Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Premio miglior tesi di laurea 2017

 

 

Federico Furlanis, Mattia Rizzi

Conservazione del moderno. Due casi studio nel quartiere Frugès di Le Corbusier a Pessac. Il tipo gratte-ciel

 

area tematica: architettura

relatore: Paolo Faccio

 

 

 

 

Attraverso due casi studio nel Quartiere Moderno Fruges di Le Corbusier a Pessac, dal 2016 iscritto al patrimonio mondiale dell’umanità UNESCO, è stato affrontato il tema della conservazione del Moderno.

 

Il metodo utilizzato parte dall’analisi dello stato di conservazione degli oggetti architettonici presi in considerazione che ci ha permesso di individuare dei punti critici sia dal punto di vista costruttivo che conservativo, approfonditi in seguito attraverso un’analisi qualitativa basata su documenti d’archivio e bibliografici che ci ha permesso di ricostruire l’unità architettonica nella sua reale configurazione.

 

Il quartiere ha vissuto due stagioni costruttive: la prima, a partire dal 1923, caratterizzata dalla presenza dell’ingegnere Poncet e dalla sperimentazione di una nuova tecnologia costruttiva: il Cement Gun. La seconda in seguito alle svariate problematiche causate dall’inefficienza delle maestranze locali vede intervenire nel 1925 l’ingegnere Sommer, che preferisce un sistema costruttivo di tipo tradizionale.

 

Le nostre considerazioni partono dallo studio di due casi tipo, la Maison Tèmoin e l’abitazione abbandonata adiacente, entrambe abitazione del tipo Gratte-ciel: sono le abitazioni più alte e quelle che più dovevano rapportarsi tra loro attraverso l’utilizzo della policromia sulle facciate, elemento fondamentale di progetto che definisce i rapporti tra gli spazi e influenza la percezione delle distanze tra i volumi. Le singole unità sono composte da due cellule abitative di un modulo di 5x5m + un modulo di 2,50x5m. La tecnologia costruttiva è tradizionale, con murature portanti in blocchi di cemento di 40x20x20 cm e travi in calcestruzzo armato disposte perpendicolarmente ai muri portanti.

 

Emerge dagli studi effettuati il diverso stato conservativo delle due unità dovuto all’attuale uso museale del primo e allo stato di abbandono del secondo, sia per quanto riguarda il costruito, sia per quanto concerne lo spazio esterno.

 

L’attenzione, in merito al nostro progetto di intervento, non vuole focalizzarsi su Le Corbusier ma sull’architettura come oggetto in divenire, con la necessità di trovare un modo per documentarne le trasformazioni, che per altro testimoniano una significativa asserzione dello stesso Le Corbusier: “È sempre la vita che ha ragione, e l’architetto ha torto.”.

 

Nonostante l’importanza che attribuiamo alle trasformazioni, che ci permettono di considerare anche l’attualizzazione degli ambienti e la comprensione da parte degli abitanti dei caratteri di queste architetture riteniamo che non si possa fare un discorso generico, ma si debba lavorare caso per caso.

 

Riteniamo di non dover riprodurre ciò che non esiste più, ma di considerare le trasformazioni come esito di un percorso che prosegue con il nostro progetto, in grado di tenere assieme le trasformazioni subite con il carattere dell’architettura lecorbuseriana evidenziato dall’esito del percorso di analisi.

 

Per quanto riguarda gli spazi esterni, essi non mutano per esigenze modificate di chi ci abita, non sono trasformazioni legate a fatti, bisogni o necessità.

 

Nello specifico l’intento è quindi quello di riproporre, per la maison Temoin, sia formalmente che costruttivamente quella che era l’iniziale idea di progetto, rendendola museo di se stessa e testimonianza reale, non accontentandosi di una documentazione grafico-fotografica.

 

Atteggiamento che - inteso a livello di quartiere - potrebbe portare un domani ad avere un’abitazione per tipo con la stessa funzione. Per quanto riguarda gli spazi esterni abbiamo proposto di riportarli ad uno stato di progetto originario, in modo da apprezzarne le lunghe prospettive ricercate in fase di progetto e il raffinato rapporto tra pieni e vuoti.

 

In merito a tutti gli altri interventi, l’intento è di conservare il più possibile le tracce del tempo e, dove non sarà possibile farlo, l’aggiunta di nuove opere mirate ad un miglioramento della vivibilità dell’edificio saranno tutte reversibili, consentendo così di mantenere la testimonianza storica dei materiali originari.