Tavoli di discussione

Tavoli di discussione

Riforma dello Statuto

Piano Strategico

 

 

26 ottobre 2016

 

elenco dei partecipanti
(docenti, personale dirigente e tecnico-amministrativo, studenti)

Fabrizio Antonelli, Caterina Balletti, Elisa Bizzotto, Giovanni Borga,
Maela Bortoluzzi, Agostino Cappelli, Laura Casagrande, Cecilia Gualazzini,
Anna Maria Cremonese, Maria Luisa Frisa, Emilio Meroi, Silvio Nocera,
Massimo Rossetti, Francesca Sardi, Silvia Silvestrini, Sebastiano Trevisani

 

presenzia il tavolo

il rettore, Alberto Ferlenga

 

moderatore: Mauro Marzo

reporting: Enrica Pillon

 

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presentazione del rettore

La natura partecipativa e informale di questa serie di incontri prevede una modalità di confronto basata sull’individuazione dei principali argomenti di discussione direttamente da parte dei presenti tramite un processo interattivo che supera la modalità di intervento isolato concentrando le tematiche ed evitando le ridondanze.

Alla base del confronto vi sono le bozze di Statuto e di piano strategico condivise e in buona parte ormai note, nonché alcuni argomenti correlati che si rende necessario approfondire.

 

Per quanto concerne lo Statuto, si tratta di dare forma al progetto di definizione di quella che da sempre viene considerata una scuola “speciale”. A tale riguardo, il gruppo di lavoro per la revisione della governance e dell’articolazione interna ha esaminato le varie possibilità anche in relazione a quanto messo in atto da altri atenei con caratteristiche simili e approfondendo gli esempi di applicazione ed articolazione della Legge 240/2010 in base a particolari contesti di partenza.

 

L’ipotesi più favorevole fa leva sulle piccole dimensioni dell’ateneo e sul ri-uso delle potenzialità e delle eccellenze esistenti, invece che sulla richiesta di uno stato di eccezionalità che comporterebbe un iter complicato e poco praticabile. Tale seconda possibilità si riferisce allo status di scuola speciale conferito ai sensi della Legge 240/2010 a istituzioni dalle dimensioni molto esigue, che nella maggior parte dei casi non conferiscono direttamente dei titoli, con uno stato eccellente del bilancio e delle forme di specialità diverse da quelle dell’Università Iuav. Il finanziamento annuale ad esse riservato è una porzione speciale del fondo di finanziamento ordinario. Tale opzione, oltre a richiedere dei tempi di applicazione rilevanti, non risulta praticabile dal momento che implica una rischiosa uscita dal fondo di finanziamento ordinario e delle dimensioni talmente ridotte da non corrispondere a quelle dell’ateneo.

Per queste ragioni l’ipotesi avanzata dal gruppo di lavoro riguarda la possibilità di prevedere una forma di governance differente solamente sulla base delle piccole dimensioni. In passato, la Legge 240/2010 è stata applicata all’organizzazione dell’ateneo in maniera identica ai grandi atenei con la conseguente divisione in dipartimenti sulla base della numerosità piuttosto che per coerenze tematiche. L’espressione più evidente della proposta del gruppo di lavoro è rappresentata proprio dall’abolizione dei dipartimenti, o meglio, dalla considerazione dell’ateneo come un unico dipartimento.

 

Tale organizzazione non è da confondere con la formula precedente alla Legge 240/2010 che prevedeva un dipartimento unico esclusivamente dedicato alla ricerca. L’ipotesi oggetto di discussione in questa serie di incontri, invece, fa propria la parte forse più interessante della Legge 240/2010 che riguarda l’unificazione di didattica e ricerca: considerare Iuav un dipartimento unico significa pertanto considerare didattica e ricerca in maniera unitaria. Tale convergenza rende necessario individuare delle modalità di trasferimento di tutte le occasioni di orientamento, discussione e riunione che attualmente risiedono nei dipartimenti.

 

Per quanto riguarda il piano strategico, si tratta di un documento da intendere in senso orizzontale invece che piramidale, in quanto presenta venti operazioni da mettere in atto contemporaneamente. Basandosi sul potenziamento di aspetti già presenti, le venti azioni permettono di mantenere alto il livello di efficienza, lavorando ulteriormente sull’attrattività al fine di procedere verso un vero e proprio cambiamento.

 

Tra i punti inclusi nel piano strategico, riproposti anche nella bozza di Statuto, si segnalano in particolare:

 

- l’importanza della tradizione dell’ateneo in diversi ambiti: tutti i risultati raggiunti e le eccellenze che caratterizzano l’ateneo sono considerati come punto di partenza;

 

- l’urgenza di mettere in campo un potenziamento del dialogo tra le varie discipline quale valore aggiunto che non ne compromette la specificità. Si tratta pertanto di una forma aggiornata di interdisciplinarità sempre più richiesta nell’ambito della ricerca a livello internazionale e che pertanto risulta elemento essenziale anche della formazione.

Mentre tale caratteristica risulta facilmente applicabile per i percorsi internazionali, risulta attualmente complicato applicarla ai classici corsi di studio, sia a causa di retaggi passati sia per dei meccanismi oggettivi, come evidenziano le forti criticità dell’ambito teatro.

È pertanto necessario interrogarsi su quali siano le modalità più appropriate per trasformare quello che attualmente costituisce un elemento di frazionamento in un punto di forza;

 

- la necessità di superare lo snaturamento delle individualità di alcuni corsi legato alla struttura in dipartimenti e alla relativa esigenza di tenere insieme più discipline. La perdita di specificità di alcuni ambiti è stata segnalata in numerose occasioni sia dalle rappresentanze del personale tecnico e amministrativo sia da quelle studentesche, adducendo l’esempio di architettura quale caso evidente di carenza di coordinamento e programmazione concreta.

Al momento ciò che si insegna appare in secondo piano, sia rispetto agli attuali raggruppamenti, sia per gli esiti inefficaci e spesso intraducibili a livello di comunicazione. Risulta fondamentale porre l’attenzione sui corsi di laurea individuando una modalità che permetta di coordinarli attraverso il comitato per la didattica e quello per la ricerca nonché quali siano le rappresentanze e i processi decisionali più appropriati.

 

Le caratteristiche “speciali” dell’ateneo richiedono pertanto uno strumento di azione adeguato che risponda, tra l’altro, alla necessità di avvalersi di strategie veloci e agili anche in termini di organizzazione. Una forma semplificata di governance non corrisponde tuttavia ad un sistema autoritario, nonostante la Legge 240/2010 preveda delle modalità poco partecipate in campo decisionale, soprattutto per quanto riguarda il ruolo dei dipartimenti.

I momenti di confronto tra le varie componenti sono importanti e possibili, come dimostrano gli esiti dei Tavoli di discussione dello scorso autunno i cui temi principali hanno costituito il punto di partenza per il lavoro svolto riguardo al piano strategico e allo Statuto.

Nell’attuale fase di discussione si rende pertanto necessario esaminare in maniera approfondita tutti gli aspetti che si ritengono rilevanti al fine di intraprendere delle scelte che, rispetto al passato, siano il più possibile condivise. È stato inoltre avviato un confronto con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca al fine di verificare se le scelte potenziali sono compatibili e appropriate.

 

Alle bozze di documenti presentati si aggiungerà un piano organizzativo, le cui caratteristiche dipendono molto dalla tipologia di percorso che verrà intrapreso.

Il piano strategico e lo Statuto sono perciò da intendersi come una roadmap fondata su azioni in parte già in atto, da verificare punto per punto, per giungere entro la fine dell’anno alla definizione del tipo di scuola che Iuav intende diventare.

 

 

Al termine dell’intervento del rettore, il tavolo prosegue con una discussione facilitata da Mauro Marzo secondo le modalità già adottate nelle riunioni precedenti.

Ad ogni partecipante è stato chiesto di riportare su dei post-it le proprie osservazioni sul piano strategico, sullo Statuto ed eventualmente su delle questioni trasversali. Una volta raccolti tutti i post-it, questi sono stati aggregati sulla base di cluster tematici e discussi.

 

 

moderatore

Prima di procedere alla discussione degli argomenti risulta interessante notare che:

– gli ambiti individuati inizialmente per la compilazione dei post-it (Statuto, piano strategico e questioni trasversali) si sono sovrapposti e riaggregati;

– le tematiche indicate risultano essere di altro genere rispetto alle questioni sollevate nei precedenti tavoli di discussione, evidenziando così dei nuovi argomenti.

 

Aggregando le varie osservazioni si sono potuti individuare i seguenti temi:

- l’interazione

- la comunicazione

- la didattica e la formazione del personale docente e tecnico amministrativo

 

 

Tema dell’interazione

 

 

moderatore

Un primo tema emergente è quello legato all’interazione: a livello di governance, tra didattica e ricerca, con il sistema dei laboratori, con il sistema bibliotecario e con l’archivio progetti.

 

Casagrande area ricerca, sistema bibliotecario e dei laboratori

Una maggiore interazione risulta essere auspicabile a tutti i livelli a partire dalla definizione delle strategie e della governance. Si tratta pertanto di definire il momento in cui, fin dallo Statuto, è possibile creare una sinergia, un’interazione, una condivisione che viene declinata a tutti i livelli successivi, nel piano strategico e infine a livello operativo.

Tale tema presenta inevitabilmente un legame molto forte con la comunicazione, dal momento che uno degli elementi che appare ostacolare maggiormente la condivisione degli obiettivi, delle strategie e delle priorità risulta essere l’assenza di una comunicazione interna efficace e continua. La percezione è tuttavia quella di un costante miglioramento come dimostrano l’esperienza dei Tavoli dello scorso autunno, la crescente disponibilità di informazioni e documenti, nonché le occasioni per tutte le componenti di poter comunicare ed esprimersi.

Si rende pertanto necessario delineare una struttura snella che consenta di proseguire tale percorso e raggiungere l’efficienza a cui fa riferimento anche l’intervento introduttivo del rettore.

Oltre al rafforzamento del rapporto tra didattica e ricerca appare fondamentale anche intraprendere un percorso di condivisione per quanto riguarda il sistema dei laboratori al fine di poter trarre il massimo dalle opportunità internazionali, nazionali e regionali anche in termini di risorse esterne dal momento che la tipologia di approccio propria dei laboratori viene valutata positivamente.

Il sistema bibliotecario e l’archivio progetti rivestono un ruolo altrettanto importante, anche in riferimento alla valorizzazione dei rapporti con il territorio. Una componente che infatti dovrebbe assumere un ruolo importante è la terza missione, che attualmente risulta un parametro di valutazione dal carattere sperimentale ma che sintetizza tutte caratteristiche della trasversalità.

 

moderatore

Il sostantivo “interazione” riesce a sintetizzare in modo efficace le caratteristiche del percorso che si è intrapreso. Per quanto l’insegnamento di discipline simili che possono essere affrontate da più filiere sia una caratteristica positiva non risulta essere sufficiente: è necessaria la costruzione di un sistema che permetta la costruzione di un rapporto tra azioni differenti che risulti essere più strutturato, più stabile, meno episodico e meno affidato all’iniziativa dei singoli. Tale interazione dovrebbe essere ricondotta a dei luoghi in cui sia possibile renderla palese e narrarla.

 


Meroi docente

Uno degli aspetti che risulta essere definito meno chiaramente è quello che riguarda il sistema dei laboratori. Le sue grandi potenzialità, anche in termini di interdisciplinarità, non sono sufficientemente definite e l’attuale organizzazione appare molto confusa.

 

rettore

Il sistema dei laboratori rappresenta effettivamente un argomento complicato che necessita di ulteriori approfondimenti e le cui potenzialità non sono state ancora del tutto messe in campo. Per quanto precedentemente detto riguardo all’integrazione tra didattica e ricerca, risulta evidente che tali strutture si debbano occupare di entrambi gli ambiti nonché delle attività conto terzi.

Nel corso di quest’ultimo anno, altre esperienze di riorganizzazione hanno dato risultati brillanti, come i master e la scuola di dottorato. Da un lato la possibilità di introdurre un sistema di coordinamento potrebbe moltiplicarne il potenziale nell’ambito della gestione di progetti complessivi, dall’altro una forma di frazionamento con una conseguente maggiore relazione con i corsi di studio che ne possono prevedere l’utilizzo potrebbe dare esiti interessanti. Si rende pertanto importante individuare delle modalità che consentano di valorizzare le potenzialità, mettendo in risalto le specificità nei vari ambiti.

Risulta evidente la necessità di una maggiore interazione, pur nell’ambito del rispetto degli ottimi risultati conseguiti in autonomia. L’idea potrebbe essere quella di lavorare secondo un sistema nel quale le strutture stabiliscono una loro autonomia, pur interagendo, e riescono trasferire i risultati all’intero ateneo. A tale riguardo l’organizzazione della scuola di dottorato è un esempio concreto di come una struttura autonoma possa funzionare in maniera efficace mentre la collocazione nei dipartimenti non aveva avuto i medesimi esiti.

 

moderatore

La scuola di dottorato, menzionata come ambito della ricerca da Laura Casagrande in precedenza, rappresenta proprio il caso di una struttura estremamente permeabile che include sia l’ambito della didattica, trattandosi del terzo livello dell’insegnamento, sia quello della ricerca, essendo essa luogo privilegiato di formazione alla ricerca.

 

Rettore

Proprio in base alle caratteristiche della scuola è auspicabile che le figure che ne fanno parte, in particolare i dottorandi, siano coinvolte maggiormente nelle attività didattiche.

 

Frisa docente

Per quanto riguarda i corsi dell’ambito moda, il dottorato ha avuto un ruolo fondamentale, sia per la crescita qualitativa del corso, sia per l’immagine dell’ateneo verso l’esterno. Basti pensare che in una recente occasione di confronto con Christopher Breward, principal dell’Edinburgh College of Art, è emersa l’eccezionalità delle modalità di organizzazione della parte laboratoriale dei corsi che possono diventare un’interessante opportunità di formazione anche per i colleghi internazionali. Grazie al coinvolgimento di professionisti esterni, le attività sono rese più fluide, sempre al passo con le necessità di formazione mutevoli della contemporaneità.

 

moderatore

Le parole chiave dunque risultano essere fluidità e permeabilità delle strutture, nonché interazione e capacità di far interagire ambiti diversi nel rispetto delle specificità. Uno dei momenti in cui i laboratori hanno funzionato al meglio è quando si sono trovati a collaborare per delle commesse esterne rilevanti, uno dei momenti in cui la scuola di dottorato è riuscita ad esprimere in maniera più efficace la propria forza in ambito internazionale è quando si sono organizzati dei convegni che consentivano l’interazione dei vari percorsi.

Il sistema dei laboratori potrebbe pertanto immaginare di riunirsi intorno a determinati temi e organizzare delle occasioni, anche internazionali, per presentare, valorizzandoli, i risultati delle attività svolte.

Un’ulteriore declinazione del tema oggetto di questa parte della discussione è il trade off tra didattica ricerca: la necessità di costruire dei percorsi dalla didattica alla ricerca ma anche viceversa.

 

Borga docente

L’argomento del trade off tra ricerca e didattica è spesso inteso in maniera unidirezionale. Tuttavia, l’esperienza diretta anche in ambito di spin off, dimostra non solo che il prodotto della ricerca può diventare materia di studio, ma anche che le attività condotte con gli studenti possono rappresentare delle occasioni per la ricerca.

La struttura dello spin off è stata proprio pensata come un luogo nel quale potessero convergere i dottorandi e gli studenti, in una realtà che si immette comunque nel mercato. Tali ibridazioni rappresentano una grande opportunità che sarebbe auspicabile valorizzare.

 

Rettore

Il tema degli spin off sarà oggetto certamente di ulteriore approfondimento anche in considerazione del piano nazionale Industry 4.0, che insisterà molto sull’argomento. Sulla base di esperienze analoghe realizzate da altri atenei, l’interazione tra didattica e ricerca potrebbe avvenire anche tramite dei bandi che consentono agli studenti di accedere a delle attività di affiancamento alla ricerca tramite un percorso parallelo che ambisce a mostrare le potenzialità dei possibili scenari professionali.

 

moderatore

Delle simili opportunità consentirebbero da un lato una proiezione verso il terzo livello di formazione, dall’altro un’apertura verso il mondo del lavoro e dovrebbero pertanto risaltare nel processo di comunicazione di ciò che viene offerto dall’ateneo. Proprio nella parte culminante del percorso di studi si offre la possibilità di interagire con il sistema dei laboratori o di creare delle relazioni con il settore dell’industria.

All’interno del macro argomento dell’interazione si segnala un’ulteriore versione, rappresentata dall’importanza di valorizzare l’apporto tecnico rafforzando la condivisione tra la componente docente e quella amministrativa del personale.

 

Sardi archivio progetti

Un fattore di cui si avverte la mancanza è l’interazione: sia in termini di legami che consentano una maggiore valorizzazione e conoscenza delle attività dell’ateneo sia di relazioni anche con la città.

È auspicabile che si rafforzino la condivisione e la partecipazione, nonché la conoscenza del percorso che si sta intraprendendo, in modalità semplici, agili e dirette.

Per quanto riguarda l’esperienza personale nell’ambito dell’archivio progetti, si segnala la necessità di una valorizzazione delle attività, magari organizzando delle giornate nelle quali tutte le componenti hanno l’opportunità di riunirsi intorno ad un tema, condividendo le prospettive, facendo così emergere la ricchezza dell’università.

 

Rettore

Per quanto riguarda l’archivio progetti, il suo ruolo risulta più evidente in alcuni momenti, come ad esempio in occasione delle due mostre organizzate nell’ambito delle celebrazioni del novantesimo. Nel caso si preveda una tale apertura, con il conseguente maggiore coinvolgimento, potrebbe essere necessario considerare una revisione della governance specifica. Nell’attuale bozza di Statuto il comitato per la ricerca e quello per la didattica sono le strutture che assicurano e programmano la relazione tra didattica e ricerca: risulta importante definire la presenza di strutture come l’archivio progetti, la scuola di dottorato, non tanto in termini di fusione ma piuttosto tramite forme di collaborazione nei settori comuni di discussione. Nell’ambito della comunicazione interna, invece, è chiaro che si tratta di un aspetto critico che necessita di un ulteriore approfondimento.

 

Sardi archivio progetti

Un ulteriore aspetto che spesso viene sottovalutato è l’importanza della fonte che in alcuni casi passa in secondo piano rispetto a ciò che appare e che può essere comunicato tramite i mezzi informatici. La valorizzazione di tale caratteristica, sulla quale si investe molto tempo e cura, può risultare rilevante non solo per le componenti dell’ateneo ma anche nell’ambito delle relazioni con il territorio.

 

Rettore

Oltre all’accuratezza delle fonti, un aspetto dell’attività dell’archivio progetti che viene particolarmente apprezzato dall’esterno è la capacità di far vivere il documento, caratteristica che alcune strutture note di dimensioni più rilevanti non sono in grado di mettere in campo. Proprio per tale motivo, ad un incremento delle richieste e delle acquisizioni corrisponde anche una difficoltà delle strutture gestionali.

 

Casagrande area ricerca, sistema bibliotecario e dei laboratori

Per quanto concerne la valorizzazione della comunicazione interna, il servizio bibliotecario offre un esempio di come sia possibile potenziarla tramite un’attività regolare e continuativa. Grazie al contatto diretto con il responsabile del corso di studio, si organizzano presentazioni e visite mirate per gli studenti che vengono così coinvolti. Tale esperienza ha avuto un effetto moltiplicatore con un incremento del numero di richieste da parte dei docenti. L’archivio progetti, pur non avendo la stessa disponibilità della biblioteca ad ospitare un numero elevato di persone, offre l’opportunità di consultare online buona parte del suo patrimonio, che è stato digitalizzato.

 

Rettore

Un elemento interessante è che alcune strutture dell’ateneo sono nate con una valenza interna e si sono conquistate una riconoscibilità forte all’esterno nel corso del tempo. Tale caratteristica costituisce un importante valore aggiunto, che implica anche delle scelte a livello gestionale, come nel caso della biblioteca, dell’archivio progetti, della scuola di dottorato.

 

moderatore

Le modalità di presentazione della biblioteca, o simili, potrebbero essere utilizzate anche dall’archivio progetti rivolgendosi agli studenti di livelli di formazione più alti.

 

Frisa docente

In accordo con l’intervento del rettore, si sottolinea la rilevanza dell’archivio progetti anche nell’ambito di una più ampia discussione sul tema dell’archivio inteso come luogo della conservazione. È pertanto opportuno individuare delle modalità che portino ad una maggiore conoscenza in relazione alla necessità dell’ateneo di affermarsi come luogo di grandi eccellenze. La biblioteca, l’archivio progetti, i corsi laboratoriali sono esempi di elementi di grande forza attrattiva che è necessario utilizzare al meglio.

 

 

Tema della didattica, della formazione dei docenti
e del personale tecnico e amministrativo

 

 

moderatore

Il tema della condivisione sollevato durante la discussione del punto precedente apre un ulteriore argomento che riguarda l’interazione dei percorsi formativi con le esigenze della società contemporanea, anche tramite la conoscenza della lingua inglese, a tutti i livelli. Una seconda questione riguarda il fatto che la formazione non coinvolge solamente gli studenti ma anche il personale docente e tecnico amministrativo.

 

Bizzotto docente

Dall’esperienza diretta di insegnamento della lingua inglese nel triennio si rileva la necessità di coordinare il percorso riguardo a tale disciplina attraverso:

- la creazione di percorsi comuni che rispondano ai diversi livelli di partenza

- innalzando al B2 il livello che l’ateneo garantisce agli studenti, allineandosi ad altri atenei e dando così maggiori possibilità di rispondere ai requisiti richiesti per l’ingresso ai corsi di dottorato

- una programmazione condivisa tra percorso triennale e magistrale

- la possibilità di redigere delle tesi in lingua inglese, pur comprendendo le questioni che potrebbe porre in termini di composizione delle commissioni di laurea.

Tali aspetti andrebbero approfonditi e valutati in quanto parte degli elementi che rafforzano l’attrattività dell’ateneo.

 

moderatore

Il tema della lingua inglese è certamente rilevante ed è stato oggetto di discussione sia in occasione dei tavoli dello scorso anno sia nell’ambito dei lavori della commissione didattica. Oltre alle questioni sollevate dall’intervento della prof.ssa Elisa Bizzotto, si rende necessario approfondire la questione della formazione del personale docente all’insegnamento in lingua inglese.

Un elemento legato all’attrattività e rilevante in termini di aumento del numero di iscritti all’ateneo, riguarda il rapporto tra quantità e qualità.

 

Frisa docente

Tale argomento ha una particolare rilevanza per l’ambito moda: da quando è stato aumentato il numero degli iscritti, è risultata evidente la difficoltà dei docenti a mantenere alta la qualità dei corsi. In particolare per i corsi laboratoriali il numero degli iscritti evidenzia un problema importante di spazio. Nonostante ciò, si segnala lo straordinario impatto del trasferimento a Venezia soprattutto per quanto concerne le relazioni tra gli studenti.

 

Rettore

Il rapporto tra quantità e qualità è certamente un argomento importante di riflessione per l’attrattività. Le possibilità dell’ateneo di essere sostenibili passano anche per il numero degli studenti, ma ciò non può mettere a rischio la qualità dell’insegnamento. Tale osservazione si collega alla questione del reclutamento, negli ultimi anni basato principalmente sulle opportunità date dai piani straordinari, e a sua volta correlato alla disponibilità finanziaria.

A tale riguardo, escludendo un incremento del numero degli iscritti, è indispensabile ragionare sull’aumento del fondo di finanziamento ordinario, ovvero sulle quote premiali legate alla ricerca e alla gestione del patrimonio immobiliare.

 

Frisa docente

A tale riguardo anche la questione degli spazi risulta rilevante. Nel presente contesto di confronto, evidenziare delle criticità dovrebbe poter consentire di individuare le soluzioni più adeguate a superarle.

 

Rettore

Pur disponendo di un patrimonio immobiliare rilevante, l’ateneo si ritrova a dover affrontare la carenza di spazi.

Questa questione si collega direttamente a quella dell’organizzazione in dipartimenti che non favorisce la razionalizzazione del loro utilizzo ma li moltiplica, aumentando il numero di sedi nonché di corsi di laurea.

 

 

Tema della comunicazione

 

 

moderatore

Quanto emerso finora può convergere nel tema della comunicazione.

Nonostante nel corso dell’ultimo anno sia aumentato il livello di conoscenza interno, sia tra i docenti sia per quanto riguarda le strutture, si rende necessario raccontare in maniera più efficace l’ateneo e le sue eccellenze, far conoscere maggiormente quali sono le strutture a supporto della didattica e della ricerca.
Si tratta di un piano di lavoro ampio che riesce a riunire diverse questioni.

 

Tra le questioni sollevate si segnalano le seguenti necessità:

- costruire un nuovo rapporto di comunicazione tra docenti e personale tecnico e amministrativo

- riflettere sull’attualità degli strumenti di comunicazione: tradizionali (supporto cartaceo, sito web) e contemporanei (social network, reti tecnologiche)

- definire degli strumenti più efficaci a comunicare l’offerta formativa

- risolvere le criticità della comunicazione interna

 

Silvestrini servizio comunicazione e immagine

Il punto 5 del piano strategico fa riferimento in maniera esplicita alla comunicazione che risulta essere trasversale a tutti gli altri temi. È perciò auspicabile definire maggiormente il ruolo del servizio che si occupa di questo settore.

La criticità nell’ambito della comunicazione è un aspetto evidente; il servizio stesso si trova spesso in difficoltà, forse a causa della mancanza di un senso di appartenenza e di comunità, di una volontà di collaborazione e condivisione che renderebbe le relazioni e i processi più semplici ed efficaci. La definizione delle modalità risultano complicate, vi sono numerosi segnali di frammentazione e scarsa unitarietà che rendono complicata la realizzazione dei progetti, come quello in corso sull’editoria.

Per quanto riguarda gli strumenti tecnologicamente avanzati, come i social network, si tratta di mezzi che vengono spesso nominati ma senza una vera e propria conoscenza del loro utilizzo. Ad esempio, ad eccezione dell’ambito moda, molte pagine Facebook manifestano una carenza di aggiornamento e di selezione dei contenuti dovuta anche alla mancanza di una formazione adeguata in questo ambito.

Ulteriori temi che sarebbe importante poter approfondire riguardano la realizzazione di video, la traduzione in lingua inglese dei contenuti del sito che dovrebbe potersi avvalere di un riferimento costante e di qualità.

 

Rettore

In settori trasversali come quello della comunicazione diventa ancora più importante predisporre un piano di azioni che detti le priorità, pur procedendo con la gestione dell’ordinario.

 

Silvestrini servizio comunicazione e immagine

Continuando con le riflessioni sull’attrattività, risulta importante considerare anche la qualità degli strumenti che si scelgono: la guida amministrativa rivolta agli studenti, che dovrebbe essere la principale fonte di informazioni viene utilizzata pochissimo.

Ciò dimostra che forse la forma cartacea è superata e che la creazione di una app in sua sostituzione potrebbe rappresentare una soluzione.

Si tratta di un tema molto pratico, per il quale al momento non vi sono risorse interne capaci di rispondere.

 

Frisa docente

La comunicazione interna è effettivamente molto carente in parte anche a causa di alcune cattive abitudini individuali per cui non si cercano le informazioni. Sarebbe dunque importante costruire delle buone prassi attraverso una formazione specifica a riguardo.

Per quanto riguarda i social network, l’ateneo dispone dei migliori user, gli studenti, che potrebbero essere responsabilizzati in materia e ai quali è possibile affidare dei compiti.

Il termine “ri-uso” utilizzato dal rettore nell’introduzione alla riunione odierna risulta appropriato: l’ateneo ha al proprio interno numerose risorse che però non vengono utilizzate come si potrebbe.

 

moderatore

In passato, le stridenti competizioni tra dipartimenti sono confluite, diventando tangibili, nel servizio comunicazione e immagine che ha conseguentemente attraversato un periodo di grande difficoltà registrando le tensioni della componente docente. Forse qualcosa non stava funzionando nella struttura organizzativa, eppure il servizio comunicazione immagine si è trovato a fare da filtro a delle questioni “altre”.

Basti pensare ai nomi dei dipartimenti che si presentavano con titoli intraducibili con tutte le relative conseguenze in termini di comunicazione, per quanto occorre tenere presente che si è trattato di scelte dettate dalla necessità di adeguarsi in tempi assai contratti alla legge 240/2010.

Le osservazioni positive pervenute recentemente in merito al sito web rendono merito alle caratteristiche di chiarezza e semplicità che lo distinguono.

Per quanto riguarda i social network, la commissione didattica ha cercato di spiegarne l’importanza, con il conseguimento di buoni risultati, come risulta evidente nel caso rappresentato dal caso del dipartimento di Architettura Costruzione Conservazione.

Tali esiti positivi ricordano che l’input al cambiamento e al miglioramento della parte riguardante la comunicazione può certamente arrivare anche dalla componente docente, come dimostra il caso del settore Moda.

 

 

altri temi

 

Terza missione

 

 

Rossetti docente

In considerazione della forma di riorganizzazione generale, si rileva che mentre per la didattica e la ricerca l’ateneo si sta organizzando nella maniera quanto più sistematica possibile, per la terza missione si fa maggiore affidamento a delle iniziative individuali.

Dalla bozza di Statuto sembra che i due comitati si dovrebbero occupare di tale ambito in maniera trasversale, tuttavia è forse auspicabile che si individui una commissione o comunque una forma più strutturata dedicata alla terza missione.

 

Rettore

In questo ambito risulta importante fare riferimento alla Fondazione Iuav.
Tale organismo poco noto all’interno dell’ateneo ha attraversato un periodo di difficoltà legato alla complessa questione dei Crociferi e a dicembre chiuderà l’attuale governance con il rinnovo del presidente e del consiglio di amministrazione.

In genere i compiti delle fondazioni includono anche la terza missione e talvolta si spingono fino alla gestione di master, programmi internazionali di ricerca; per la loro struttura agile tra pubblico e privato si prestano con facilità alla gestione delle relazioni con l’esterno rinsaldando i rapporti con il territorio.

Il primo passo sarà quello di verificare se si voglia o meno mantenere la Fondazione Iuav e in caso positivo, questa potrebbe gestire il terzo livello, insieme ai master, anche al fine di non appesantire la bozza di organizzazione semplice che sta alla base dei documenti condivisi.

 

Rossetti docente

Mentre in passato le aziende andavano a caccia di teste, ora paiono essere alla ricerca di bandi: dei consulenti esterni setacciano l’offerta nazionale e internazionale per individuare delle opportunità di ricerca. Il servizio di ateneo che monitora i bandi potrebbe cogliere l’occasione per mettersi in contatto con le aziende e promuovere delle forme di collaborazione.

 

Rettore

Si tratta di un servizio verso l’esterno sicuramente interessante che al momento difficilmente potrà essere garantito dal servizio ricerca in considerazione delle attuali criticità in termini di numerosità di incarichi e carenza di personale.

 

moderatore

La terza missione costituisce anche un parametro di valutazione.

 

 

Ambiente, territorio, sostenibilità

 

Trevisani docente

Si rileva positivamente la presenza dei temi dell’ambiente, del territorio e della sostenibilità tra le linee strategiche proposte dalla bozza di piano, tuttavia risulta preoccupante la tendenza ad affrontare tali argomenti senza il coinvolgimento delle competenze tecniche e scientifiche necessarie. Tali importanti tematiche devono essere affrontate tramite l’interazione tra le diverse discipline altrimenti risulta complicato risultare competitivi.

 

Rettore

Per discipline come architettura risulta impensabile progettare dei percorsi senza affrontare le questioni, come ad esempio il tema ambientale o i processi partecipativi, come tema comune. Si rende necessario trovare delle soluzioni di sintesi che rendano competitivo ciò che si propone.

 

Trevisani docente

Si deve chiarire se l’individuazione di risorse interne disponibili, ed eventualmente di quelle esterne, debba essere lasciata ai singoli individui o se è invece possibile organizzarla, incentivarla.

 

Rettore

A livello di risorse interne è opportuno definire gli obiettivi dei corsi in modo tale da individuare dei temi comuni che si ritiene debbano essere affrontati perché rilevanti. Per quanto riguarda le risorse esterne, si tratta di un argomento legato al reclutamento che è a sua volta correlato sia al tema delle finanze sia a quello del coinvolgimento di competenze non legate all’ambito accademico, al momento penalizzanti per quanto riguarda il sistema.

Le specificità dell’ateneo devono essere salvaguardate ma vi sono degli appesantimenti che non è necessario tenere in considerazione.