Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Premio miglior tesi di laurea 2017

 

 

 

Marta Bazzotti, Marco Busetti

Topografie urbane pauliste.

Progetto per l’area del Teatro Oficina a São Paulo

 

area tematica: architettura

relatori: Antonella Gallo,

Alvaro Luis Puntoni

 

Il progetto si colloca a São Paulo, nell’area a lato del Teatro Oficina, teatro-strada progettato da Lina Bo Bardi. Un grande vuoto urbano, andatosi a formare nel tempo, frutto della speculazione edilizia.

Nelle macerie e nell’accidentalità lasciate da questa trasformazione urbana, abbiamo cercato di individuare quei segni e quelle tracce che, interpretati, potevano fungere da elementi potenziali per formulare il nostro progetto.

Tra di essi, le murature perimetrali che circondano il lotto, la cui particolarità è che per la gran parte sono formate dalle facciate rimaste in piedi degli edifici demoliti preesistenti, tra cui la prima sinagoga di São Paulo risalente al 1919.

Un’importante proprietà di questo luogo, su cui si è basato il nostro lavoro e su cui ci siamo concentrati molto, è la topografia esistente che si è andata a formare negli anni a seguito degli accumuli e dalle stratificazioni delle macerie.

Come la stessa Lina Bo Bardi immaginava, il Teatro Oficina doveva letteralmente forare le pareti del fondo, aprendolo così a una piazza pubblica che lo andasse a collegare con l’altro lato della strada, verso il cuore della città.

Partendo da questi presupposti, il nostro lavoro è stato quello di fare una rilettura  personale della topografia, andando a rimodellare e compattare le macerie presenti nell’area.

Così facendo, siamo andati a creare uno spazio aperto alla città, il quale accoglie l’ambiente urbano che entra e, cambiando identità, si trasforma in paesaggio e in una sorta di spazio teatrale aperto, come era del resto anche nelle intenzioni del progetto formulato da Lina Bo Bardi.

Il terreno di oggi si modifica dunque per andare a creare un paesaggio urbano caratterizzato dalla flessibilità di utilizzo (rappresentazioni, riti, cortei, manifestazioni popolari ecc), un luogo dove arte, cultura, architettura e la vita urbana quotidiana si fondono e prendono forma. Insieme, creano uno spazio educativo dove il Teatro può trasmettere i principi e i valori, ove le persone vengono chiamate a riscoprire la propria identità.

La scelta è  stata quella di creare un luogo semplice e spoglio, che diventasse un unico spazio per l’azione umana nel quale tutto è teatrale. Questa scelta, peraltro, consente di mantenere il carattere architettonico del Teatro sempre in primo piano, rendendolo protagonista e non andando a prevalere su di esso.

Abbiamo scelto di mantenere le murature perimetrali restanti dalle demolizioni non solo perché per noi è importante recuperare la storia degli edifici che queste rovine rappresentano, ma anche per la memoria del luogo, della storia recente del Paese, un ricordo personale che si mescola, involontariamente, con la memoria collettiva.

Questi frammenti sono l’elemento base che è andato a comporre una scena vissuta; l’ambiente riconoscibile come “urbano” in questo caso assume diverse identità, tra cui quella di spazio teatrale. 

La scelta è stata quella di mantenere le murature per come sono oggi, andando così a  comporre un fondo scenico che richiama l’ordinario, non andando a negare la realtà, ma rendendola visibile.