Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Premio miglior tesi di laurea 2017

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Eleonora De Fabiis, Luca Stefanet

Muro di Berlino 1989-2017.

Dal sistema di confine ai progetti per il recupero della memoria

 

area tematica: architettura

relatore: Mauro Cristina Marzo

 

 

Berlino.

Città in trasformazione.

Arcipelago di etnie e linguaggi eterogenei che mostra le cicatrici dei conflitti del secolo scorso.

Dopo il 1945 si ricostruisce, da un Nullpunkt, in Berlino Est e Berlino Ovest.

La convivenza di due ideologie opposte, imposta ai cittadini dalla conferenza di Jalta, provoca numerose migrazioni verso l’occidente che propone una cultura liberale e capitalista.

 

Nel 1961, per limitare i flussi verso Berlino Ovest, viene eretto un muro che circonda la porzione di città sotto il controllo delle forze americane, inglesi e francesi.

Con la fine della Guerra Fredda e l’abbattimento del Muro di Berlino inizia un processo di rigenerazione degli spazi, oggi ancora in atto.

La città tradizionale con impianti geometrici delle piazze e dei parchi è accantonata in nome di una composizione libera di oggetti, lasciando però evidenti situazioni di discontinuità: lacerti di città storica convivono con nuove parti di città moderna, intervallati da vuoti inedificati.

I repentini cambiamenti in questi territori, enfatizzati da una commistione etnica particolarmente visibile, producono sempre nuove esigenze. Ciò implica la necessità costante di interventi che ristabiliscano l`equilibrio urbano. La ricerca analizza le trasformazioni architettoniche e urbane che la demolizione del Muro ha prodotto in otto aree della città, scelte secondo criteri di centralità geografica, storica e sociale.

 

I cambiamenti sono evidenziati tramite ortofoto del 1989 e del 2017 e da rappresentazioni schematiche delle medesime aree, che enfatizzano come la memoria del Muro sia stata conservata, interpretata o sia andata perduta.

Da tale atlante emerge un sistema incompleto, composto da linguaggi differenti.

Con lo scopo di rendere il sistema unitario proponiamo la realizzazione di due progetti di paesaggio supportati da architetture che rispondano alle esigenze di ciascun quartiere.

 

Per non sovraccaricare un complesso già ricco di simbologia, gli interventi ristabiliranno la continuità mnemonica dell’ex confine attraverso l’utilizzo di materiali ed oggetti già presenti in altri tratti della città in cui si affronta lo stesso tema.

La prima area di progetto è Kieler Straße, zona in stato di semiabbandono dove il trattamento della memoria si svilupperà in maniera discreta, attraverso l’inserimento di una pavimentazione in porfido.

Sotto il punto di vista funzionale il progetto si collega all’esistente, in particolare ai centri sportivi, al fiume e alla torre di controllo risalente al 1989.

La seconda area di progetto è Luisenstadt, cerniera tra il quartiere Mitte e Kreuzberg.

Nel 1852 l’attuale area di progetto era contraddistinta dalla presenza di un canale che, nel 1929, fu prosciugato, trasformato in giardino e nel 1961 fu totalmente interrato ed utilizzato per la costruzione del Muro.

Dopo il 1989, si sono susseguiti numerosi progetti urbani fallimentari, l’ultimo dei quali mirava a ristabilire la morfologia dell’area, riportando il piano di calpestio a livello dell’alveo del canale. Di fatto oggi l’area assume i caratteri di un interstizio, di un’aiuola confinata tra due carreggiate stradali.

Il nuovo progetto prevede la modifica della viabilità con la formazione di uno spazio unico, permeabile sia dalla parte orientale che da quella occidentale.

Anche in questo caso le funzioni si ricollegano a quelle dei lotti limitrofi e alle necessità del quartiere. Si crea un sistema dinamico, un susseguirsi di funzioni, spazi verdi, piccoli boschi e fontane collegati idealmente da un sistema di pali in acciaio corten.

 

Il nostro intento è di cristallizzare spazi storicamente importanti che sarebbero altrimenti fagocitati dalla continua modernizzazione ed espansione edilizia e sarebbero privati di una coscienza storica, condannando la civiltà al disorientamento culturale.