Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

 

L’Ultima Utopia di Roberto Rossellini

autrice: Margherita Moro

relatori: Emanuele Arielli, Marco Bertozzi

 

Il progetto analizzato nella mia tesi di Laurea Magistrale nasce da un periodo di ricerca trascorso presso la The Menil Collection a Houston (Texas, USA) nel 2015. Durante i mesi trascorsi negli archivi della collezione ho potuto studiare ed analizzare uno degli ultimi lavori inediti per la televisione ideati e diretti dal regista Roberto Rossellini insieme a William Colville.

La permanenza di Rossellini a Houston nasceva da una collaborazione tra il regista e i coniugi De Menil che in quegli anni stavano costruendo un Media Center nel campus della Rice University (Houston, Texas, USA). Tale Media Center desiderava ispirarsi al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma durante la Presidenza di Rossellini. Nel corso delle visite, per affiancare i coniugi De Menil, decise di iniziare un progetto che avrebbe dovuto concludersi con dieci ore per la televisione ma che purtroppo è rimasto incompiuto a causa della morte del regista.

Il documentario, o programma televisivo, al quale mi sono approcciata venne girato tra il 1970 ed il 1975 all’interno del campus della Rice University che rappresentava il cuore pulsante delle scoperte scientifiche di quegli anni. Il lavoro avrebbe dovuto intitolarsi Science. Venne ultimato il primo capitolo dal titolo Rice University che presenta una serie di colloqui tra Rossellini e gli scienziati del campus.

Durante i colloqui, nei quali scienziati di differenti discipline esplicano la loro ricerca ed i mezzi impiegati per svolgerla, si affronta in particolar modo la questione sul come avvicinare il pubblico alle discipline scientifiche che troppo spesso sono destinate ad un pubblico di pochi eletti.

Il materiale a cui ho avuto accesso, che consiste nella versione montata da alcuni operatori della The Menil Collection per preservare il lavoro, rappresenta un’inesauribile fonte di ispirazione dalla quale poter partire per instaurare riflessioni e dialoghi sull’utilizzo dei media come mezzi di divulgazione e di comunicazione di massa, nello specifico per quanto concerne la divulgazione scientifica.

Ciò̀ che Roberto Rossellini desiderava, era che tutte le intelligenze del mondo fossero a disposizione di tutti, che gli uomini, mossi da un bene comune più̀ alto, agissero in sintonia per la realizzazione di quell’utopia che rivedeva nel sapere la liberazione dell’individuo.
Adottando l’intervista come formato, il regista conferisce un livello di accesso all’informazione semplice e diretto, affinché́ chiunque possa accedervi.

Ho quindi deciso di unire l’aspetto teorico a quello pratico e mi sono occupata di intervistare alcune figure che avessero avuto a che fare con il progetto in questione. Molte interviste sono state svolte a Houston ed altre a Roma dove ho avuto la possibilità̀ di intervistare personalità̀ del calibro di Silvia d’Amico, Beppe Cino e Claudio Bondì, collaboratori di Rossellini negli ultimi anni della sua carriera.

Dopo aver affrontato l’analisi strutturale e storica del documentario che Roberto Rossellini girò a Houston, ho ritenuto necessario, per la mia ricerca e per la presentazione del lavoro al pubblico, rielaborare un lavoro che mettesse in parallelo il materiale d’archivio che ho reperito presso la The Menil Collection, e le riprese svolte in occasione delle interviste.

Tale lavoro consiste in un documentario della durata di 45’ da me diretto e vuole offrire il mio punto di vista sul lavoro di Rossellini, cercando di ricostruire i tasselli di questo straordinario progetto e presentando allo spettatore quell’utopia rosselliniana che rivedeva nel sapere la via per la liberazione individuale.

Il documentario si intitola L’ultima Utopia di Roberto Rossellini e presenta molte scene del capitolo Rice University, alternate da alcune scene di altri programmi per la televisione che vennero diretti da Rossellini. L’audio è tratto in parte dalla mia tesi di Laurea Magistrale e dalle due interviste realizzate con Claudio Bondì e Beppe Cino.

La potenza di questo lavoro per la televisione risiede nell’intuizione di legare lo sviluppo scientifico con l’analisi filosofica del dato tecnico. Rossellini si rese conto che senza un’analisi umanistica di quello che lo scienziato produce, la ricerca è fine a sé stessa. Dietro la scoperta c’è l’uomo e quindi occorre l’analisi antropologica della scoperta. Lo scienziato non è nulla se alle spalle non c’è un’analisi filosofica del lavoro scientifico svolto.

Inoltre, l’essere umano ha bisogno di orientarsi, che l’orientamento sia politico, religioso o sessuale, e la divulgazione scientifica, nella visione del regista, era la via migliore per poter permettere al pubblico di agire in maniera più̀ consapevole.