Echi albertiani. Chiese a
navata unica
nella cultura architettonica della Lombardia sforzesca
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presentazione del nuovo volume Iuav / Poligrafo mercoledì 28 maggio 2014 ore 18.00 Biblioteca centrale aula Gradoni Tolentini Santa Croce 191 |
Mercoledì 28
maggio, alle 18.00, presso l’Aula Gradoni della Biblioteca Iuav ai Tolentini, presenteremo
il secondo volume della nuova collana editoriale Iuav
/ Poligrafo: Echi albertiani.
Chiese a navata unica nella cultura architettonica della Lombardia sforzesca, di
Jessica Gritti.
Parleranno
del libro Richard Schofield, docente Iuav, ed
Elisabetta Molteni, del Dipartimento di studi umanistici di Ca' Foscari.
La chiesa
di Sant’Andrea di Mantova ha avuto un ruolo fondamentale nella diffusione
in area lombarda del linguaggio architettonico di Leon Battista Alberti,
divenendo polo di significativa attrazione culturale per i territori limitrofi.
Un riconoscimento unilaterale del magistero albertiano
rischia tuttavia di occultare l’intrinseca ricchezza della cultura
lombarda, nell’ambito della quale si stratificarono novità di rilievo già
nel corso del XV secolo.
L’analisi
di un piccolo gruppo di chiese edificate in territorio lombardo tra la seconda
metà del XV secolo e il primo decennio del Cinquecento – lette in passato
come testimonianze esemplari della “fortuna” del Sant’Andrea
di Mantova, in virtù dell’impianto comune a navata unica – permette
di riconoscere un linguaggio aperto a suggestioni e innovazioni eterogenee,
consentendo una più ampia riflessione sul
carattere variegato della cultura architettonica del ducato sforzesco.
Le chiese
di San Sigismondo di Cremona, di Santa Maria Assunta di Maguzzano,
di Santa Maria delle Grazie di Soncino e di Santa Maria delle Grazie di
Castelnuovo Fogliani, edifici monastici situati al di fuori dei centri
maggiori, sono qui contestualizzate e analizzate all’interno del panorama
architettonico della loro epoca, guardando alla varietà di soluzioni e modelli
di riferimento, al rapporto con la tradizione autoctona e con quelle istanze
ereditate da Filarete, Alberti e Bramante che rappresentano una componente
costitutiva del linguaggio architettonico del secondo Quattrocento lombardo.
Jessica Gritti, laureata in Lettere Moderne e
specializzata in Storia dell’arte (Università Cattolica, Milano), è
dottore di ricerca in Storia dell’architettura e dell’urbanistica
(Università Iuav di Venezia, 2008) e svolge attività
di ricerca e didattica presso diverse università, tra cui il Politecnico di
Milano e l’Università Ca’ Foscari di
Venezia. Le sue ricerche sono rivolte alla storia dell’architettura, con
particolare attenzione al periodo fra XV e XVI secolo.
Ha
pubblicato diversi contributi sull’architettura cremonese del
Quattrocento, i modelli dall’antico, la plastica decorativa e i disegni
di architettura; dal 2011 collabora alla realizzazione del Corpus dei disegni
di architettura del Duomo di Milano.
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