Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Premio miglior tesi di laurea 2017

 

 

Marco Costa

Morfologie e metamorfosi.

La laguna di Venezia e Altino

 

area tematica: architettura

relatori: Sebastino Trevisani

e Giovanni Marras

 

 

 

All’origine di questo lavoro c’è la voglia di indagare un luogo, cercare di comprendere gli aspetti che lo rendono così caro, per me, nella sua potenza, nella sua imprevedibilità, nella sua fragilità, nei suoi grandi misteri avvolti in una fitta nebbia invernale, nascosti dietro alle polifore sbarrate di palazzi abbandonati la cui storia è ormai perduta, o magari celati appena sotto al pelo dell’acqua, che rimangono nascosti senza temere di manifestarsi qualora la Luna lo richiedesse.

 

Il rischio principale che si corre da queste parti è quello di ragionare, rispetto a questioni legate all’ambiente in generale ed all’ architettura in particolare -per quanto sia folle scindere le due cose-, senza badare più di tanto alla particolarità del luogo di cui si ragiona, rendendolo una piatta e scontata normalità.

 

Citando Brodskij “... la logica è inconfondibile: si procede verso una progressiva omologazione.” (Il crimine della bellezza, dal volume La laguna di Venezia).

 

Non conosciamo nulla della terra che calpestiamo; non conosciamo nulla dei canali che navighiamo a bordo di vaporetti, distrattamente occupati in altri pensieri ed in altre faccende. Perché la navigazione ormai è una cosa normale, una mera prassi tecnico esecutiva. No! la navigazione è una cosa perfettamente a-normale specialmente in un ambiente come quello lagunare, che è per pochi. Solo i Veneziani erano in grado di navigarci nel passato, ma se oggi per un giorno si provasse a togliere le bricole di delimitazione dei canali si genererebbe un caos talmente grande da mandare completamente in tilt tutto il sistema dei trasporti e dei commerci -oggi anche tra queste due parole, purtroppo, non c’è più distinzione-.

 

La memoria di una comunità ed il legame con il passato può esistere esclusivamente nel caso in cui questa riesca a comprendere i caratteri peculiari che la contraddistinguono rispetto ad altre ed è nella differenza tra una comunità ed un’ altra, tra un luogo ed un altro che risiede la vera ricchezza e l’occasione di alleanza che può avvenire solo tra comunità e culture differenti, poiché alleandosi ognuna può trarre ricchezza dalle peculiarità distintive dell’altra in una sorta di criterio di complementarietà.

 

Oggi nell’era della globalizzazione stiamo vivendo un fenomeno opposto ovvero una progressiva commistione ed appiattimento dei caratteri distintivi tra le culture e tra le persone; in architettura ne troviamo l’esempio più eclatante quando vediamo un modo di progettare e di costruire estremamente generalizzato che ha ormai perso completamente il legame con il luogo materiale e spirituale in cui si inserisce; e questo solo perchè la tecnica consente di farlo, ma ricordiamo che la tecnica per sua peculiarità non si pone quasi mai domande di senso, ma esclusivamente di significato.

 

Ecco che allora che questa può essere un’occasione per riuscire a vedere un poco più a fondo in queste acque basse ma nello stesso tempo talmente profonde da non poter scorgere tra i riflessi verdi e rossi i tesori che nasconde, le cose che la rendono un luogo sacro, primo tra tutti Venezia, certo, ma senza laguna come sarebbe possibile?

 

Il progetto parte da qui, dalla speranza, una volta giunti al termine, di aver imparato qualche cosa di più, aver guadagnato maggior consapevolezza nel godere di un luogo irripetibile, spazio vitale.

 

L’atteggiamento non è di chi osserva per capire; ma di chi osserva per contemplare e lasciarsi trasportare dalle onde per riuscire a vedere come respira questa laguna ed a respirare con lei.