L'attenzione che l'Italia pone ai temi della conservazione del patrimonio ci ha indotti a chiederci come affrontino questi temi culture ed economie diverse e lontane come quella cinese. Abbiamo lavorato a Sijing, una cittadina nella periferia di Shanghai la cui fondazione risale all'ultimo periodo della dinastia Qing.

Qui abbiamo analizzato il tessuto storico con diversi strumenti e a diverse scale, sviluppando un progetto di restauro a livello urbano e a livello architettonico.

La situazione che si riscontra è il risultato di una sovrapposizione brutale del nuovo sull'antico, che ha spesso causato la perdita di elementi storici e tradizionali.

Tuttavia, negli ultimi tempi si è sviluppato il desiderio di riscoprire il patrimonio storico e culturale. In seguito al lavoro svolto a Sijing si sono quindi delineate alcune linee guida da seguire per un restauro urbano.

Affrontando il tema più nel dettaglio e alla scala architettonica, ci siamo concentrati successivamente su quattro edifici tradizionali (uno per ciascuno di noi) di cui abbiamo progettato l'adeguamento agli standard di vita moderni, dopo aver operato un restauro conservativo. Attualmente la Cina si trova, quindi, in una fase di transizione sociale e politica, all'interno della quale ritroviamo una tendenza positiva nei confronti della conservazione e della fruizione turistica dei centri urbani. Questa si oppone alla precedente, che, a Sijing, ha nascosto gli edifici storici con l'edificazione di negozi e attrazioni turistiche.