Tavoli di discussione

Tavoli di discussione

Riforma dello Statuto

Piano Strategico

 

 

19 ottobre 2016

 

elenco dei partecipanti
(docenti, personale dirigente e tecnico-amministrativo, studenti)

Maela Bortoluzzi, Tiziana Brasa, Fiorella Bulegato, Agostino Cappelli, Isthar Costa, Anna Maria Cremonese, Fernanda De Maio, Viviana Ferrario, Esther Giani, Carmelo Marabello, Giovanna Marconi, Mauro Marzo, Emilio Meroi, Patrizia Montini, Rosaria Murabito, Barbara Pasa, Giuseppe Piperata, Micol Roversi Monaco, Alessandra Simonini, Maria Chiara Tosi, Camillo Trevisan, Marina Turchetto

 

presenzia il tavolo

il rettore, Alberto Ferlenga

 

moderatore: Francesca Gelli

reporting: Enrica Pillon

 

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presentazione del rettore

Con questa serie di riunioni ci si propone di discutere in modo libero la bozza di alcuni documenti nati nell’ambito della condivisione di idee avvenuta, con le medesime modalità, durante lo scorso autunno. Nonostante l’argomentazione sia in corso anche nelle sedi istituzionali, i Tavoli si propongono come luogo nel quale le rappresentanze di tutte le componenti dell’ateneo possono confrontarsi senza limiti di appartenenza, nella forma più intrecciata possibile.

 

Per quanto concerne il piano strategico, si tratta di dare sostanza, cercando di trovare la struttura più consona, ad una caratteristica che da sempre descrive e contraddistingue l’ateneo, la sua eccezionalità.

Il documento si basa sulla disamina dello stato attuale, dalla quale risulta evidente anche il processo di cambiamento già avviato, per arrivare alla definizione di 20 punti complementari, 20 azioni che possono essere innestate su altre in corso.

Iuav è un ateneo “speciale” innanzitutto per le sue dimensioni: è l’università più piccola d’Italia e ciò consente di condurre delle riflessioni sulla semplificazione della struttura decisionale.

 

Il gruppo di lavoro sulla revisione dello Statuto ha esaminato le varie possibilità, analizzando il panorama nazionale e verificando come la Legge sia stata applicata in strutture simili a Iuav. La bozza dello Statuto che ha prodotto riporta quindi le opzioni possibili, che vanno discusse e verificate.

Tra le alternative considerate, quella prevista dalla Legge 240/2010 che consente una governance particolare per le scuole speciali. Tale percorso risulta essere particolarmente difficile per Iuav in quanto fa riferimento a realtà che oltre ad essere dieci volte più piccole, si collocano al di fuori dell’FFO e si appoggiano ad altri atenei per poter rilasciare dei titoli.

Le dimensioni dell’ateneo influiscono anche sull’applicazione della Legge 240/2010 a livello di organizzazione interna: la frammentazione in dipartimenti ha creato delle strutture disomogenee ed impermeabili che non sono mai arrivate a delle forme di riconoscimento reciproco che consentissero dei processi di intreccio e di incrocio delle attività. La ripartizione in dipartimenti, pensata per degli atenei di più grandi dimensioni, crea delle criticità di ordine procedurale in quanto moltiplicano i processi che gli uffici amministrativi si ritrovano a gestire, rallentandoli.

 

Per tali motivi, dunque, l’idea è quella di essere speciali dentro all’ordinario, di dare sostanza alla specificità dell’ateneo sulla base di quelle caratteristiche già presenti che hanno delle potenzialità per il futuro. Uno degli elementi di partenza è la multidisciplinarità: la possibilità di lavorare sull’incrocio di discipline, ripartendo dai temi. Tale percorso, che ha una notevole ripercussione anche a livello internazionale, è ancora praticato poco e quando lo è, le resistenze che si incontrano sono notevoli.

Da un lato l’ambito di teatro è un esempio di un’area che fatica a lavorare al pieno delle sue potenzialità, dall’altro i clusterlab di ateneo si propongono come strutture agili e trasversali che risultano particolarmente attrattive per l’esterno.

 

L’ateneo sta inoltre affrontando delle criticità a livello economico, una condizione di difficoltà sulla quale si può intervenire:

- aumentando il numero degli iscritti: la soglia dei 5.000, dalla quale non si è molto lontani, consentirebbe un recupero che andrebbe peraltro ad agire sia sull’FFO, sia sulle tasse e quindi sugli introiti;

- rafforzando la quota premiale dell’FFO che, anche se in crescita, risulta essere al momento esigua. Il processo in questo ambito è complesso e prevede necessariamente una maggiore partecipazione da parte della componente docente.

La ricerca è certamente un tema sul quale è possibile investire, tuttavia a maggiori successi corrisponde anche una maggiore difficoltà dal punto di vista amministrativo perché la gestione grava su un servizio in difficoltà per numero di risorse umane dedicate. L’ambito master rappresenta, invece, un esempio di come la semplificazione della struttura e la definizione di un’offerta differente portino in un breve periodo a risultati estremamente incoraggianti.

 

Si rende pertanto necessario definire un progetto culturale che descriva chiaramente in cosa consiste la specificità dell’ateneo, oltre alla sua dimensione. Tale progetto deve anche essere comunicato in maniera chiara a partire dalla nomenclatura di corsi e dipartimenti ed in particolare ciò che si insegna deve poter essere immediatamente comprensibile. L’esempio di architettura, da sempre caratteristica portante dell’ateneo, evidenzia come l’impossibilità di definire in maniera unitaria un ambito renda complicato stabilire delle politiche di reclutamento sensate.

 

Sono presenti comunque degli incoraggianti segnali di cambiamento, come peraltro dimostra la recente sottoscrizione del protocollo d’intesa per la creazione di uno dei competence centre previsti dal piano nazionale industria 4.0. Tale progetto non prevedeva la partecipazione del Veneto in fase iniziale ma grazie alla collaborazione tra le università del Veneto, insieme ad altre quattro del Nord-est, si è giunti alla sottoscrizione del protocollo d’intesa che porterà l’attenzione su dottorati, attività di ricerca e start up promuovendo i processi di innovazione a livello territoriale, soprattutto in ambito digitale. In tale processo di interazione con il tessuto imprenditoriale le università assumono un ruolo centrale.

 

Il senso del piano e degli altri documenti presentati è positivo e propositivo: redigendoli e verificando molti dati che, seppur ancora disaggregati e non definitivi, rappresentano un trend incoraggiante, è evidente la possibilità per questo ateneo di recuperare il suo ruolo.  

 

 

Al termine dell’intervento del rettore, il tavolo prosegue con una discussione facilitata da Francesca Gelli, attraverso l’approfondimento delle principali questioni segnalate direttamente dai partecipanti.

Ad ognuno è stato chiesto di riportare su dei post-it le proprie osservazioni sul piano strategico, sullo Statuto e osservazioni ed eventualmente su delle questioni trasversali. Una volta raccolti tutti i post-it, questi sono stati aggregati sulla base di cluster tematici e discussi.

 

 

Tema della semplificazione

 

moderatore

Un primo tema emergente è quello legato alla macchina organizzativa.
Da un lato risulta connesso al piano organizzativo ed in particolare ai servizi alla didattica, dall’altro invece si associa alla gestione degli uffici amministrativi, alla distribuzione delle risorse umane e al coinvolgimento della componente amministrativa nei processi decisionali.

 

Brasa area finanza e risorse umane

Attualmente la distribuzione delle risorse umane non risulta essere efficace: alcuni servizi, sovraccaricati di incarichi, si trovano in una grave carenza di personale mentre in altri casi il personale non sembra essere collocato nell’area più idonea alla propria età e formazione. Si segnala inoltre che la preparazione del personale tecnico e amministrativo non risulta sempre adeguata agli strumenti, in particolare digitali, adottati dall’ateneo.

In passato Iuav era conosciuto come l’ateneo più valido a livello nazionale, in particolare per il settore architettura, mentre oggi tale ambito si presenta frammentato, senza una vera e propria struttura riconoscibile.
Tale situazione è dovuta in buona parte all’incapacità di comunicare in maniera chiara sia verso l’interno che verso l’esterno.

Perché tutte le componenti costituiscano parte attiva nel percorso di cambiamento intrapreso dall’ateneo, è inoltre necessario costruire un senso di appartenenza che sembra essere ancora debole.

 

Murabito area didattica e servizi agli studenti

Il personale tecnico e amministrativo è disponibile e preparato a condividere il percorso di cambiamento dell’ateneo ma si rende necessaria una migliore comunicazione interna ed una maggiore interazione con la componente docente. Considerati i diversi contesti formativi di provenienza si auspica inoltre un investimento sulla formazione e la creazione di nicchie di front office che garantiscano un flusso di informazioni chiare agli utenti. Aumentare la qualità dei servizi, assistendo in maniera efficace gli studenti durante il loro percorso accademico e oltre, consente di costruire delle relazioni positive che si traducono in un miglioramento complessivo dell’immagine dell’ateneo.

 

Marabello docente

Le macchine organizzative servono a degli scopi e devono riflettere tali obiettivi: l’università non può essere tutto, non può fare tutto per un problema di volume e di classe dimensionale. Ad esempio, per quanto riguarda la ricerca, è necessario riflettere sulla possibilità di investire in quell’ambito attraverso la mobilità internazionale, le traduzioni in lingua, il monitoraggio degli assegni di ricerca.

È fondamentale decidere quali sono gli scopi entro i quali l’ateneo intende muoversi, avendo a disposizione dei dati solidi, un flusso chiaro, che permetta alla macchina organizzativa di fornire delle indicazioni concrete su ciò che è possibile o non è possibile fare. Si rende inoltre necessario velocizzare il processo informatico interno che risulta essere lento.

 

moderatore

Per quanto concerne il personale tecnico e amministrativo risulta dunque implicita una domanda sul più adeguato collocamento delle risorse umane e si richiede inoltre una maggiore attenzione alla formazione al fine di aumentare il livello di performance e la qualità del lavoro. L’eccessiva compartimentazione crea delle difficoltà nella gestione dei processi per una mancanza di efficacia della comunicazione interna.

Più in generale la macchina amministrativa risulta essere in proprio, per la carenza di un senso di appartenenza.

Si nota altresì l’importanza del legame tra la struttura organizzativa e la definizione di scopi e di strategie: solo se questi ultimi sono delineati e condivisi è possibile fare chiarezza sulla macchina organizzativa.

 

Rettore

I documenti condivisi effettivamente non ne includono uno in merito alla riorganizzazione. Tuttavia, proprio perché si tratta di bozze, tali documenti mettono in campo delle possibilità, sono aperti alla modifica e alla revisione. Il processo decisionale di definizione delle azioni da intraprendere è in corso: se da un lato si stanno vagliando tutte le linee possibili, dall’altro risulta evidente che parte della struttura organizzativa è rimasta ancorata ad una precedente configurazione.
Tra gli aspetti che sicuramente è necessario riconsiderare vi è la comunicazione interna, mentre per quanto riguarda la comunicazione verso l’esterno sono stati fatti alcuni passi, almeno per quanto riguarda la dimensione locale e regionale.

 

 

Tema del reclutamento

 

moderatore

Il tema del reclutamento è stato associato al piano strategico ed esprime da un lato la necessità di far fronte alla domanda sempre maggiore per le aree in crescita, dall’altro la volontà di trovare delle soluzioni per la situazione dei ricercatori a tempo determinato che rappresentano una risorsa importante e formata. Si tratta di un tema di discussione complesso ma che risulta importante affrontare.

 

Tosi docente

Dalle bozze condivise in merito alla proposta per lo Statuto di ateneo non risulta chiaro quale sia il luogo preposto alla decisioni in merito al reclutamento, se si tratti di un compito del comitato per la didattica o di quello per la ricerca.
Non appare inoltre evidente se le decisioni a tale riguardo confluiscano nel senato accademico.
Un’altra questione riguarda chi prende le decisioni, se i docenti associati prendano le decisioni in merito agli ordinari o se ciò avvenga con altri meccanismi.

 

Marabello docente

La Legge 240/2010 ha certamente comportato una forma decisionale in merito al reclutamento poco chiara. Tuttavia vi è una questione di fondo che è legata al trend, alle tendenze, invece che ai dati. Rispetto alle domande ricevute, l’ateneo può accettare solo un numero limitato di studenti e ciò deriva dall’assenza di un numero sufficiente di docenti, che andrà peraltro progressivamente diminuendo. Si tratta di un problema di investimento strategico che compromette anche la credibilità dell’ateneo.

Si aggiunge un’osservazione retrospettiva: cominciando il percorso all’Università Iuav nel 2010, l’impressione è stata quella che non si fosse colta l’opportunità di rinnovare il corpo docente. Ora il ripopolamento è in capo ai giovani ricercatori ma risulta importante anche individuare le aree sulle quali si intende investire in modo tale da rendere possibile un ragionamento più concreto sul reclutamento.

 

Marconi docente

Nel piano strategico ci si aspetterebbe di trovare degli scenari più concreti, soprattutto in termini di prospettive, per quanto concerne la situazione dei ricercatori a tempo determinato.
Un piano più concreto dovrebbe includere sia delle linee tematiche, sia dei settori scientifico-disciplinari definiti in considerazione dei pensionamenti e delle carenze evidenti in alcuni settori. Al pari del prospetto in merito ai pensionamenti che è stato reso noto, è auspicabile poter disporre di un piano dei reclutamenti che consenta di costruire una prospettiva.

 

Pasa docente

Sarebbe auspicabile che la discussione includesse i criteri sui quali si deve basare il reclutamento: è necessario capire come orientarsi, se considerare il coinvolgimento in progetti europei ed in partenariati più o meno ampi, la didattica, i prodotti della ricerca.
Se un obiettivo è lo sviluppo della ricerca, risulta fondamentale chiarire il peso che si dà ai prodotti delle attività di ricerca.

 

moderatore

Il tema del reclutamento coinvolge solamente la componente dei docenti e dei ricercatori?

 

Murabito area didattica e servizi agli studenti

Il tema del reclutamento coinvolge certamente anche il personale tecnico e amministrativo ma se il piano organizzativo non è chiaro, risulta complicato poter fare degli scenari in merito.

 

Rettore

Per quanto riguarda le risorse è necessario fare il massimo con ciò che si ha a disposizione, come molte altre realtà in questo periodo. In particolare, in merito alla questione dei ricercatori a tempo determinato, sono stati fissati dei criteri. La situazione è aggravata anche per la numerosità dei casi critici e dei contratti in scadenza, al contrario di quanto invece si sostiene in merito alla mancata opportunità riguardo al rinnovamento del corpo docente.

Il tema delle prospettive invece è un tema di ordine decisionale e dipende non solo da chi decide ma anche dalla visione delle cose che si ha. Ciò che oggi è di responsabilità dei dipartimenti, potrebbe ricadere sui corsi di studio, sulla conferenza di ateneo, ma in ogni caso la Legge 240/2010 impone che siano il senato accademico ed il consiglio di amministrazione a prendere delle decisioni in merito, in alcuni casi anche con delle grandi resistenze.

 

Cappelli docente, gruppo di lavoro Statuto

Dalle osservazioni sollevate, si rende certamente necessario chiarire ulteriormente quale sia il luogo preposto alla decisioni e anche il ruolo dei comitati. Nella presente formulazione, i comitati non deliberano ma istruiscono le richieste e le necessità in termini di ricerca e di didattica a favore del senato accademico, nel quale effettivamente permane la possibilità che gli associati prendano parte alla decisione sugli ordinari.
Nonostante la Legge 240/2010 abbia effettivamente un carattere verticistico, l’idea è che non siano solo i docenti ordinari a poter decidere ogni aspetto, anche in considerazione del ridursi del numero di tali figure nell’ateneo nel corso dei prossimi anni. Ad esempio, il nucleo di valutazione di ateneo indica quali sono i settori per i quali si rende necessario provvedere al reclutamento di nuovi docenti in considerazione dei piani didattici correnti, i comitati svolgono il lavoro istruttorio tramite la definizione di priorità, il senato accademico ed il consiglio di amministrazione prendono una decisione in materia.

 

moderatore

Riguardo al reclutamento risultano pertanto rilevanti le seguenti questioni:

- l’esistenza di vincoli di budget
- la definizione di quali siano i luoghi e i meccanismi tramite i quali tali decisioni si maturano

- i criteri da considerare (siano questi l’eccellenza, i settori, le aree in crescita o il mercato)

- le tempistiche decisionali che devono essere sostenibili rispetto ai piani di lavoro e di vita delle risorse umane.

 

 

Tema della ricerca

 

moderatore

Un tema collegato a quello appena discusso ma di più ampio respiro è quello legato alla ricerca in termini di miglioramento delle prestazioni dell’ateneo (prodotti, tempo) ed in particolare la necessità di porre l’attenzione su tematiche più concrete e di livello europeo.

La ricerca viene correlata anche alla percezione di una carenza di integrazione con le attività di didattica e la necessità di approfondire il legame con i laboratori della didattica. Appare inoltre importante chiarire se i cluster costituiscano l’unica soluzione a livello organizzativo e quali siano le modalità più appropriate per promuovere l’editoria universitaria. La ricerca è intesa altresì in relazione al monitoraggio degli assegni.

 

Montini docente

Per quanto riguarda l’editoria universitaria e le connessioni con le attività di ricerca si segnala l’assenza di una normativa interna in materia in un contesto nel quale risulta sempre più difficile poter promuovere e pubblicare in maniera efficace. Ad eccezione dei quaderni dipartimentali, non è ancora stata effettuata una scelta in tema di editoria intesa come riconoscibilità dell’ateneo sia nell’ambito della ricerca ma anche a livello internazionale e specificità dei prodotti, nel contesto delle risorse disponibili.

Tale argomento riguarda anche gli assegni di ricerca perché pur promuovendo l’ingresso di giovani figure nel mondo della ricerca e della didattica si tratta di esperienze limitate nel tempo che necessitano di un collegamento più forte con la ricerca.

 

Tosi docente

Mentre dalla lettura della bozza di piano strategico risulta chiara la volontà di costruire una forte connessione tra didattica e ricerca, lo Statuto pare invece separarle sia dal punto di vista decisionale che operativo. Con l’eccezione della conferenza di ateneo, non risulta chiaro se ci siano altri momenti nei quali didattica e ricerca entrano in contatto, interagiscono e si confrontano.

 

Rettore

I cluster non rappresentano l’unica modalità di fare ricerca: i cluster, le unità di ricerca e la ricerca individuale sono aspetti differenti. I cluster costituiscono una sorta di massa d’urto rispetto all’esterno mentre le unità di ricerca rispetto al passato sono molto poche e presentano una connotazione più accademica e più interna. Il tema dell’integrazione tra didattica e ricerca è fondamentale e i corsi di studio dovrebbero diventare espressione proprio di tale forte relazione.

 

moderatore

Nella bozza dello Statuto, il comitato per la ricerca prevede la rappresentanza dei cluster ma non delle altre forme che invece sono presenti nell’organizzazione in dipartimenti.

 

Cappelli docente, gruppo di lavoro Statuto

È possibile riflettere ulteriormente sulla presenta di altre forme di rappresentanza dell’ambito della ricerca, purché strutturate.

 

De Maio docente

In alcuni casi l’eccessivo partecipazionismo, il tentativo di fare in modo che qualsiasi forma possa essere rappresentata, potrebbe forse rivelarsi complicato.

 

Rettore

Si potrebbe valutare di lavorare ulteriormente sulla conferenza di ateneo, rafforzandone il ruolo.

 

Tosi docente

Mentre nel piano strategico emerge l’immagine di un ateneo che vuole lavorare sull’integrazione delle due aree tramite una serie di strumenti, lo Statuto invece pare affermare il contrario.

 

Trevisan docente

Nonostante nella bozza di Statuto si possa percepire una separazione tra didattica e ricerca, è responsabilità di docenti e ricercatori fare in modo che le due interagiscano, senza la necessità di una struttura piramidale che normi in tutto e per tutto il funzionamento.

 

Marconi docente

Certamente chi si occupa di ricerca la utilizza nelle attività didattiche. Tuttavia è forse necessaria una maggiore attenzione alla pianificazione della comunicazione di alcune aree di ricerca che non risulta adeguata alla portata dei progetti, come ad esempio nel caso della cattedra UNESCO.

 

moderatore

Sono presenti delle grosse realtà che fanno ricerca ma che non trovano collocazione nei cluster.

 

Rettore

L’assenza di integrazione tra didattica e ricerca si trova proprio all’interno delle strutture dell’ateneo che la Legge prepone a questo, i dipartimenti. Non ho notizia di programmazioni mirate che prevedano l’integrazione dei due aspetti, se non a livello individuale.

 

Marabello docente

Ci sono interi settori di scienze umane che non intercettano l’interesse delle aziende ma che rappresentano un’eccellenza. Ad esempio attorno ad un ERC o per un PRIN non è possibile costituire un cluster perché mancano le relazioni con le aziende.

 

Cappelli docente, gruppo di lavoro Statuto

Per come viene presentato nella bozza di Statuto, tale possibilità esiste.

 

Marabello docente

La possibilità non esiste per come sono al momento regolamentati i cluster, per cui sarebbe auspicabile prevedere delle relazioni anche con altri tipi di istituzioni e di realtà.

 

Marzo docente

Per esperienza diretta, le relazioni con istituzioni diverse dalle aziende sono già possibili anche tramite i cluster. Ad ogni modo, si tratta di sistemi perfettibili, non perfetti, perché solo nel momento in cui si comincia a costruire qualcosa e lo si implementa è possibile valutare ciò che invece ancora manca o che può essere migliorato.

La relazione tra didattica e ricerca dipende da una precisa volontà. I corsi di studio sono difficilmente modificabili, hanno una loro resistenza, basti pensare che con la costituzione di un nuovo corso ci si impegna a mantenerlo per tre o cinque anni. I cluster invece sono strutture estremamente mobili ed elastiche, in grado di interagire con istituzioni, fondazioni, aziende e si possono modificare in tempi molto rapidi.

Proprio per la differenza dei tempi della didattica e quelli della ricerca, i due ambiti sono mantenuti in un certo senso separati. Certamente è necessario un momento di raccordo, tuttavia non è forse raccomandabile la costituzione di un’ulteriore struttura, come un terzo comitato. I numeri contenuti dell’ateneo facilitano la costruzione di relazioni e reti, grazie alle quali l’integrazione tra didattica e ricerca può essere possibile.

 

Bulegato docente

Il comitato della ricerca, nel quale tutti i cluster sono rappresentati, appare una forma poco stabile in quanto tali strutture, proprio per la loro flessibilità, possono cambiare molto rapidamente.

Per quanto riguarda il tema dei laboratori della didattica si rileva la necessità di porre l’attenzione sulla loro valorizzazione, ripensandoli come un vero servizio agli studenti anche in interazione con quelli di ricerca, dal momento che costituiscono un grande elemento di attrattività. Il loro utilizzo può essere reso critico dalla numerosità di richieste ma è possibile pensare ad una regolamentazione che consenta a tutti di usufruirne, offrendo così un migliore servizio agli studenti.

 

 

Tema della didattica

 

moderatore

Il tema della didattica è stato segnalato in termini di trasversalità e RAD ai quali si collega l’interdisciplinarità che si auspica per alcuni percorsi, in particolare di laurea magistrale, che potrebbero fare riferimento all’esperienza positiva degli atelier.

Una possibile riorganizzazione della didattica è intesa anche come semplificazione tesa anche ad eliminare la criticità di alcuni corsi che appaiono ridondanti. Si segnala inoltre di chiarire chi potrà eleggere i direttori dei corsi di studio, che dai documenti presentati, risultano avere una maggiore rilevanza e la questione dell’introduzione delle Scuole.

 

Trevisan docente

Il consiglio dei corsi di studio risulta essere molto rilevante ed è pertanto auspicabile chiarire da chi sia costituito l’elettorato attivo per l’elezione dei direttori dei corsi di studio ed in particolare l’inclusione o meno del personale docente non strutturato. La relazione tra triennali e magistrali della stessa filiera risulta essere un altro tema importante, forse il riferimento potrebbe essere l’intera filiera invece del singolo corso di studio.

 

Rettore

Personalmente, le Scuole sono delle strutture interessanti perché permettono a corsi di studio appartenenti alla stessa filiera di trovare una collocazione chiara e riconoscibile. Non si tratta delle “Scuole” previste dalla Legge 240/2010 che invece prevedono l’unione di più dipartimenti.

La questione dell’elettorato attivo per l’elezione del direttore del corso di studio rappresenta un argomento delicato, soprattutto per quanto riguarda i corsi in cui la componente docente non strutturata è preponderante.

 

Marabello docente

Negli ambiti in cui i professionisti intervengono nella docenza per un breve periodo, un coinvolgimento nelle questioni che riguardano scenari futuri potrebbe risultare complicato.

Alla questione sulle filiere anticipata dal prof. Trevisan è forse auspicabile aggiungere un passaggio: la trasversalità non è sempre possibile, il RAD di architettura è molto vincolante mentre quello di design è più articolabile, in alcuni ambiti è necessario fare delle scelte piuttosto rigide.

In altri atenei, l’appartenenza ad un dipartimento non è vincolante mentre i corsi vengono collocati là dove risulta più appropriato: tale aspetto andrebbe condiviso e chiarito. Ragionare in termini di filiera consente la possibilità di considerare le Scuole facilitando altresì gli scambi tra docenti.

Tuttavia quando si parla di integrazione tra didattica e ricerca è necessario anche considerare che i livelli di ricerca che vengono richiesti sono molto alti rispetto alla necessità di far fronte alle esigenze della didattica, ad esempio la diversa provenienza da parte degli studenti in termini di percorsi universitari e la conseguente differente preparazione di partenza.

 

Simonini rappresentante degli studenti

Riguardo a quest’ultimo argomento si segnala che sono state rilevate da parte degli studenti numerose ridondanze nei programmi dei corsi magistrali rispetto a quelli triennali. Tale criticità concorre a presentare negativamente l’offerta formativa.

La trasversalità dei percorsi risulta inoltre un elemento fondamentale: un percorso dovrebbe prevedere la possibilità di includere discipline appartenenti ad ambiti differenti, l’architettura dovrebbe poter stare insieme a pianificazione e arti visive.

Per quanto concerne la presenza dei corsi di architettura in due dipartimenti differenti, è auspicabile trovare una forma univoca di comunicazione al fine di rendere più efficace la presentazione dell’offerta ai potenziali studenti, considerate anche le difficoltà che si sono verificate nel corso degli Open Day.

 

 

altri temi

 

Fiducia nella rappresentanza

Innovazione, valorizzazione dell’unicità

Semplificazione

 

moderatore

Tale argomento è stato oggetto di numerose riflessioni durante l’incontro precedente ed in particolare ci si chiedeva se le strutture ipotizzate dallo Statuto portino effettivamente ad una semplificazione.

 

Cremonese direttore generale

Quando ci si trova di fronte a dei cambiamenti organizzativi, non sempre il principio della semplificazione porta ad un risultato più semplice. A tale riguardo, sostituire tre dipartimenti con dodici corsi di studio, potrebbe complicare i processi anche solo per la verbalizzazione delle sedute poiché non è prevista una moltiplicazione delle strutture di supporto.

Nel momento in cui vi sarà una maggiore definizione statutaria che chiarisce l’organizzazione politica dell’ateneo e un piano che individui le priorità sulle quali destinare risorse finanziarie ma anche risorse umane sarà possibile ragionare su un’organizzazione altrettanto snella.

 

Marabello docente

Potrebbe essere auspicabile introdurre la figura del manager didattico che si occupi di questo tipo di compiti organizzativi.

 

Cremonese direttore generale

L’introduzione del manager didattico potrebbe rivelarsi una riflessione utile, considerando peraltro che tale figura non deve per forza corrispondere ad un ufficio.

 

Pasa docente

Gestire, organizzare, prevedere la conversione dei crediti Erasmus, sono tutte attività che sottraggono tempo alla didattica e alla ricerca. È necessario valutare fino a che punto di possa sovraccaricare e procedere con una razionalizzazione che non pesi ulteriormente sugli strutturati.

 

 

Comunicazione

 

moderatore

La comunicazione è percepita come un tema critico che deve diventare strumento efficace.

 

De Maio docente

All’interno della commissione comunicazione, di cui fanno parte la dott.ssa Emanuela Bonini Lessing, e dai professori Fiorella Bulegato, Francesco Cacciatore, e Maria Luisa Frisa, mi è stato affidato l’incarico in materia di editoria, un argomento che la bozza di piano strategico solleva in diversi punti.

I sistemi non sono perfetti ma perfettibili, ed è questa la modalità con la quale è auspicabile affrontare il piano strategico.
A tale riguardo si possono riprendere le parole di Raffaele Cantone in una nota trasmissione televisiva nella quale ha messo sotto accusa Gaetano Manfredi dicendo «non mi fate normare ogni cosa» in riferimento alla necessità di ricorrere anche al semplice buon senso.

Il contributo sull’editoria è disponibile nella cartella condivisa predisposta per raccogliere gli interventi ed è aperto a emendamenti e osservazioni. Il tema è urgente, come molti di quelli che sono stati sollevati nel corso di questi incontri.

 

 

Accordo di programma con il Miur

 

Rettore

Il gruppo di lavoro sullo Statuto ha lavorato dentro le condizioni attuali: rimanendo nei limiti di legge è comunque possibile elaborare un piano. Si sono tenuti alcuni incontri con il Ministero proprio per capire se si sta intraprendendo un percorso appropriato senza un accordo di programma perché tale strategia implicherebbe la rivendicazione di alcune contingenze (la location, il peso della didattica).

 

moderatore

Qual è il fattore che incide di più sul costo degli studenti?

 

Cremonese direttore generale

Gli spazi, i laboratori, la docenza a contratto

 

Rettore

La docenza a contratto è una questione che si può riprendere: viene riconosciuta la particolarità degli ambiti ma proprio per questa particolarità in alcuni casi si viene penalizzati. Potrebbe essere utile considerare delle eccezioni in alcuni ambiti.

 

Cappelli docente, gruppo di lavoro Statuto

Nel linguaggio comune si utilizzano spesso delle parole il cui significato è differente nel diritto.

Il concetto di accordo di programma con il Miur prevede il riconoscimento delle specificità dell’ateneo: ciò ha alcune componenti formali e alcune componenti amicali in quanto alcuni argomenti si possono discutere motivando le proprie richieste.

Tuttavia, ai sensi della Legge 240/2010 l’accordo di programma è invece la definizione di un particolare ambito per quegli atenei che hanno dimostrato un’eccellente gestione del bilancio e degli ottimi risultati di ricerca: tali elementi, considerati i dati a disposizione, non possono costituire dei fattori oggettivi da presentare al Miur in questo momento.

Il riferimento sul quale ha lavorato il gruppo di lavoro è invece quello all’articolo 2, comma 2 lettera e), ovvero la semplificazione delle piccole strutture. Il lavoro che sta facendo il rettore con una serie di incontri al Ministero si propone di spiegare il motivo di questa procedura di semplificazione, considerato che l’ambito non è particolarmente definito.

L’idea dunque è di lavorare su un accordo, non un accordo di programma.

 

 

Punti di forza e non rispetto alle università straniere

Attrattività: creare motivi per restare e non lasciare l’ateneo

Rafforzare le reti tematiche già attive sulle quali lavorano piccoli gruppi

Cittadinanza come risorsa a 360°

 

Turchetto area didattica e servizi agli studenti

Un argomento che risulta essere particolarmente rilevante e sul quale è possibile avviare ulteriori riflessioni è l’interazione tra Iuav e la cittadinanza, intesa come risorsa a 360°.

 

Rettore

È importante che l’ateneo torni a farsi carico delle questioni che riguardano il contesto in cui si colloca insieme alle parti più attive della cittadinanza.
A tale riguardo vi sono già dei progetti in corso, tra i quali quello della prof.ssa Laura Fregolent sullo spopolamento della città e quello della prof.ssa Valeria Tatano sulle barriere architettoniche.

Inoltre si segnala la possibilità che gli spazi dell’università tornino ad essere frequentati dalla cittadina, il senato degli studenti si sta impegnando in particolare per la sede dei Tolentini e la biblioteca sta tornando ad essere un luogo permeabile.