto su un versante sdrucciolevole che guarda in contemporanea sia la moda che la letteratura. Le modalità di interazione tra le due sono svariate (anche da un punto di vista di studi), ma ciò che ho cercato di fare, qui, è stato intessere le scritture di pensatori, studiosi e scrittori con il fine di creare un discorso che provasse, attraverso laccostamento e la suggestione, di dare corpo a quel punto di contatto che è limmaginazione, concetto tanto universale quanto complesso da maneggiare. Perciò ho scelto, per questa tesi, la modalità della metafora come miglior modo per poter far emergere le somiglianze. Accostando due processi, anche se diversi, provando a trovarne un gesto simile, qualcosa che dica delluno ma anche dellaltro.

Al di là di una differenza fondamentale di fondo che ho rintracciato nella modalità espressiva propria di ognuna delle due che a mio parere è la differenza tra parola (intendendo con essa la scrittura) e limmagine.

La tesi così si articola in quattro capitoli che sono stati pensati in sequenza, ma che possono essere letti senza continuità fra loro: il primo, la parola e limmagine, è lunico a non avere valore metaforico, ma invece antitetico; il secondo e il terzo, moda come letteratura e letteratura come moda, stabiliscono due metafore: lo scrittore come fashion designer, nel primo, e losservazione del servizio fotografico come lettura di un libro. Lultimo capitolo, quello progettuale, restituisce lesperienza di x.meron, progetto che ho portato avanti durante la quarantena, che ha fuso la letteratura e la moda, costituendo un (come se) Decameron di immagini con il tema della moda. Più nello specifico:

 

In la parola & limmagine sviluppo una riflessione a partire dalla “scarsità” della parola rispetto allimmagine, pensando al sistema della moda. La produzione di immagini e la loro circolazione è sostanziale al sistema, mentre le parole ne risultano in un modo o nellaltro marginali. Daltra parte la letteratura è costitutivamente fatta di parole e scrittura. Com’è possibile costruire allora un dialogo fra le due? Qualsiasi tipo dinterazione e di dialogo tra moda e letteratura può trovare spazio solo in questo luogo liminale, a partire da questa frattura. Questo capitolo, quindi, vuole essere un vademecum di diverse riflessioni condotte a partire dalle modalità in cui la scrittura e la visualità, pur diverse, possono interagire. Alcuni dei testi presi in esame saranno: La felicità delle immagini il peso delle parole di Alessandra Sarchi, Con un occhio aperto di Julien Barnes, Lezioni americane di Italo Calvino (in particolar modo quella sulla Visualità), La camera chiara di Roland Barthes, Limmaginario di Jean-Jacques Wunenburger.

In letteratura come moda mi occupo dello statuto dellabito allinterno della narrazione letteraria. La metafora alla base del capitolo è laccostamento tra lo scrittore e il fashion designer. Quando uno scrittore costruisce il suo mondo immaginifico della scrittura, assieme ad esso crea la scorza esterna del personaggio, la sua apparenza.

Nel contrasto tra la scrittura e limmagine, viene qui fatta una riflessione su come possa il vestito essere rappresentato in una narrazione letteraria. Utilizzando lorizzonte teorico entro cui si è mossa la studiosa Paola Colaiacomo, ho proposto un piccolo corpus di brani testuali di scrittori appartenenti al Novecento italiano (Natalia Ginzburg, Alberto Arbasino, Paola Masino), in cui mi sono imbattuto e in cui ho intravisto una particolare qualità visiva nella descrizione dellabito. Lobiettivo è di considerare limprescindibilità dellimmagine sul testo scritto, traghettata dalle parole alla mente del lettore attraverso limmaginazione.

In moda come letteratura, avendo postulato unimpossibilità della parola di penetrare al fondo dellambito della produzione di oggetti e rappresentazioni della moda, il rapporto tra moda e let- teratura sarà preso in considerazione a partire dalla capacità della prima di produrre delle storie. La metafora alla base del capitolo è invece quella che vuole accomunare chi si relaziona allimmagine di moda dal tratto fortemente narrativo, come un lettore di un libro. Attraverso lanalisi critica di alcuni studiosi, tra moda e letteratura, faccio una comparazione tra limmagine narrativa e il racconto. In questo caso lambiguità dellimmagine costringe chi lo guarda a un viaggio narrativo accomunabile alla dimensione immaginativa del libro. I servizi fotografici qui presi in considerazione sono svariati e hanno in comune soltanto la qualità fortemente narrativa.

 

In x.meron mi occupo del progetto nato nellalveo della ricerca per la tesi, durante la chiusura a seguito della pandemia del Covid-19, portato avanti con la mia collega e amica Giulia Zubiolo. x.meron (https://www.instagram.com/x.meron/) è la riproposizione del Decameron di Boccaccio in chiave contemporanea e vuole esasperare le riflessioni fatte allinterno della tesi. A una struttura altamente letteraria, in cui il racconto di una storia è sostanziale allimpianto del testo stesso, si è qui voluto sostituire una storia narrata per immagini, nel linguaggio tipico della moda. Ciò che interessa è il cortocircuito tra i due linguaggi espressivi, e la costellazione immaginativa che si genera tra i contributi, piena di divagazioni, tensioni interne, movimenti centrifughi e centripeti, non prevedibile nel suo risultato finale. A partecipare alla “fuga in villa, fuori città”, per sfuggire alla peste, sono state giovani ragazze e ragazzi che si occupano di moda o lavorano nellambito dellimmagine; la villa è smaterializzata e si è trasformata in un account Instagram . È stato chiesto a ognuno di loro di proporre un tema su cui tutti avrebbero dovuto costruire un contributo visivo (unimmagine, prevalentemente, ma anche video), col fine di riflettere sulla narrazione della moda attraverso la sola immagine. Sono così nate 9 giornate virtuali (che si svolgono nellarco di una settimana circa), con 9 contributi per ognuno rispetto al tema del Re o della Regina di ognuna di esse.