Istruzioni per
un arte decentralizzata
autore: Fausto Fasan
relatore: Emanuele Arielli
L’identità culturale che caratterizza la comunità Blockchain è definita oggi da forti principi etici e
politici riconducibili alle idee sviluppate dai primi movimenti anarcocapitalisti e dall’etica hacker. Questi ideali
sono parzialmente messi a rischio da un latente determinismo tecnologico che
mira ad un’inevitabile accelerazione creando divisioni politiche e
sociali e rischiando di interrompere la crescita di una visione critica delle
cose. Nelle tecnologie di sistema come la Blockchain,
i propositi iniziali si basavano su una cultura fondata su ideali come “libera
i mercati, libera il mondo!”, ma il decentramento senza obiettivi
politici purtroppo sta portando l’ago della bilancia verso una storia
fatta di speculazione finanziaria che rivela molte analogie con
l’ideologia capitalista.
Internet e le nuove tecnologie come la Blockchain
stanno influenzando profondamente il tessuto sociale. Si sta così formando un
intreccio spinoso e imprevedibile che affronta tematiche complesse relative al
cambiamento climatico e agli equilibri economici e sociopolitici
dell’intera biosfera.
Queste nuove tecnologie, con la visione di un sistema interconnesso e
privo di autorità centrale sorretto da feedback che regolano input e output,
rappresentano un’opportunità attraverso la quale comprendere
problematiche e possibilità future in campo economico, sociale, tecnologico,
ambientale e artistico.
Come per le criptovalute, anche il mondo dell’arte
che si approccia alla Blockchain non prevede
un’entità centrale che garantisce valore ma un insieme di personalità
diverse che si mescolano formando un ecosistema stratificato e competitivo.
Oggi però, oltre che tutelare i diritti morali ed economici degli artisti
attraverso questa tecnologia, possiamo pensare all'arte anche come ad una
"valuta alternativa" ugualitaria che è assoggettata
all’influenza del gruppo e i suoi valori dipendono dall’incontro
fra le entità che la caratterizzano.
Nell’arte concettuale e nell’arte basata su Blockchain quello che resta sono alcune righe di codice che
ne regolano la creazione, l'esistenza e la circolazione. Attraverso la blockchain quindi, i nuovi artisti nativi digitali
potrebbero trovare un’opportunità per ridefinire il progetto di critica
istituzionale che fu fondamentale nel movimento artistico concettuale degli
anni ‘60 e ’70.
Ma così come l’arte concettuale nella sua relazione conflittuale
con le strutture socioeconomiche, anche l’arte digitale può manifestare
criticità utilizzando tecnologie decentralizzate controllate da blockchain. Una tecnologia che, se usata con finalità
prettamente capitalistiche, ha tutte le caratteristiche per diventare un
perfetto strumento di controllo e di accumulazione di potere e ricchezza. È di
fondamentale importanza quindi che i nuovi processi artistici filtrati
attraverso la tecnologia Blockchain avvengano al dì
fuori del mero profitto di matrice capitalista.
Il codice che viene eseguito così come è scritto, è una chiara risposta
alla corruzione dei sistemi giuridici e politici, ma non considera che gli
eventi hanno caratteristiche complesse e imprevedibili e che richiedono di
conseguenza interpretazione e mediazione. Per questo la tesi si focalizza su
due figure fondamentali del panorama Blockchain. La
prima è quella dello sviluppatore, ponendolo come qualcuno che debba generare
fiducia nella società che lui stesso serve, scrivendo il futuro attraverso il
codice e tenendo conto però di caratteristiche di regolazione non repressive e
rispettose degli equilibri e delle esigenze della vita. La seconda figura è
quella del miner di criptovalute
che, come l’alchimista, attraverso la stimolazione di minerali come
cobalto e silicio, crea nuovi blocchi implementando dalle fondamenta la blockchain e utilizzando l’energia necessaria per
sorreggere l’intera architettura. Per non incrementare le evidenti lacune
sul piano energetico contribuisce ad attuare un processo di smaterializzazione
e quindi di evoluzione sui sistemi con cui interagisce.