Un'osservazione
trasognata della realtà.
Ricostruzione e
riproposizione attuale delle performance e installazioni di Luigi Viola
(1970-1980)
Autore: Emanuele Dileone
Relatore: Maria Malvina Borgherini
Dare una definizione univoca al termine performance è molto spesso
complicato perché essa è una forma d’arte composita che solitamente
combina diverse componenti artistiche e che, successivamente agli anni del suo
sviluppo, ha identificato una categoria molto più ampia di situazioni live
legate all’arte in generale. La performance esiste nel momento in cui
viene eseguita ed è la presenza del corpo del performer a rendere questa forma
d’arte effimera. Questa condizione ha comportato alcune difficoltà per
quanto riguarda documentare, conservare, ricostruire e rimettere-in-azione
un’opera performativa. Nonostante alcuni studiosi pensino che la
performance esista solamente nel tempo presente in cui viene eseguita e che non
possa essere documentata e rimessa-in-azione, un’opera performativa deve
poter essere studiata ed analizzata, sia per essere archiviata che per essere
eseguita nuovamente.
In questa tesi, è stato individuato un caso di studio, ossia la
produzione performativa ed installativa dell’artista Luigi Viola tra il
1970 e il 1980, servita come esempio per comprendere le modalità di svolgimento
della ricostruzione e dello studio di un’opera performativa, per poter,
in un secondo momento, proporre una forma di rimessa-in-azione. La
ricostruzione, quindi, non ha lo scopo di conservare le opere in un possibile
archivio ma quello di mantenerle in vita e di ripresentarle oggi.
Il rapporto diretto con l’artista è stato centrale per
ripercorrere, in un primo momento, la formazione, le ispirazioni e
l’esperienza artistica generale. In questo modo, è stato possibile
comprendere a pieno, in un secondo momento, la nascita e la realizzazione
dell’intera produzione performativo-installativa. Lo studio e la
ricostruzione si basano sulla raccolta di documenti cartacei (interviste,
cataloghi, saggi) e visivi (fotografie, film, video) presso alcune delle
istituzioni con il quale l’artista ha collaborato o presso le quali
questi materiali sono conservati.
Inoltre, è stato altrettanto importante il periodo di tirocinio svolto
presso il laboratorio La Camera Ottica dell’Università degli Studi di
Udine.
Un secondo elemento utile in questo studio è stato il dialogo e il
confronto diretto con l’artista, il quale si è reso molto disponibile a
discutere della propria esperienza artistica e dei vari materiali raccolti ed è
stato fondamentale soprattutto durante la ricostruzione delle performance.
Nonostante Viola abbia documentato le proprie opere con diversi media
(film, video, fotografie e registrazioni audio), queste ultime non possiedono
un’analisi chiara e completa dovuta alla carenza di documentazione. In
questo modo, molte informazioni e molti elementi sono ricostruiti grazie alla
memoria di Viola, il quale diventa a tutti gli effetti un archivio incarnato,
le cui informazioni risiedono nelle ossa.
Poiché questa ricostruzione non è finalizzata alla sola conservazione e
archiviazione, vengono presentate due differenti ipotesi di riproposizione
attuale delle opere. La prima è di tipo “installativo”, ossia
vengono esposti quegli oggetti residuali utilizzati all’interno della
performance («les objets de la performance») o la documentazione visiva
prodotta durante l’esecuzione. Questa riproposizione è motivata dal fatto
che spesso l’artista, in passato, sceglieva di presentare le proprie
opere performative attraverso fotografie, video o registrazioni sonore in
occasione di mostre collettive o personali.
La seconda tipologia è, invece, “emulativa”: la performance
viene rimessa-in-azione nel modo più fedele possibile all’originale,
senza il vincolo dell’utilizzo della strumentazione dell’epoca.
Un’opera performativa può, inoltre, essere mantenuta in vita nel momento
in cui essa viene incorporata, re-interpretata e rimessa-in-azione dalla
persona che sta conducendo lo studio, durante la ricerca stessa. In questo
particolare caso, lo scrivente possiede un duplice interesse sia in ambito
storico, teorico, conservativo e sia in quello pratico-performativo che lo ha
portato a ragionare in modo pratico sulle singole azioni alla base delle
performance di Viola.