Progettare l’esistente.
Rigenerazione urbana e strategie di
intervento
Due casi studio: Venezia-Porto Marghera e
Münster-Porto Fluviale
Nell’ambito
del dibattito contemporaneo teorico e operativo sulla cultura del progetto, la
questione della rigenerazione urbana e architettonica è in questi anni
diventata centrale, e rispecchia una congiuntura sociale ed economica a cui
anche la disciplina architettonica deve dare concreta risposta.
Il
programma di ricerca riguarda infatti il progetto di rinnovamento e
rigenerazione di alcune aree industriali-produttive-infrastrutturali dismesse
all’interno dei due casi studio di Venezia-Porto Marghera e Münster:
centri urbani con affinità tali consentire un intervento con modalità
progettuali analoghe, pur nella particolarità di ogni ambito, in quanto
presentano distretti portuali e produttivi in dismissione vicini al centro
storico e segnati dalla presenza di un waterfront
ora in parte abbandonato, da restituire ad un uso civile.
Alla
scala del progetto urbano, ciò verrà sperimentato attraverso operazioni
progettuali e strategie di intervento riassumibili nella progettazione di
prototipi architettonici residenziali (con relative strutture di servizio) che
dovranno riguardare da una parte la riconversione di antichi manufatti dismessi e in grado di rinnovarsi in nuovi
scenari, e dall’altra la progettazione di nuove architetture, e degli spazi pubblici e privati delle loro
relazioni: la piazza, il parco, il boulevard, il giardino.
Alla
scala architettonica, l’attenzione sarà rivolta ad un tipo di abitare
fortemente caratterizzato dallo “spirito del tempo”, secondo il
quale per motivi economici e sociali lo spazio della casa si riduce e nel
contempo si perfeziona nel suo valore civile e nella sua qualità domestica,
fino ad accogliere, in una flessibilità virtuosa, anche i luoghi del lavoro e
dell’attività professionale.
Il
programma di ricerca troverà collocazione all’interno di un programma
ampio e articolato di studi e sperimentazioni teorico-progettuali sui temi in
oggetto e terrà assieme atenei diversi e attività scientifiche di rilevanza
internazionale.
Stato dell'Arte: base di
partenza scientifica nazionale ed internazionale
Una
delle questioni più attuali all’interno del dibattito contemporaneo
sull’architettura e la città è quella della rigenerazione urbana e
architettonica. In realtà, il tema della rigenerazione, del riciclo, del riuso,
tocca da tempo i più vari mondi e settori del vivere e speculare umano, ed è
fortemente legato all’attuale situazione economica, sociale, produttiva,
culturale. Nel corso degli ultimi due anni, infatti, due eventi hanno
affrontato tale direzione del pensiero e dell’azione architettonica: nel
2011 la mostra tenutasi al Maxxi di Roma, intitolata “Re-cycle. Strategie
per l’architettura, la città e il pianeta”, e nel 2012
nell’ambito della Biennale Architettura, la sezione al Padiglione Italia
dal titolo “Le quattro stagioni del Made in Italy. Da Adriano Olivetti
alla Green Economy”, a cui il Responsabile Scientifico ha partecipato con
un progetto selezionato.
Ma
l’intervento su aree compromesse e dismesse entro la città, o di parti di
essa che hanno perso la loro originaria funzione produttiva o di servizio, è
questione che l’architettura e l’urban
planning hanno dovuto affrontare fin dalla fine degli anni 70, in
particolare nelle aree portuali fluviali di due importanti capitali europee
come Londra e Parigi: nella metropoli inglese con la pioneristica operazione di
trasformazione dei docklands sul
Tamigi da area di servizio al porto a distretto residenziale, in cui il ruolo
dello spazio aperto gioca parte fondativa del successo dell’intervento; a
Parigi, lungo la Senna, in particolare nel comparto del Quai de Bercy, dove
residenza, parco, attrezzature per la città (la Tres Grand Biblioteque e il
Palais Omnisports) riconfigurano l’affaccio sul fiume. Ma si pensi anche
ai più recenti interventi di riconversione delle aree portuali di Amsterdam (il
distretto portuale est con le isole di Java e KSNM e le penisole di Borneo e
Sporenburg), di Rotterdam (in particolare il Kop van Zuid e dall’inizio
di questo decennio coi lavori sulla penisola del Wilhelmina Pier), di Amburgo.
Al
giorno d’oggi ancora con più forza, data la congiuntura economica e le
trasformazioni in atto delle città e del territorio, si pone la questione di
una ricerca sul rinnovamento architettonico e urbano, che ha come cardine il
tema della residenza. Tuttavia, rispetto ad una politica urbana che fino a
qualche anno fa prevedeva la valorizzazione delle aree dismesse con il gigantismo
dei programmi edilizi e con costruzioni residenziali di elevato pregio, oggi la
domanda si è spostata su scelte che trovano conferma con la riqualificazione
dello spazio urbano esistente e in particolare con il ridimensionamento
edilizio e a basso costo degli alloggi. Una ricerca sull’abitazione deve
oggi confrontarsi con gli attuali problemi e tematiche di ordine economico e
sociale. In particolare, la tendenza odierna è quella verso abitazioni più
piccole, in cui vivono persone da sole, o famiglie poco numerose o coppie senza
figli, o anziani; spesso, nella casa di oggi, le persone lavorano. È
infatti
difficile, in molte situazioni e per alcune professioni, possedere o affittare
la propria casa e nel contempo uno spazio dove lavorare. In questo modo, per
certe attività, lavorare e vivere trovano sede nello stesso luogo: la casa di
oggi (e quella del futuro), deve essere interpretata anche come casa-studio,
casa-laboratorio, casa-atelier. Ecco dunque che, al giorno d’oggi, si
trasformano quelli che erano luoghi di lavoro e produzione in luoghi di
residenza, mentre all’interno del processo progettuale di rinnovamento i
luoghi abitativi possono essere usati anche nella forma di luoghi del lavoro.
In
tal senso, la proposta pone le sue basi su alcuni percorsi di ricerca da anni
consolidati, quali i PRIN che dal 2005 toccano le questioni della qualità
dell’abitare in tutte le sue forme, e in recenti sviluppi che il
Responsabile scientifico sta approfondendo attraverso tesi di dottorato (le
case atelier di Perret) e ricerche FSE (la costruzione di interni domestici
minimi).
Il
progetto di ricerca si pone in continuità con gli studi svolti
all’interno della ricerca nazionale PRIN 2009 dal titolo “I luoghi
della residenza. Criteri per la progettazione e la valorizzazione delle aree e
degli edifici residenziali”, e in particolare con quelli coordinati dal
Responsabile Scientifico prof. Dal Fabbro, entro l’Unità di ricerca dello
Iuav, dal titolo “Abitare sociale e collettivo: qualità, forma, tecnica
costruttiva. Tipi architettonici e prototipi costruttivi”, i cui esiti
sono in corso di pubblicazione presso la casa editrice Skira. La ricerca sin
qui svolta ha trovato espressione e sperimentazione anche in ambito didattico,
in particolare nel Laboratorio Integrato 1 del CLASA e nel Laboratorio
Integrato Costruzione 2 del CLAMARCH-Indirizzo Conservazione Costruzione,
tenuto dal Responsabile Scientifico A. Dal Fabbro.
L’assegno
di ricerca si deve collocare inoltre entro un programma ampio e articolato di
studi e sperimentazioni teorico-progettuali sui temi in oggetto, che tiene
assieme atenei diversi e attività scientifiche di rilevanza internazionale.
Il
percorso di ricerca potrà infatti trovare alcuni momenti di confronto e di
collegamento, in stretta sinergia, con una serie di esperienze e di ricerche
progettuali che partono dai medesimi assunti:
-
il Workshop Estivo WAVE 2013 dello Iuav, che affronta le aree dismesse di Porto
Marghera, in particolare quello curato da Julia Bolles-Wilson (preside della
Münster School of Architecture) e Peter Wilson;
-
il seminario progettuale sull’area portuale di Münster previsto
nell’autunno 2013, su iniziativa della Münster School of Architecture
(referenti Julia Bolles-Wilson e Thorsten Burklin), e con il coinvolgimento dell’Università
Iuav di Venezia (referente A. Dal Fabbro), nell’ambito del bando
"Hochschuldialog mit Südeuropa 2013" promosso dal Centro Informazioni
DAAD Roma-Servizio Tedesco per lo Scambio Accademico;
-
la partecipazione ai lavori di elaborazione del programma PRIN 2012 dal titolo
“La ricostruzione della forma della città. Strategie e metodi di
rigenerazione e trasformazione urbana” e, in caso di suo finanziamento da
parte del MIUR, ai lavori in tale ambito, con il coinvolgimento delle Unità di
ricerca di Milano, Cesena, Venezia, Trieste, Bari, Catania.