Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Premio miglior tesi di laurea 2017

 

 

 

Serena Treppiedi

Progetto di Scenografia e Costume per la Damnation de Faust di H. Berlioz

 

area tematica: teatro

relatori: Csaba Antal

e Monique Francoise Marie Arnaud

 

L’opera La Damnation de Faust di H. Berlioz, è forse una delle più interessanti e innovative reincarnazioni del mito del Faust e si distacca radicalmente dalla tradizione tedesca che lo ha sviluppato e diffuso. Nella “légende dramatique” non è la brama di sapere che spinge Faust ad evocare il demonio, ma al contrario il beffardo chiromante si trasforma in un malinconico personaggio affetto dal mal du siècle e condannato ad uno stato di apatia, un appiattimento dei sentimenti umani in cui il bene e il male acquistano egual valore. In questo senso il Faust di Berlioz, pervaso dal sentimento romantico di spleen, è come costantemente al centro di due poli opposti, la salvezza e la dannazione, e desidera solo riconquistare la gioia di vivere, di provare sentimenti umani, senza curarsi di cosa origini questi sentimenti.

 

La questione più significativa in quest’opera è proprio il rapporto in cui Berlioz si pone rispetto al mito Faustiano e come riesce ad eliminare le convenzionalizazioni ed i luoghi comuni in cui era caduto nel periodo di successo della versione di Goethe. Berlioz volutamente si allontana dal surplus goethiano per estrapolare i significati più profondi e più vicini alla sua esperienza personale. Ma riesce ad andare così a fondo che la “malattia dell’anima” del suo Faust ha in se un senso di vuoto universale e atemporale, in cui qualsiasi uomo finisce per ritrovarsi se tenta di trovare risposte alla grande questione dell’esistenza di un essere superiore e di un “oltre” successivo alla morte.

 

La materia musicale di Berlioz esprime alla perfezione questo senso di vuoto sotto ogni aspetto, a partire dall’idea di verticalità fino ai confini di isolamento tra i personaggi. Proprio con lo scopo di raggiungere un risultato musicalmente così alto, Berlioz esclude la messa in scena operistica della sua creazione perché riesce a inserire tutto ciò che vuole comunicare attraverso la musica. Il concetto di rappresentazione è però profondamente cambiato dal 1800 e si può oggi riflettere su una forma di messa in scena adatta a questo componimento: sarebbe quindi estremamente riduttivo e allo stesso tempo ridondante pensare ad una messa in scena tradizionale ma bisogna, piuttosto, trovare un elemento forte e significativo, in grado di conferire omogeneità al processo musicale e drammaturgico già contenuto nel componimento.

 

Alla ricerca di tale elemento ho voluto scavare nelle ragioni personali di Berlioz e nell’essenza stessa del mito faustiano, cercando qualcosa che appartenesse sia allo spirito del romanticismo francese, sia al conflitto tra scienza e religione da cui è sgorgata la leggenda. La Damnation de Faust si fa incarnazione dell’atteggiamento di quest’epoca prolifica di autori innovativi e rivoluzionari, come il grande poeta Charles Baudelaire che, forse più di ogni altri li ha espressi nei suoi le Fleur Du Mal con i versi: “Inferno o Ciel che importa? Giù nell’ignoto, in cerca di qualcosa di nuovo!”.

 

Il magnetismo, base tecnica di questo progetto, è stata la chiave perché contiene tutti i rapporti di tensione tra divino e dannato, religione e scienza, credenza e metodo scientifico e ricorda al pubblico che tutto esiste grazie all’equilibrio degli opposti e che tutto ciò che c’è di positivo non potrebbe esistere senza il suo corrispettivo negativo.  Della polvere metallica cade sulla scena, inerte finché le forze magnetiche non agiscono su di essa: la "vitalità" della polvere rispecchia la tensione interna di Faust, formando delle “sculture magnetiche” nei momenti di massima elevazione della sua anima. La scena è un paesaggio apparentemente immobile, una parete curva che aumenta il senso di verticalità tra i due poli, la sfera celeste in alto e il baratro infernale, e ogni intervento di Mefisto è finalizzato alla rottura di ogni possibilità di ascensione per Faust.