Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

per Vittorio Girotto

 

 

26 aprile 2016

 

Si è spento il 23 aprile

Vittorio Girotto.

 

I docenti Iuav lo ricordano.

 

 

Ci ha lasciato Vittorio Girotto che, oltre ad insegnare presso la nostra Università come una delle presenze che hanno fatto di Iuav una scuola speciale, rappresentava una eccellenza a livello internazionale nel campo della Psicologia. In particolare le sue ricerche degli ultimi anni, erano rivolte agli studi probabilistici applicati a popolazioni non esperte, inerenti l'influenza, nei comportamenti sociali, del rapporto tra percezione del passato e del futuro e al conflitto tra norme e ragionamenti comuni. La sua scomparsa costituisce senza dubbio una grave perdita per tutti noi.

 

Alberto Ferlenga

 

 

Vittorio Girotto è scomparso sabato 23 aprile. Era professore ordinario di psicologia generale presso il Dipartimento di Culture del progetto ed era entrato a far parte della comunità Iuav nel 2002, con la nascita della Facoltà di Design e Arti, quando si pensò che anche la psicologia cognitiva fosse una conoscenza importante per un progettista.

 

I suoi interessi di ricerca hanno riguardato soprattutto i meccanismi mentali del giudizio probabilistico, del ragionamento controfattuale e della simulazione mentale, campi in cui ha contribuito a perfezionare e a estendere la teoria dei modelli mentali di Johnson-Laird.

 

Vittorio era uno scienziato di fama internazionale, i suoi lavori sono apparsi sulle più importanti riviste scientifiche del suo settore e, per la loro originalità e per il loro interesse, avevano trovato spazio anche su riviste come Science. Era un grande ricercatore sul campo, con una entusiastica capacità di organizzare e dirigere una équipe di ricerca e con un genio particolare per inventare sempre nuovi esperimenti volti a indagare le intuizioni probabilistiche in persone non esperte, come i bambini piccoli e gli adulti non alfabetizzati che vivono in società tradizionali. Aveva per esempio mandato una assegnista Iuav in Guatemala per condurre esperimenti sulle intuizioni probabilistiche delle popolazioni di discendenza Maya e i risultati dell’originale indagine avevano meritato la pubblicazione sui Proceedings of the National Academy of Science, la rivista dell’accademia delle scienze statunitense.

 

Alle doti di ricercatore si accompagnava la sua capacità didattica, testimoniata anche dai manuali di psicologia del pensiero da lui scritti – ormai diventati dei classici per l’insegnamento della disciplina in Italia – il suo impegno politico in difesa della laicità e la consapevolezza della rilevanza delle sue ricerche specialistiche per la riflessione filosofica ed epistemologica, di cui è un esempio il libro scritto insieme a Giorgio Vallortigara e Telmo Pievani, Nati per credere, perché il nostro cervello sembra predisposto a fraintendere la teoria di Darwin.

 

Abbiamo perso una bella mente, un amico spiritoso e affabile, e il nostro cervello non sembra predisposto all’idea che non vedremo più la sua figura elettrica e allampanata aggirarsi per i corridoi delle Terese.

 

Emanuele Arielli, Paolo Garbolino, Simona Morini e Davide Rocchesso

 

 

Nous sommes très très désolés de la mort de Vittorio avec qui le Labo de Psychologie Cognitive à Marseille avait fait régulièrement des recherches pendant des années....et beaucoup apprécié son contact et toutes ses compétences....

 

Nous sommes de tout coeur avec vous et ses proches collègues.... pour ce si malheureux évènement.

 

Aline Pélissier

Laboratoire de Psychologie Cognitive, Fédération 3C

(Comportement, Cognition, Cerveau), Marseille St Charles, France

 

 

"We loved Vittorio —  his extraordinary erudition, his passionate politics, his wit and sense of fun, his love of literature.   He was so kind to us, such a good friend.  And we had some wonderful adventures together — (most recently, our safari to find the Museum of the Villa Doria Pamphili), We will always miss him.”

 

Phil and Mo Johnson-Laird, New York

 

"Hemingway ha scritto: “Tutte le persone finiscono nella stessa maniera. Sono i dettagli di come hanno vissuto e come sono morte che distinguono una persona dall’altra.” 

Caro Vittorio, hai vissuto una vita di successo, di soddisfazione, bella, piena, e buona. Una vita veramente “pensata.”  Cercavi sempre di fare le cose giuste, vere, intelligenti.  E sei morto – troppo presto! – con Simonetta, Alma, ed Ester vicine a te, circondato di amore e tenerezza e di enorme rispetto da colleghi, famiglia e amici. Hemingway sarebbe stato fiero. Ricorderò Vittorio il resto della mia vita con enorme affetto, consapevole della mia gran fortuna di poter dire che era un mio buon amico."

 

Edar Shafir, Princeton

 

"L'un de mes plus grands bonheurs professionnels (j'en ai eu plusieurs) est d'avoir recruté  Vittorio dans l'unité de recherche que je dirigeais dans les années 90 : le CREPCO, alors à Aix-en-Provence. Son impressionnant dossier avait convaincu d'emblée le CNRS. Un autre grand bonheur a été de travailler avec lui. Je garde comme un joyau d'intelligence ses remarques sur les raisonnements contrefactuels. Dans nos discussions, il avait coutume de "se faire l'avocat du diable". Il parlait un français délicieux : ainsi disait-il "la prochaine semaine" (au lieu de "la semaine prochaine"), et "sans doute" (dans le sens de "sans aucun doute", alors que, en français, "sans doute", signifie "peut-être" – mais à la longue, il avait corrigé)."

 

Jean-Paul Caverni

 

 

"Vittorio était courageux et intelligent comme toujours, … Sa gentillesse, toujours: Il avait choisi tout ce qu'il fallait me servir à manger et à boire pendant ma visite, pour que je passe un bon moment."

 

Jean Francois Bonnefon

 

"Caro Vittorio,
ci sono stati migliaia di chilometri di distanza tra noi a New York e tu a Trieste.

Ma le distanze erano annullate da centinaia di tuoi messaggi, a volte quotidiani, altre volte che riapparivano con nostra gioia. Per anni sei rimasto tra noi – cellula veneta a New York, come ci chiamavi – con le tue parole, frasi, bagatelle che sono entrate nel nostro lessico famigliare [...]"

 

Michele Miozzo

 

 

Paolo Legrenzi

Ricordo di Vittorio Girotto

 

Vittorio Girotto (1957-2016) ci ha lasciato nella notte di sabato 23 aprile.

Resterà nella memoria degli amici del Mulino come collega del Giornale Italiano di Psicologia e come autore di tre manuali. Resteranno i lavori nel campo della psicologia del pensiero, un terreno di ricerca nuovo in Italia, coltivato fin dalla sua laurea a Padova. Resterà il ricordo di una persona gentile, buona, appassionata, una mente rigorosa e analitica.

 

Dopo il dottorato in psicologia sociale, guidato da Luciano Arcuri, amico negli alti e bassi della vita, Vittorio ha soggiornato a lungo in Francia, prima come borsista a Aix-en-Provence,  poi ricercatore al CNRS, all’ École polytechnique e a Lione. Ha fatto ricerca anche in altri centri europei: a Milton Keynes (da Paul Light, con cui aveva lavorato agli inizi), a Londra, a Ginevra, invitato dagli amici Willem Doise e Fabrizio Butera, ora al Politecnico di Losanna. Dal 2002 aveva una cattedra all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV). Il primo posto fisso in Italia era stato al CNR di Roma, dove conobbe due amici di sempre, Donatella Ferrante e Antonio Rizzo, che lo prendevano in giro per il suo dis-adattamento a un Sud ritenuto privo di efficienza e meritocrazia, due stelle fisse di Vittorio, insieme a un laicismo puro.

 

Bravo a ideare scenari sperimentali, cruciali nella psicologia del pensiero, forse più che altrove perché l’introspezione e le intuizioni ingenue ci sviano. Per esempio, a Aix nel 1987, inventa un breve filmato che mostra un alveare. L’ape regina ordina di non fare rumore all’interno della zona del “silenzio”. In seguito alcune api ronzano nell’area proibita. I bambini sanno facilmente individuare i casi che trasgrediscono la norma “se vuoi fare rumore, sta fuori dalla zona del silenzio”. Jean Piaget supponeva che i bambini, a differenza degli adulti, non fossero in grado di falsificare le asserzioni condizionali. Le cose non stanno così in entrambi i casi. Un altro filone a lungo coltivato, iniziato a Aix durante un soggiorno con Philip Johnson-Laird, riguarda i modelli mentali adulti del giudizio probabilistico. Gli esperimenti vengono fatti anche con Jean-Paul Caverni, l’amico del CNRS che ci ospitava. In seguito Vittorio lavora con bambini piccoli, digiuni di probabilità, facendo loro vedere che all’interno di una palla trasparente rimbalzano cinque biglie leggere, quattro rosse e una nera. All’improvviso una biglia esce dalla palla. Se è di colore rosso, il bambino non si stupisce, se è nera sì. Le sorprese dei bimbi sono la prova indiretta del fatto che fin da piccoli siamo in grado di cogliere le conseguenze di uno scenario probabilistico.

 

Girotto contribuisce così a importanti tappe per la costruzione di un’epistemologia naturale ancorata all’architettura innata del cervello. Ha collaborato con grandi maestri. Dan Sperber, nei suoi inizi francesi, e poi, per il resto della vita, Philip Johnson-Laird. Alla teoria dei modelli mentali di Johnson-Laird sono ispirati i suoi lavori, anche quelli dedicati a un campo mai esplorato prima: la revisione delle nostre credenze di fronte a fatti certi ma in contrasto con le conoscenze precedenti. Negli ultimi tempi aveva intensificato lo studio della probabilità nei bambini (Science, con Teglas), insieme all’allieva Stefania Pighin, collaboratrice anche nelle ricerche sulla simulazione mentale (con Ferrante, Psychological Science); con Crupi e Gonzales sulle decisioni mediche e non solo (Medical Decision Making); con Bonnefon sulle preferenze (PLoS ONE); con Vallortigara e Pievani sulle credenze nel sopra-naturale (Behaviour); con Ferrante, Stragà e Walsh sul tempo e le decisioni (Journal of Experimental Psychology); con Fontanari, Vallortigara e Mercier sul pensiero in popolazioni indigene Maya (Evolution and Human Behavior). Era inoltre tornato a lavorare sul pensiero probabilistico nei bambini insieme alla collega dei primi anni a Aix-en-Provence, Agnès Blaye (Cognition).

Questo per citare alcuni dei lavori recenti, ma il catalogo è ricco (cfr. Google Scholar e http://www.iuav.it/Ateneo1/docenti/design-e-a/docenti-st/Girotto-Vi/--pubblica/index.htm, bibliografia aggiornata dal suo compagno d’ufficio IUAV, e grande amico, Davide Rocchesso).

 

Vittorio era una persona speciale, per molti versi.

Come Roberto Casati ed io abbiamo scritto il 1° maggio sul supplemento Domenicale del Sole24Ore, dove Vittorio solo due settimane prima aveva pubblicato con Giorgio Vallortigara un lungo pezzo sulla genesi e la funzione delle credenze religiose, tema che lo aveva sempre interessato:

“Vittorio Girotto aveva una dote segreta, che stupiva e impressionava sempre i suoi amici – la prodigiosa memoria cronologicamente ordinata di fatti ed episodi della vita e della cronaca. Laddove noi e voi dobbiamo andare a consultare le nostre agende per sapere che cosa fosse successo un certo giorno del maggio del 2005, lui riusciva, chiudendo gli occhi e portandosi una mano alla fronte, con le dita che stringevano la radice del naso tra le sopracciglia, a trovare nella sua mente l'immagine di un pranzo alla caffetteria dell'università, in cui si era chiaccherato del referendum sulla legge della procreazione assistita (noi naturalmente stiamo bluffando, siamo per l'appunto andati a riguardarci l'agenda.) Questa stessa memoria regalava, a quei colleghi e amici che gli chiedevano un consiglio su un testo che stavano scrivendo, i riferimenti precisi a pubblicazioni scientifiche anche assai lontane nel tempo».

 

Era rimasto legato alle sue terre d’origine in provincia di Venezia, Annone Veneto (dove era nato), Zenson di Piave (faceva sempre le vacanze in una casetta sul fiume), e a molti amici di gioventù (il Gazzettino, il giornale più letto da quelle parti, ne ha pubblicato un lungo ricordo).

 

A Trieste, il 2 maggio, amici, amici/collaboratori, compagni di scuola, venuti da vicino e da lontano, hanno partecipato a una affollata cerimonia, pura e laica. Vicino al roseto dell’ex ospedale psichiatrico San Giovanni, la figlia Ester ha ricordato, la figlia Alma ha celebrato con il violino, la moglie Simonetta con le parole.  

 

Il 28 luglio 2016 si terrà a Londra un convegno organizzato da Philip Johnson-Laird in suo onore. Vi parteciperanno amici presenti il 2 maggio a Trieste e colleghi: Bonatti (Barcellona), Carriedo, Corral e Garcia-Madruga (Madrid), Crupi (Torino), Frosch (Leicester), Gangemi (Messina) e Mancini (Roma), Garnham (Sussex), Manktelow (Wolverhampton), Miozzo (New York), Oakhill (Sussex), Ragni (Friburgo).

Vittorio ci mancherai, e non solo per la tua formidabile memoria.