Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Premio miglior tesi di laurea 2017

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fabio Dante, Riccardo Lagioia

“Oltre il capannone”. Metamorfosi dei paesaggi della piccola e media industria.

Caso studio: zona industriale di Saccolongo (PD)

 

area tematica: architettura

relatore: Marco Ferrari

 

 

Negli anni d’oro della piccola-media industria italiana alla crescita economica è corrisposto lo sviluppo di un’urbanizzazione dispersa che ha cementificato il territorio secondo atti poco o mal governati.

Il risultato di questo fenomeno è stato il proliferare dei capannoni: strutture anonime, povere concettualmente e architettonicamente banali, incapaci di interpretare le specificità dei diversi contesti territoriali, di acquisire da essi qualità e di trasferirne a loro volta. Il fenomeno ha riguardato l’intero territorio italiano, in modo ancor più eclatante le province centrali del Triveneto.

 

L’obiettivo non è solo immaginare la riconversione, la trasformazione o la demolizione delle strutture dismesse successivamente alla crisi economica, ma anche ripensare quelle ancora attive ma disfunzionali.

Si tratta di una grande opportunità: ridisegnare secondo parametri innovativi parti dimensionalmente rilevanti del territorio.

 

Il comune di Saccolongo, esempio di queste dinamiche, nonostante la vocazione agricola e la vicina concorrenza di poli produttivi più efficienti, ha un’area industriale di quasi 40.0000 m2 ai confini con Selvazzano Dentro: il 15% dell’area comunale. E’ una placca solida e cementificata la cui presenza deve essere mitigata, i cui confini devono essere resi labili per poter riabbracciare l’identità del territorio.

 

Il progetto

Obiettivo

L’obiettivo di questa ricerca progettuale è quello di ridisegnare e ripensare i volumi e gli spazi aperti dell’area industriale di Saccolongo, tentando di ridurre il consumo di suolo recuperando con un approccio paesaggistico il tessuto rurale e l’assetto idrogeologico dell’area.

Quattro grandi fasce verdi, orientate secondo la trama del paesaggio, diventano luoghi di sperimentazione dove le operazioni di demolizione, riconversione o trasformazione dei vecchi capannoni permettono il recupero paesaggistico e l’arricchimento di servizi ad uso di lavoratori e abitanti.

 

Le serre

Il vetro sostituisce i tamponamenti dei capannoni innestandosi sul preesistente sistema prefabbricato di travi e pilastri ospitando coltivazioni ortofrutticole e orti verticali. La demolizione di alcuni capannoni e dei relativi piazzali, unita al rinnovato uso agricolo del suolo, sono utili a costituire un primo ponte tra le coltivazioni e l’ambito produttivo.

 

Il mercato

Le pensiline fotovoltaiche proteggono un sistema di spiazzi su cui sono posizionati dei container, riutilizzati e trasformati per ospitare piccole attività commerciali temporanee e un mercato.

 

Il parco del Bacchiglione

La fascia principale è pensata come una prosecuzione del sistema naturale dell’alveo del Bacchiglione, dal tono più urbano e con una successione regolare di filari di varie essenze arboree tipiche del territorio.

Il parco e gli edifici sono connessi da un sistema di percorsi ciclopedonali, anch’essi una successione di linee spezzate come i filari di alberi. Questi percorsi svuotano i corpi di fabbrica lasciando la sola maglia strutturale a rapportarsi con i tronchi degli arbusti. In punti strategici nascono playground, spazi di aggregazione e stazioni di bike sharing.

A Nord, tra i capannoni lungo la via principale, sorgono delle densificazioni che riempiono gli spazi interstiziali. Gli spazi lavorativi hanno uno showroom sul fronte principale e un blocco servizi aziendale tra la zona espositiva e la zona produttiva. A tenere insieme le volumetrie, un lungo fronte urbano si rapporta con il bosco antistante e ospita ai piani superiori spazi per il co-working di varie dimensioni.

I capannoni centrali, svuotati dal bosco e dai percorsi, ospitano dei servizi: un ristorante, un centro congressi, spazi espositivi per aziende locali, spazi di co-working e un fab-lab.

A Sud, spazi per lo sport e uno spogliatoio sono inseriti nella struttura quasi totalmente liberata dai tamponamenti e dal tetto per lasciare spazio al bosco.