Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

ricerche

 

VISITING PROFESSOR

 

Sissi Cesira Roselli, Ca’ Tron, Venezia 2019

 

Emanuele Coccia

visiting professor 2020

responsabili scientifici Angela Mengoni, Maria Luisa Frisa, Sara Marini

 

La città del futuro: il museo della natura contemporanea

La riflessione politica ha sempre separato la città dalla foresta, la civiltà dalla natura. Davanti alla crisi climatica contemporanea è quanto mai urgente ripensare l'idea stessa di città e non costruirla più in opposizione alla vegetazione e alla fauna che esiste al di fuori di essa. I seminari vorrebbero immaginare questa nuova città pensandola come l'equivalente per la natura di quello che i musei di arte contemporanea hanno fatto per l'arte. La città futura non dovrebbe solo permettere di pensare e far vivere l'uomo come parte della natura, ma pensare anche la natura come realtà profondamente storica, capace di contemporaneità.

 

Emanuele Coccia

Emanuele Coccia è maître de conférences all’École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi dove è membro del Centre d'Histoire et Théorie des Arts - Cehta. Ha insegnato nelle università di Freiburg im Breisgau e di Düsseldorf. Nel 2017 ha ricevuto il "Prix des Rencontres Philosophiques de Monaco" per il suo libro La Vie des plantes - Une métaphysique du mélange, ora tradotto in italiano: La vita delle piante. Metafisica della mescolanza (Bologna 2018). Specialista di Averroè e dell’averroismo medievale e moderno, ne ha tratto un’originale riflessione sulle immagini e sulla natura mediale della sensibilità, incluso anche lo statuto delle merci. Tra i suoi libri: La trasparenza delle immagini. Averroè e l’Averroismo (Milano 2005); La vita sensibile (Bologna 2011); Il bene nelle cose. La pubblicità come discorso morale (Bologna 2014). Ha inoltre curato, con G. Agamben, l’antologia Angeli. Ebraismo, Cristianesimo, Islam (Milano 2009).

 

Sissi Cesira Roselli, Ca’ Tron, Venezia 2019

 

Nicola Emery

visiting professor 2019

responsabile scientifico Sara Marini

 

Costellazione Venezia: un memoriale

Il progetto “Costellazione Venezia: un memoriale” insiste sulla raccolta, lo studio e il confronto di sguardi agiti sulla città. I testi scritti da pensatori in differenti epoche sono utili a costruire le pareti di un’ipotetica stanza, tesa a consentire un’esperienza immersiva fra alcune interpretazioni e visioni che hanno concorso a delineare l’idea di Venezia e che attestano al tempo stesso anche la retroazione della città sulle immagini di pensiero.

Nel confronto che ne scaturisce e nell’esercizio ermeneutico che lo accompagnerà, le diverse immagini di

pensiero della città tenderanno a sollevarsi dal piano dell’impressione a quello più stabile, se non ideale, della costellazione, capace di fissare momenti d’illuminazione critica dell’attualità. L’esercizio di rammemorazione si sviluppa come laboratorio dialettico e tende a tradursi in progetto critico del contemporaneo.

 

Nicola Emery

Filosofo, dottore di ricerca PhD, è Docente titolare di corso, dal 1998, presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio, Università della Svizzera italiana, dove nel 2017 diventa Docente-Ricercatore a contratto pluriennale (Maître d’enseignement et de recherche); nel 2014-15 è (long) visiting Professor presso lo Iuav di Venezia.

È inoltre membro del PhD Advisory Board del Dottorato di ricerca in progettazione architettonica e urbana del Politecnico di Milano; è stato Docente alla Scuola di governo del territorio SUM-Università di Firenze, interviene regolarmente come ospite e conferenziere in numerose scuole dottorali, università, convegni internazionali.

Nel 2012 è stato invitato dalla Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvethia a partecipare al concorso di progetti per l’allestimento del Padiglione svizzero alla Biennale di Venezia.

Nel 2015 è stato nominato membro del consiglio di fondazione della Fondazione Max Horkheimer e dall’anno 2015-16 dirige gli Incontri Internazionali Max Horkheimer e l’omonima collana editoriale (con lui, membri del comitato scientifico: Manfred Gangl (Hochschule Fulda), Martin Jay (University of California, Berkeley), Giacomo Marramao (Università Roma Tre), Olivier Voirol (Uni. Losanna e ISF Francoforte).

Autore di numerosi saggi e articoli, curatore di molte opere in Italia e in Francia, è autore dei seguenti libri: Lo sguardo di Sisifo. Giuseppe Rensi e la via italiana alla filosofia della crisi, Marzorati, Milano 1997; L’eloquenza del nichilismo, Seam, Roma 2001; L’architettura difficile. Filosofia del costruire, Marinotti, Milano 2007; Progettare costruire curare, Casagrande, Bellinzona 2007, 2011; Ethik und Architektur. Uber die Grundgesetze des Bauens, Casagrande, Bellinzona 2011; Distruzione e progetto. L’architettura promessa, Marinotti, Milano 2011; Per il non conformismo. M. Horkheimer e Friedrich Pollock, l’altra scuola di Francoforte, Castelvecchi, Roma 2015 (in corso di traduzione per Brill/ Haymarket Books, Chicago, USA).

 

 

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ASSEGNISTI DI RICERCA

 

 

Sissi Cesira Roselli, Domestico Selvatico, 2019

 

Giorgia Aquilar

 

2020-2021

“Made out of Italy”. Architetture sinantropiche dal sottobosco della città — Contronarrative d’oltreoceano per Venezia

Architetture e teorie made-out-of Italy sono indagate nella duplice accezione insita nell’alterazione di questa locuzione, che è condizione spaziale e materiale. Come spazio, indica a un moto multidirezionale che accoglie contraffazioni e reinvenzioni; come materia, il processo attraverso il quale una sostanza è cooptata per un uso alieno a quello originario. L’ipotesi è che questa sostanza, materia del progetto, possa ricercarsi nel sottobosco della città, entro una trama fitta, vivente e infestante, tra non-umano e umano, in prossimità̀ di quest’ultimo ma sfuggendone al controllo. È in questo controcampo che il fare diviene fare altrove, in altri luoghi e con abitanti altri. Ricercando le Venezie che il Nuovo Mondo ha reinventato sulle pagine dei periodici di architettura nordamericani, si vogliono documentare viaggi, immaginari e trasmigrazioni di oggetti che configurano discorsi e spazi progettati dall’esterno, spazi che fioriscono, appassiscono, risbocciano e deperiscono ancora.

 

2019-2020

“Un-made in Italy”. Architetture infestanti per un erbario della malerba — Contronarrative d’oltralpe

 

La ricerca indaga gli spazi della distruzione come luoghi di contaminazione e coevoluzione tra artefatti nature. Architetture un-made, dis-fatte, lasciano spazio ad assenze generatrici, rivelandosi duplicemente infestanti: fioriscono dall’incontro con la malerba che colonizza gli spazi della perdita e contaminano ogni possibilità di natura pristina. Natura e distruzione dominano gli immaginari germanofoni sul Made in Italy dalla pianta primordiale di Goethe al rotto di Sohn-Rethel. L’erbario emerge come dispositivo e metafora per l’editoria, proponendo sequenze mutevoli di Denkbilder: immagini-pensiero generate dalla sovrapposizione di teorie critiche d’oltralpe, architetture dell’Italia in disfacimento e discorsi riportabili a periodici anglofoni dell’ultimo cinquantennio. Impressi sulle pagine di un erbario, i processi del disegno e del pensiero che hanno costruito e costruiscono la via italiana alla distruzione mirano a raccontare l’unmade come metà oscura del progetto.

 

 

Laura Arrighi, Raccolta periodici, 1950-1960

 

Laura Arrighi

 

2020-2021

La casa sognata. La comunicazione degli interni domestici nell’editoria scientifica e divulgativa. Italia e USA, 1952-1963.

Il progetto di ricerca approfondisce il tema della casa sognata, un modello ideale di habitat domestico costruito e comunicato attraverso i linguaggi dell’editoria periodica nel secondo dopoguerra. È dalla sua prima comparsa in America nel secondo dopoguerra, che il concetto di dream house si è rivelato un efficace strumento nella messa a fuoco di uno specifico immaginario in architettura, che ha valorizzato il legame tra le diverse discipline con particolare riferimento al mondo degli interni. La comunicazione di questo modello domestico, legato anche ad un certo stile di vita, ha avuto riscontro su riviste divulgative che hanno contribuito a definire una teoria architettonica comunicata attraverso i periodici di settore. Partendo da una lettura critica dell’apparente dicotomia tra teoria e immaginario di progetto la ricerca vuole approfondire le ragioni intrinseche al fare comunicazione attraverso strumenti editoriali che oscillano tra una pratica che ha come fine quello di informare ed educare il pubblico alla cultura architettonica, e una che ha invece come fine quello di farlo sognare. La rilettura scientifico-critica della casa, tema oggi di rilevante interesse, si intreccerà con un racconto trasversale sulla cultura della comunicazione, che aprirà nuove riflessioni e scenari sul rapporto tra editoria e architettura degli interni in epoca contemporanea, cercando di fare ordine nella complessità di fini, strumenti e metodi dei media.

 

 

Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Sissi Cesira Roselli, Biblioteca Iuav Tolentini, 2019

 

Giovanni Carli

 

2020-2021

Casa 80. Architettura e potere del progetto domestico nell’editoria italiana di settore, 1980-1989.

Il progetto, in continuità con l’attività scientifica di Publishing Actions and Research Development condotta all’interno dell’Infrastruttura di Ricerca IR.IDE tra il 2018 e il 2020, approfondisce i paradigmi dello spazio domestico generati dal rapporto sistemico tra architettura e potere e comunicati attraverso i modelli e le forme dell’editoria italiana di settore degli anni Ottanta del XX secolo. La ricerca conduce un’analisi critica per comprendere le evoluzioni e le riconfigurazioni dell’abitare derivanti dagli approcci teoretici e pragmatici emersi nell’epoca della “crisi della modernità”. Come si può evincere da The Condition of Postmodernity (1989) di David Harvey, la “compressione spazio-temporale”, “l’accumulazione flessibile” e il “consumo di massa”, quali effetti della globalizzazione dell’economia e della cultura occidentale, producono altresì un’alterazione dell’architettura della casa divenuta “il teatro della vita privata, quella scena dove ogni stanza permette il cambiamento, la dinamica degli atteggiamenti e delle situazioni: è la casa palcoscenico”, scrive Alessandro Mendini nell’editoriale di “Domus” no. 602 (1980). Tale scena domestica è interpretabile come spazio progettato per l’esposizione e la politicizzazione dell’intimo, dove, ai fini della narrazione, il potere dell’architettura si rende manifesto quale forma di rappresentazione, in primis, e conseguentemente di desiderio di rappresentanza. Il corpus delle riviste (tra tutte “Domus”, “Casabella”, “Lotus”, “Ottagono”, “Abitare”) e delle mostre di architettura che sviluppano i temi dell’abitare (in particolare la XVII Triennale di Milano Il progetto domestico. La casa dell’uomo: archetipi e prototipi) producono un sostanziale riposizionamento dell’etimo della “casa” che accentua, rispetto all’origine sanscrita chaya “ombra” – da cui il latino castrum “riparo” – la radice greca kas “pelle”, innescando un’inedita complessità di relazioni tra corpo, spazio e oggetti.

 

2019-2020

Editoria al potere. La cultura della comunicazione dell'architettura nelle riviste italiane di settore, 1980-1989

La ricerca, in continuità con l’attività scientifica di Publishing Actions and Research Development condotta all’interno dell’Infrastruttura di ricerca Iri.de dal 2018 al 2019, approfondisce il significato del potere dell’architettura comunicato attraverso i modi e le forme dell’editoria italiana di settore. In seguito allo studio focalizzato sull’intervallo temporale compreso tra il 1966 e il 1980, procedendo linearmente lungo l’asse cronologico, la ricerca individua come territorio d’indagine le esperienze editoriali maturate nel corso degli anni Ottanta del XX secolo. Una complessità di fattori ed eventi come la I Biennale di Architettura di Venezia “La presenza del passato” (1980), l’affermazione del Postmoderno, l’avvento del disegno computerizzato e l’ascesa del neo-liberismo comportano una sostanziale alterazione in primis del progetto architettonico e quindi dell’oggetto editoriale. Negli anni Ottanta le riviste «Domus» e «Casabella» si posizionano su due fronti antitetici, pur convalidando l’interpretazione di progetto” quale azione di pensiero e discussione. «Domus», diretta da Alessandro Mendini, restituisce un immaginario edonistico, di matrice reaganiana, concedendo ampio spazio all’architettura degli interni, alle forme dell’intrattenimento e al culto degli oggetti. «Casabella», diretta da Vittorio Gregotti, si rivolge maggiormente a un pubblico di professionisti, indagando il ruolo del progettista nella trasformazione della città e del territorio. Al panorama editoriale milanocentrico si aggiungono esperienze sviluppate in altri contesti geografici, come la rivista «Eupalino. Cultura della città e della casa» fondata a Roma da Paolo Portoghesi nel 1983, e «Phalaris. Giornale di Architettura» nato Venezia nel 1988 e diretto da Luciano Semerani. La decodifica della complessità dei linguaggi e delle forme assunte dalla carta nel decennio Ottanta si rivela utile per ampliare il ragionamento sull’intreccio dei termini architettura, potere, editoria nel panorama contemporaneo.

 

2018-2019

Editoria al potere. La cultura della comunicazione dell'architettura nelle riviste italiane di settore, 1966-1980

Il progetto di ricerca approfondisce il significato del potere dell’architettura comunicato attraverso i linguaggi e le esperienze dell’editoria italiana di settore; interpretando l’architettura come narrazione, la ricerca indaga la costruzione dello spazio urbano attraverso i progetti raccontati sulla carta. Dall’analisi etimologica risulta come potere, architettura ed editoria siano accumunati da un significato legato a una posizione di autorità intorno alla quale si raccolgono i nuclei di pochi (eletti), custodi del pensiero e dell’azione. La documentazione bibliografica e analitico-critica di casi-studio emblematici, prodotti dalla cultura architettonica e filosofica sul tema del potere, rilegge le sperimentazioni progettuali che compongono il corpus del patrimonio cartaceo Made in Italy. ll periodo storico compreso tra gli anni 1966 e 1980 circoscrive la scena instabile della politica italiana, che è attraversata dalle rivoluzioni operaie e studentesche, dalle ambiguità della borghesia democristiana in opposizione al Partito Comunista, dalle azioni terroristiche di frange extraparlamentari, dalle ombre dei servizi segreti. In ambito editoriale nascono nuove riviste di architettura e design come «Controspazio», «Ottagono» e «Lotus», che, insieme a «Domus» e «Casabella», diventano espressione e veicolo delle contrastanti ideologie politiche che scuotono il paese. La ricognizione nelle esperienze del passato apre a una riflessione sulle declinazioni del rapporto tra architettura, potere ed editoria nella contemporaneità.

 

pubblicazioni

G. Carli, Gruppo di famiglia in un interno. Architettura, fenomenologia e cosmopolitismo nell’opera di Cini Boeri, in G. Cafiero, N. Flora, P. Giardiello (a cura di), Costruire l’abitare contemporaneo. Nuovi temi e metodi del progetto, atti del III Convegno Nazionale di Architettura degli Interni, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, 17-18 gennaio 2020, Il Poligrafo, Padova 2020, pp. 134-138.

G. Carli, It Was a Dark and Stormy Night. For an Architectural Exegesis of the Body, in G.G. Bertelli, P. Mei, M. Roda, M. Sogni (a cura di), Landscape 4.0, Maggioli, Milano 2019, pp. 89-91.

G. Carli, Oltre il Made in Italy. Per un pensiero neo-umanista del design italiano, in L. Setten (a cura di), oltreDesign. Oggetti scelti tra icone e nuove tendenze, OltreSegno, Treviso 2019, pp. 23-62.

G. Carli, Stanze tutte per sé. Architettura e piacere negli interni milanesi di Nanda Vigo, in “Firenze Architettura”, n. 1 (Il desiderio), 2019, pp. 116-123.

 

 

Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Gianugo Polesello con Armando Dal Fabbro, Maurizio Gaudenzi e Massimo Iori, Fondamenta Novissime, modello (dettaglio), 1991 (Università Iuav di Venezia, Archivio Progetti, Iuav-Dottorato)

 

Alioscia Mozzato

 

2021-2022

Lo spazio dialettico dell’architettura. Gianugo Polesello e il “Laboratorio Venezia”

I “Progetti Veneziani” di Gianugo Polesello sviluppati in trent’anni di attività didattica e di ricerca del “Laboratorio Venezia” rappresentano uno dei momenti più significativi delle riflessioni teorico operative dell’architetto e docente friulano sull’area metropolitana di Venezia. Riconducendo l’indagine sulle specificità del “caso veneziano” all’interno di più ampi paradigmi tematici organizzati per coppie di termini in opposizione: centro-periferia, natura-artificio, unità-singolarità, costruzione-figurazione, il “Laboratorio Venezia” costituisce un “luogo proprio”, dentro l’allora Istituto Universitario di Architettura di Venezia, per la costruzione di un “paradigma scientifico” che, ripensando le logiche relazionali del rapporto tra ‘nuovo’ e ‘antico’ in termini di “compresenza dei contrari”, assume il fenomeno urbano e territoriale Venezia-Laguna come “luogo comune” per la sperimentazione progettuale di un ‘metodo’ analitico e operativo sub specie architettonico, inscrivendosi a pieno titolo all’interno di quelle costruzioni teoriche tese a ridefinire i rapporti tra Architettura e Città. Attraverso la lettura critica e la sistematizzazione di alcuni tra il più significativi “Progetti veneziani” di Gianugo Polesello, la ricerca intende verificare i possibili orizzonti di operatività del progetto architettonico rispetto ad alcune aree tematiche ‘ricorrenti’ nelle dinamiche di trasformazione della città di Venezia e del suo territorio. Il “Laboratorio Venezia”, oltre sviluppare una “ricerca di campo” sui ‘fatti’ che costituiscono il fenomeno urbano e territoriale Venezia-Laguna, rappresenta anche un una “ricerca di metodo”. Attraverso la “costruzione della città per parti”, che si precisa nel “montaggio” di architetture “finite e definite”, il progetto diventa strumento di verifica operativa e misurazione concreta di una più ampia riflessione teorica sul valore assunto dalla composizione architettonica nella progettazione dell’architettura e della città. Questo tipo di sperimentazioni e riflessioni, oltre a costituire uno dei contribuiti più significativi di Gianugo Polesello a quel progetto di “rifondazione disciplinare” che trova ampio riferimento nella tradizione di studi della Scuola di Venezia e Milano, consentono di allargare gli orizzonti della ricerca al problema della definizione di categorie operative e strumentazioni disciplinari proprie del progetto architettonico, per la costruzione di un corpus teorico dell’Architettura che assume la Città come ‘campo’ privilegiato di verifica della sua operatività.

 

Sissi Cesira Roselli, Bacini-Arsenale, Venezia 2019

 

Sissi Cesira Roselli

 

2018-2019

Architetture estranee. Tracce per un archivio visivo del rapporto tra architettura e nuova natura nell’Italia post 2000

Architetture estranee vuole affrontare i rapporti tra spazio progettato e “nuova natura” attraverso un’indagine che mette in relazione la doppia coppia spazio/archivio ed editoria/fotografia.

L’architettura del Made in Italy si trova spesso in una condizione di estraneità, talvolta di conflitto, con quello stesso territorio dal quale le proprie attività traggono forza e unicità. Su questa di linea di rottura tra natura e architettura si innesta il progetto, non ponendosi unicamente in termini descrittivi della realtà, ma puntando a predisporre alcuni strumenti utili a manipolarla. La ricerca pertanto vuole inserirsi all’interno di una riflessione su una naturalità che sta tornando a fare propri alcuni brani di territori antropizzati con modalità più o meno irruenti, ponendo la necessità di trovare parole altre dalla nozione di “paesaggio” per descrivere questi fenomeni che rendono i confini tra il selvatico e il domestico sempre più sfrangiati.

 

pubblicazioni

S.C. Roselli, Selve domestiche, in G. Cafiero, N. Flora, P. Giardiello (a cura di), Costruire l’abitare contemporaneo. Nuovi temi e metodi del progetto, atti del III Convegno Nazionale di Architettura degli Interni, Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Napoli “Federico II”, 17-18 gennaio 2020, Il Poligrafo, Padova 2020, pp. 222-225.

S.C. Roselli, Oltre l’interstizio. Tra architettura e “nuova natura”, in “Autoportret”, vol. 4, n. 66, 2019, pp. 38-44.

S.C. Roselli, Cedric Price. A projekt dystansu, in “Autoportret”, vol. 3, n. 63, 2018, pp. 106-112.

 

 

Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Courtesy Archivio Franco Raggi, Cavart, seminario “Progettarsi addosso”, Colze, Vicenza 27.09.1975

 

Francesca Zanotto

 

2020-2021

“The Italian Shelter Handbook”. Manuale per un progetto autosufficiente

La ricerca intende indagare il manuale di progettazione come strumento di diffusione e promozione di una cultura architettonica indipendente, espressione - in epoche e contesti differenti - di posizioni ideologiche fortemente autonome rispetto al paradigma dominante. In particolare, il progetto si propone di analizzare la manualistica, le guide, i materiali didattici e i bollettini prodotti tra gli anni 60 e 70 nell'ambito del movimento radicale italiano e le declinazioni dedicate all’autoprogettazione e all’autocostruzione diffusesi negli Stati Uniti durante gli stessi anni negli ambienti vicini alla controcultura, in una condizione globale in forte risonanza con quella odierna. Nell’attuale contesto di crisi della città come costrutto spaziale, economico e sociale, tali documenti vengono decostruiti nelle loro modalità comunicative, nei modelli, nelle tecniche di rappresentazione, nelle forme di produzione e diffusione, e, insieme alle loro strutture implicite, sono assunti come strumenti principali di indagine intorno a possibili nuovi scenari di sviluppo, che informino le culture del progetto a nuovi immaginari di autosufficienza spaziale, energetica e culturale.

 

 

Undergraduate and graduate programmes offered by the University iuav of Venice:

Bastione Santo Spirito, ingresso Giardino Zoologico di Verona, anni Settanata. Photo courtesy Giornale L'Arena

 

Luca Zilio

 

2021-2022

Architetture del Made in Italy. Il concorso come laboratorio del progetto

La ricerca indaga, attraverso una lettura critica, il ruolo del concorso di idee e progettazione come dispositivo di sperimentazione e narrazione dell’architettura. Un’indagine che vuole esplorare, dal secondo dopoguerra a oggi, le modalità del concorso che hanno individuato temi, avanzamenti in grado di esplicitare le caratteristiche dell’architettura del Made in Italy.

L’impostazione teorica, il complesso normativo, le modalità di comunicazione, le vie per la restituzione dei risultati e la realizzazione o meno dei progetti, sono alcuni dei canali di analisi che cercano di esplorare e capire il perché alcuni concorsi di architettura siano stati momenti di innovazione e di elaborazione del pensiero progettuale e della trasformazione concreta della città o del paesaggio e quanto questo sia stato, e forse può essere ancora, una cifra italiana riconosciuta dalla critica internazionale.

L'obiettivo principale del lavoro è la costruzione, attraverso una ricerca d’archivio approfondita in biblioteche e archivi italiani e stranieri e ulteriormente articolata attraverso interviste a protagonisti, committenti pubblici e privati e progettisti, di un atlante di esperienze concorsuali che siano base scientifica e strumento per la predisposizione di altri concorsi nazionali, definendo un panorama di rifermenti che possano sottolineare gli aspetti comunicativi, la qualità architettonica e il portato teorico.

La ricerca in continuità con l’attività scientifica di Publishing Actions and Research Development condotta all’interno dell’Infrastruttura di ricerca Iri.de si avvale di una convenzione tra l’Università Iuav di Venezia e il Comune di Verona dal titolo "Laboratorio Verona. Architetture del Made in Italy".

Una collaborazione che permetterà, attraverso la redazione di un bando di concorso di progettazione su un’area della città veneta, di confrontare le indagini svolte con le dinamiche odierne e la normativa di riferimento nazionale.

 

pubblicazioni

L. Latini, R. Del Fabbro, L. Zilio, Cason Prime Poste, Ritirarsi. Anacoreti nella selva Lagunare, in S. Marini, V. Moschetti (a cura di), Isolario Venezia Sylva, Mimesis, Sesto San Giovanni (MI) 2022, pp. 404-411.

L. Zilio, Casagiardino. Nella ri-cerca di un dialogo tra artificio e natura, in L. Lanini, E. Bascherini, A. Crudeli, (a cura di), Per una nuova casa italiana. Atti del primo Convegno del Laboratorio di ricerca “Per una nuova casa italiana”, Pisa University Press, Pisa 2022.

L. Zilio, Identità, in S. Marini (a cura di), Teorie dell’architettura. Affresco italiano, Quodlibet, Macerata 2021, pp. 133-137.

L. Zilio, M. Zordan, in M.C. Tosi, C. Faraone (a cura di), Spazio pubblico per/da rigenerare, Città e lavoro. Spazi, attori e pratiche della transizione tra Mestre e Marghera, Quodlibet, Macerata 2021, pp. 164-169, 228.

L. Zilio, Trivero. Cuando la valorización del territorio se convierta en un legado para las generaciones futuras, in Actas del VII_Seminario 2020 ¿Cual es el futuro del patrimonio industrial?, Aula de Formación: Gestión e Intervención en el Patrimonio Arquitectónico e Industrial, Madrid 2021, pp. 261-279.

C. Magnani, P. Montini Zimolo con C. Donantoni, V. Botta, I. Cucit, L. Zilio, Berlino – La città pedonale, in A. Dal Fabbro, C. Pirina (a cura di), Berlin City West. Da Ernst-Reuter-Platz ad An der Urania, LetteraVentidue, Siracusa 2020, pp. 102-109, 154.

L. Zilio, Ermenegildo Zegna. Una visione calvinista del piacere, “Firenze Architettura”, n. 1 (Il desiderio), 2019, pp. 132-137.

L. Zilio, Trivero. Quando la valorizzazione del territorio diviene un’eredità per le future generazioni, in P. Fior, E. D’Andria (a cura di), Small Town…from problem to resource. Sustainable strategies fort the valorization of building, landscape and cultural heritage in inland areas, CUA Cooperativa Universitaria Athena, Salerno 2019, p. 168.

 

 

 

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