Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Premio miglior tesi di laurea 2018

 

 

 

Fabiana Terenzi

I gelati sono buoni, ma costano milioni: montaggi fra archivio digitale, parete, schermo

 

area tematica: moda

relatore: Gabriele Monti

 

 

Attraverso un processo di richiesta specifica ho accumulato una rete eterogenea di immagini. Con una procedura che richiama il metodo di organizzazione delle immagini adottato da Aby Warburg nella costruzione dell’Atlante di Mnemosine ho lavorato sulle immagini, sul senso del guardare e del selezionare per innescare idee, dialoghi, relazioni. Ho cercato di lasciare che il mio inconscio lavorasse attraverso libere associazioni mentali, superando la mia resistenza attraverso un rituale catartico e ho sviluppato liberamente idee che hanno portato, come risultato, a sette montaggi. La tesi analizza questo processo, un processo di progettazione eminentemente iconografica. I capitoli seguono i passi del progetto e aiutano a esplorare in profondità concetti come l’archiviazione, che è, soprattutto, una fonte di creazione oltre a essere un luogo di raccolta di immagini. La parete funge da presentazione sinottica di materiali eterogenei e, allo stesso tempo, di architetture da abitare. Tecniche di post-produzione come il montaggio e il morphing prendono vita su uno schermo che, a mio avviso, è l’unico elemento utilizzabile per creare assemblaggi che non hanno nulla a che vedere con la realtà, ma che sostengono la dimensione artificiale fornita dal computer. I tre capitoli che compongono questa tesi prendono tutti il nome di post-produzione, concetto che è basato sul prendere un materiale “primario” e rielaborando, facendo nascere una nuova narrazione. I tre capitoli sono differenziati tra di loro tramite dei simboli tipografici: strikethrough, bracket, slash. La manipolazione non fa parte solo del contenuto della tesi, ma è parte fondante della restituzione grafica che va a caratterizzare questo libro. Ho utilizzato un approccio istintivo e spontaneo nel costruire queste 77 doppie, come quello di Anna Piaggi nel creare le sue D.P., come quello che guida il lavoro di David Carson. Il risultato eterogeneo potrà sembrare caotico, ma non è un caos di una chitarra distorta, ma quello del sovrapporsi di più tecniche e discorsi nello stesso libro. Presenza di più caratteri tipografici, immagini rielaborate, colonne di testo che non seguono sempre una griglia prestabilita. Istinto non vuol dire caso, tutto è pensato, ma a guidarmi c’è l’intuito e non le regole. Le forme della rappresentazione non sono un aspetto solo superficiale, ma trasformano il senso intimo di ciò che viene rappresentato.