Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Premio miglior tesi di laurea 2017

 

 

Manuel Magnaguagno

Progetto di rigenerazione urbana dello scalo ferroviario di Porta Genova a Milano

 

area tematica: architettura

relatore: Martino Doimo

 

 

Il progetto si situa nell’area dello scalo ferroviario di Porta Genova, nell’ambito del programma di riqualificazione urbana degli scali ferroviari di Milano. Gli scali ferroviari, paragonabili a fiordi in cui la linea del ferro penetra per migliaia di metri la città, lasciano che al di là dei muri di cinta si sviluppino parallelamente dinamiche di tessuto differenti e contrastanti, creando un paradosso basato su poche decine di metri di separazione. Lo spazio di frattura determinato dalla ferrovia si scontra brutalmente con la morfologia del tessuto urbano circostante.

 

La zona ha la sua testa nel piazzale della stazione Porta Genova e si allunga poi seguendo il corso del Naviglio Grande. Questo brano di città è sempre stato nettamente diviso a metà dal tracciato ferroviario: se via Valenza e la Ripa di Porta Ticinese appartengono ad un ambito residenziale consolidato, su via Tortona si attesta un costruito industriale storico.

 

Le vecchie industrie sono state per la maggior parte convertite in showroom da diversi gruppi della moda e del design, aprendo nuove prospettive di sviluppo. L’interessante presenza del Naviglio Grande lega inoltre la zona ad un sistema di verde e di spazi per il tempo libero più ampio, aumentando il respiro dell’intervento e le interazioni.

Si è scelto di operare tramite figure aperte nell’interazione con l’intorno, con un loro carattere preciso. L’obiettivo è quello di sottolineare la rottura del muro che ha sempre diviso questa parte di città, invitando i due lembi che si affacciano sul Naviglio alla contaminazione all’interno del progetto.

 

Trasversalità nei percorsi e frammentazione sono controllate dalla presenza costante di un percorso lineare, che attraversa tutta l’area come una lunga passeggiata urbana, accompagnando nell’esplorazione dei differenti ambiti di interazione, e integrandosi con il progetto del futuro ‘‘raggio verde’’, un percorso che si affaccia al Naviglio Grande. Verde e costruito si alternano e si legano nel loro disegno, generando situazioni di dipendenza l’uno con l’altro.

 

La porzione basamentale (internamente articolata e frammentata), manifesta una continuità nel confronto con la scala e i principi di formazione del tessuto della città tradizionale, giungendo ad adattarsi agli allineamenti della forma urbana storicamente consolidata, e ripropone il tema del muro di cinta dello scalo, mentre gli edifici in elevazione appaiono portatori di misura e nuove leggi formali proprie della moderna dimensione territoriale metropolitana.

 

É il precisarsi di un impianto architettonico/urbano (prevalentemente destinato ad accogliere programmi funzionali complessi), dialetticamente articolato in parti radicalmente differenziate, disposte su due distinti piani o strati urbani indipendenti, che tende ad assumere in sé la dimensione urbana. Si tratta del modello di complesso edilizio composto da piastra (destinata a ospitare le funzioni speciali e le corti interne) e grandi edifici autonomi in elevazione, i quali sono per lo più mono-funzionali, ma legati direttamente alle funzioni speciali ospitate nel basamento sottostante.

 

Il fulcro del progetto è rappresentato dall’interazione dei due percorsi principali, da un lato via Bergognone e dall’altro il percorso di progetto che attraversa longitudinalmente tutta l’area.

 

Questa interazione porta alla generazione di una figura chiave per lo sviluppo dell’intero progetto, utilizzata per indicare le linee guida nello sviluppo compositivo del Masterplan.

 

Il progetto riprende anche il primo piano regolatore Beruto (1884-1889), disegnando un collegamento sopraelevato ciclo-pedonale dalla via Bergognone al nuovo parco Baden - Powell, posto al di là del Naviglio Grande. In questo modo si elimina l’attuale cesura di questa importante via, e si legano fisicamente i due brani di città finora divisi dallo scalo ferroviario e dal Naviglio Grande, il quale ha da sempre rappresentato una importante via di comunicazione, ma allo stesso tempo anche un ostacolo da superare.