1. PRIN 2008
L’area di ricerca
“Arte del costruire” ha ottenuto i fondi Prin 2008 per la ricerca “La concezione strutturale.
Ingegneria e architettura in Italia negli anni cinquanta e sessanta: una
ricerca multidisciplinare”, in collaborazione con i Politecnici di Milano
e Torino, l’Università degli studi di Udine e l’Università degli
Studi Roma Tre
Il sito Prin 2008: La concezione strutturale
Il progetto di ricerca dell’unità di ricerca
“Arte del costruire”
L'unità
locale di Venezia affronta il tema della ricerca strutturale nell'architettura
italiana degli anni degli anni 50 e 60 da un doppio punto di vista: da una
parte ricostruendo il quadro socio-economico dello sviluppo dell'industria
delle costruzioni e, dall'altro, sottoponendo manufatti edilizi, progetti di
concorso, testi teorici e pubblicazione manualistica ad una analisi volta ad
individuare le figure tecniche che, elaborate dalla ricerca strutturale,
vennero poi impiegate
dall'architettura
al fine di promuovere un processo di rinnovamento del proprio linguaggio.
Per
quanto riguarda il quadro sociale, rilevante peso è assegnato al ruolo giocato
dai grandi soggetti economici (industria siderurgica, industria del cemento,
studi di progettazione, imprese di costruzione e relative associazioni
tecniche) nell'orientare la ricerca formale e le scelte di carattere tecnico.
La preferenza assegnata all'uso di strutture metalliche piuttosto che a
strutture in calcestruzzo era fortemente condizionata dalla presenza sul
mercato edilizio delle grandi industrie di base che, a loro volta, non erano
solo fornitrici di materie prime ma, con i loro centri studi, laboratori e
associazioni di categoria (vedi il caso Pesenti per il cemento o la
"Costruzioni Metalliche Finsider" per le strutture metalliche) in
grado di orientare anche la ricerca applicata. Mentre le vicende legate all'uso
del laterocemento in Italia sono state ampiamente studiate dal prof. Poretti,
meno attenzione è stata dedicata alla specificità costruttiva e linguistica dei
due materiali antagonisti (acciaio versus calcestruzzo) come anche alle
strutture composte (acciaio più calcestruzzo). Questa competizione tecnica ed
economica a livello di imprese e di progettisti si manifestò in maniera
peculiare nel corso dei grandi concorsi di progettazione e negli
appalti-concorsi. A questi sarà riservata una particolare attenzione critica.
La
struttura del mercato delle costruzioni si intrecciò, infine, con fenomeni
sociali come la crescita del costo della mano d'opera, fenomeno che ebbe
importanti
ripercussioni
sulla scelta delle tecniche costruttive. Fu proprio tale fenomeno a decretare
la progressiva sostituzione delle strutture a guscio - altamente efficienti da
un punto di vista strutturale, ma la cui realizzazione prevede una alta
incidenza della manodopera sul costo complessivo – a favore di tecniche
di prefabbricazione e industrializzazione sia nel campo dell'edilizia civile
come in quello delle grandi strutture (ponti, ecc...)
Un'altro
capitolo importante della ricerca è riservato al tema delle tecniche
costruttive e, in particolare, al tema della precompressione e della
prefabbricazione. Se il capitolo della precompressione riguarda in maniera più
circoscritta il tema dell'uso del calcestruzzo armato, quello della
prefabbricazione ha la possibilità di essere declinato coinvolgendo in maniera
più complessa il problema del progetto, dell'innovazione e dalla trasmissione
di pratiche costruttive nella forma di manuali operativi.
La
prefabbricazione di "pezzi" discreti combinabili deve rispondere,
infatti, a una logica di produzione di parti realizzabili in stabilimento,
trasportabili in cantiere e assemblabili in opera con facilità. La
progettazione che impiega tali elementi deve tenere conto di luci strutturali
ridotte, di una chiara divisione del processo costruttivo e di potenzialità
spaziali ridotte riconducibili spesso a figure planimetriche semplici.
Nonostante questi limiti, la costruzione industrializzata ha stimolato architetti
e ingegneri in esercizi progettuali che hanno cercato di "forzare"
questi limiti sia introducendo deformazioni spaziali nella serialità, sia
suddividendo i ruoli dei diversi componenti (pilastro, trave, pannello di
tamponamento, ecc...) in combinazioni inedite. Un'indagine sulla
prefabbricazione industrializzata ha la possibilità di porre il problema
dell'innovazione costruttiva da un punto di vista assolutamente inedito. La
scarsa applicazione di questo tipo di produzione nel campo delle costruzioni in
Italia, è oggetto di una approfondita riflessione teorica e valutazione
storiografica.
La
presenza nell'unità di ricerca di competenze che fanno capo ai settori
scientifico-disciplinari della storia dell'architettura, della tecnologia,
della composizione e della architettura tecnica, come anche la rete di
conoscenze garantita dalle unità locali partecipanti al progetto, consentono di
poter affrontare lo studio del periodo storico in oggetto nei due principali
indirizzi di ricerca: da una parte nella fase di costruzione di un Atlante
delle figure tecniche dell'architettura italiana del dopoguerra, dall'altra
nell'analisi puntuale di una serie di casi esemplari individuati come
particolarmente significativi per descrivere lo sviluppo della concezione strutturale
di quegli anni.
Attività svolte nell’ambito del tema di ricerca:
Giornata di studio
Cupole e volte nelle
tecniche costruttive del novecento
Il contributo
dell'ingegneria ad una figura dell’architettura monumentale
a cura di Marco Pogacnik
Seminario, Palazzo Badoer -
Aula Tafuri (programma)
Venerdi,
7 maggio ore 9.30
Giornata di studio
Architettura e innovazione strutturale in Italia tra gli
anni ’50 e ’60
a cura di Marko Pogacnik e
Luka Skansi
Seminario, palazzo Badoer,
Venezia. 7-8 luglio 2009 (programma)