Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Premio miglior tesi di laurea 2017

 

 

Caterina Barbon, Tommaso Petrosino, Matteo Vianello

Hong Kong new new territories

 

area tematica: architettura

relatore: Aldo Aymonino

correlatore: Marco Ferrari

 

Progettare un villaggio sull’acqua implica compiere una scelta fondamentale: pensare ad un insediamento galleggiante, una flotta di piccole imbarcazioni o un grande transatlantico che tutto contiene, oppure cercare di esportare le ancestrali certezze della stabilità della terraferma in un contesto che le rinnega continuamente.

Se la prima alternativa porta con se il rischio di una deriva, fisica ed ideale, verso l’atomizzazione e l’informale - e dunque verso un sistema fondamentalmente anti-urbano - la seconda evade la fatica di trovare una risposta specifica alla variabile che la caratterizza e che ne rende interessanti le premesse.

 

Se assimiliamo l’acqua ad un territorio sconosciuto - un “Nuovo” Nuovo Territorio, per ricordare lo sviluppo della stessa Hong Kong - destinato ad essere colonizzato, la riflessione si sposta su una questione leggermente diversa, anche se parallela: come addomesticare un luogo inospitale? Quali fondamenta gettare per la fondazione di un insediamento? Quale sviluppo immaginare? Quale complessità? Quale possibile scenario di riferimento per lo sviluppo di Hong Kong?

 

Approcciarsi alla progettazione di un insediamento galleggiante porta con sé il sapore di una nuova frontiera, alla cui selvatichezza il pioniere contrappone il proprio ingegno, impegnandosi a trascrivere - ovvero, "scrivere secondo un diverso sistema grafico" - e tradurre - dal lat. traducĕre "trasportare, trasferire" (comp. di trans "oltre" e ducĕre "portare") pratiche conosciute in soluzioni nuove, in grado di confrontarsi e interagire con contingenze non ancora familiari.

 

La natura indecisa dell'elemento fondativo dell'intero impianto urbano ricalca i passi di questo immaginario: una diga foranea che protegge la baia, un argine che produce energia, una grande vasca di raccolta di acqua potabile e allo stesso tempo una superficie che offre servizi e spazi per la vita comunitaria. Al di sopra di questo complesso elemento, il morbido arco del ponte pedonale mantiene un sottile, ma rassicurante legame con la terraferma, stabilendo un dialogo nuovo con il paesaggio circostante e creando inedite relazioni tra l’isola e l’acqua che ne disegna i margini. La gerarchia che ordina gli elementi che compongono il nuovo villaggio è dettata dal pervasivo confronto tra permanenza e temporaneità.

 

Costruire sull'acqua un insediamento di fondazione porta in primo piano tematiche dell'abitare presenti in modo decisivo negli attuali scenari urbani (temporaneità, flessibilità, spazio limitato), lasciando un grado di libertà decisamente maggiore nell'elaborazione di strategie che mirino a darvi una risposta convincente, mentre "la densità si presta ad essere interpretata e declinata, non solo come dato numerico e statistico, quanto come una preziosa occasione per sviluppare nuove esperienze progettuali di diversa forma, incentrate sulla riscrittura di tali pratiche spontanee.” (Aimini M., Metropoli e densità. Possibili habitat ad Hong Kong, 2014)

 

Le unità galleggianti delle abitazioni sono l'elemento più effimero ed ambivalente del sistema: la struttura modulare consente una facile riconfigurazione degli spazi, l'assenza di forti vincoli permette lo spostamento dei diversi moduli, la costruzione a secco è dettata dalla necessità di una costruzione rapida e semplice, garantendo la reversibilità del processo.

 

All'interno di questo scheletro trovano posto non solo gli alloggi per gli abitanti, progettati per accogliere la quotidianità degli abitanti e per essere da questa conformati, ma anche piccoli spazi commerciali, ristoranti e servizi di vario genere, in una commistione funzionale che riprende gli upstairs shops, fenomeno tipico di Tokyo, ma ampiamente sviluppatosi ad Hong Kong.