Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

 

Self as other.

Fotografia e costruzione identitaria in Claude Cahun

autrice: Miriam Rejas Del Pino

relatrice: Angela Mengoni

 

La tesi intitolata “Self as Other. Fotografia e costruzione identitaria in Claude Cahun” vuole presentare una ricerca riguardo il lavoro fotografico di Claude Cahun (Nantes, 1894 – Jersey, 1954) prodotto fra gli anni 20 e 50 del Novecento. Lo scopo principale della tesi è proporre una lettura complementare a quelle fatte negli ultimi anni da parte da studiosi e intellettuali, le quali affrontano le fotografie dell’artista per lo più da un punto di vista biografico trascurando, dunque, una vera analisi delle opere.

Per svolgere questa ricerca è stata realizzata un’analisi basata nella teoria proposta dalla semiotica generativa di A.J. Greimas. L’assenza di letteratura che approcciasse il lavoro di Cahun da questa prospettiva ha motivato il voler far luce sui processi di produzione di senso delle sue fotografie attraverso l’analisi degli elementi che le compongono, dai formanti plastici e figurativi, alle modalizzazioni degli sguardi, alle strategie di enunciazione che si trovano inscritte nei testi. All’approccio teorico della tesi sono stati particolarmente utili lavori come quelli di Victor I. Sotichita, Louis Marin, Roland Barthes, Omar Calabrese, Hubert Damisch, Jean Marie Floch o Andrea Pinotti e Daniela Ferrari. Oltre a questi autori ne sono stati presi in considerazione altri che presentano il lavoro di Cahun da un punto di vista biografico.

 

L’oggetto di questo lavoro su Claude Cahun è stata dunque la relazione fra l’autore, la costruzione identitaria attraverso i suoi autoritratti e la relazione con lo spettatore, interpellato attraverso diverse strategie enunciative. Per studiare il percorso dell’artista è stata considerata nell’insieme la sua ampia produzione, che consiste in fotografie, collage, sculture, scritti, articoli e saggi, tuttavia non sono stati approfonditi come oggetto di studio principale.

 

Nello scegliere gli autoritratti analizzati si è compiuta una prima analisi del corpus fotografico attraverso la metodologia dell’analisi semiotica del testo visivo, da cui sono emerse tre grandi strategie di costruzione identitaria, le quali sono: lo sguardo negato, l’esistenza di multipli cornici all’interno della fotografia e la simmetria o il riflesso dell’artista in varie superficie.

La prima strategia consiste nel negare lo sguardo attraverso l’uso di maschere o la chiusura degli occhi e, nel realizzare questa azione, la Cahun si imprigiona in una esperienza di micro morte legata allo scatto. Nelle foto l’artista si mostra spesso con una posizione di offerta del proprio corpo allo spettatore ma, allo stesso tempo nega il proprio sguardo, cancellando la relazione “io-tu”.

La seconda strategia enunciativa consiste nell'usare le cornici come elementi che dividono la composizione in diversi piani o che perfino frammentano la figura della Cahun. Si è visto dunque come la somma dei due dispositivi rilevati fa sì che Cahun stia fingendo il proprio non-apparire, il quale le permetterebbe di sottrarsi a definizioni statiche o binaristiche e di impersonare differenti sfaccettature del sé che poi riafferma attraverso le multiple cornici.

La terza e ultima strategia consiste nell’inserire all’interno delle fotografie degli elementi doppi o simmetrici che vengono messi in relazione con il paradigma del narcisismo inteso dai Simbolisti e i Surrealisti. Questi elementi doppi mettono in crisi l’idea della mimesi e della rappresentazione figurativa del ‘reale’ nella fotografia e della rappresentazione del ‘vero’ nell’autoritratto.

 

Si giunge alla conclusione che l’artista propone degli anti-autoritratti in cui appare sempre una raffigurazione diversa che Cahun non usa per definire sé stessa ma piuttosto per porsi delle domande. Le persone che Cahun produce e crea non sono classificabili e prevedono una sistematica introduzione di alterità – attraverso le varie strategie testuali che si ripercorrono -  nella rappresentazione del sé. La ricerca si conclude dunque con delle considerazioni che aiutano a far luce sull’interessante produzione di un'artista ancora poco conosciuta in Italia e sulla quale c’è ancora tanto da approfondire.