Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Premio miglior tesi di laurea 2017

 

 

Nicola Piacentini, Camilla Pozzani, Andrea Zubelli

Identitą, futuro, tradizione: Sacca Fisola 2.0

 

area tematica: architettura

relatore: Pierantonio Val

 

 

 

 

Architettura per comprendere il presente e proiettarlo al futuro, nel solco della tradizione

Il progetto di densificazione urbana previsto sull’isola di Sacca Fisola in Venezia interpreta da un lato le esigenze contemporanee di una societą sempre pił volta all’integrazione del tema della residenza con i nuovi modelli abitativi e familiari imposti dalla contemporaneitą, dall’altro mette in campo nuove strategie tipologiche al fine di trasformare il manufatto in un elemento cardine fra gli elementi tipici della tradizione veneziana e la loro reinterpretazione in chiave contemporanea.

 

Da sempre la Giudecca costituisce un sistema urbano indipendente da Venezia, in quanto dotato di una sua storia e di sue proprie caratteristiche. In particolare, la dualitą fra fronte nord costruito e fronte sud vegetale, ne connotano storicamente l’identitą. Sacca Fisola, elemento terminale della Giudecca, presenta una condizione di anomalia rispetto a quest’ultima, sia da un punto di vista morfologico che tipologico. In essa, č assente infatti sia il tipico fronte compatto, sia il tradizionale rapporto “edificio-fondamenta-acqua”, da sempre presente nell’immaginario della cittą. Questo, unitamente ad un tessuto tipologico arretrato, standardizzato e mai rinnovato, rende Sacca Fisola un frammento di periferia qualsiasi calato all’interno della cittą storica. Questa condizione č causa del mancato completamento del Piano di Urbanizzazione redatto per l’isola nel 1960 da Giuseppe Samoną, che fu interrotto nel 1974 e mai pił ripreso.

 

Il progetto di tesi si propone quindi di recuperare la idee progettuali di Samoną, reinterpretandole all’interno della condizione contemporanea. Unitamente allo studio planivolumetrico del nuovo fronte e la ridefinizione dell’asse centrale e della piazza, il progetto propone anche un  rinnovamento tipologico di un tessuto ormai inadeguato alle esigenze del vivere contemporaneo.

In accordo con l’idea del “fronte compatto” che caratterizza non solo l’isola della Giudecca, ma tutto il contesto veneziano, l’impianto morfologico prevede l’estensione di una cortina urbana sul fronte prospiciente a Venezia con un’unica grande apertura che indirizza, come un grande cannocchiale, verso il cuore dell’isola composto dalla grande piazza pubblica, restituita alla cittą in una dimensione pił consona al nuovo ruolo pubblico principale afferitogli, grazie all’inserimento di due edifici atti a completarne e ridefinirne il bordo, il limite.

Il tema della residenza č stato affrontato secondo un approccio mirato all’ equilibrio fra le richieste spaziali ed economiche contemporanee, fattibilitą costruttiva e ricchezza spaziale, ottenuta mediante l’utilizzo tipologico della corte veneziana, reinterpretata in chiave moderna sotto forma di patio.

 

Tema cardine di tutta la densificazione č stata la sezione: elemento regolatore non solo dello spazio interno ma anche del rapporto dell’edificio stesso con l’esterno, in grado di arricchire e valorizzare anche spazi spesso dimenticati.

Il rapporto fra Nuovo e Antico ha rappresentato il filo conduttore comune dell’intervento, in grado di assecondare talvolta elementi tipologici tradizionali ma anche entrare in sottile antitesi con essi, concretizzando la convinzione che il progresso e l’innovazione siano inevitabili, ma che possano e debbano essere controllati.

Lo studio del sistema costruttivo e impiantistico si č basato su scelte strettamente connesse al tema dell’integrazione interdisciplinare: essi sono stati considerati parte integrante della progettazione fin dai primi schizzi, costantemente in interazione con le scelte architettoniche che influenzano e vengono necessariamente influenzate dalla tematica della costruzione. Il principio costruttivo viene quindi di volta in volta declinato alle esigenze architettoniche ma senza esserne totalmente subordinato: diviene quindi regolatore spaziale e di scelte.

La costruzione come mezzo per tramutare il “progetto” in “architettura”.