Omaggio a Edoardo Benvenuto
Convegno
Unità di ricerca L’arte del costruire
Università IUAV di Venezia
25 novembre 2011
Venezia. Palazzo Badoer, aula Tafuri
ore 10.00
OMAGGIO A EDOARDO BENVENUTO
a cura di Roberto Masiero e Marco Pogacnik
Quali metodi, quali strumenti e quale storia per i saperi
dell’Arte del costruire
Programma
ore 10.00 inizio
apertura prof. Roberto Masiero, IUAV
ore 11-11.45
Patricia Radelet, Università di Leuven
Relazione tra meccanica e
architettura attraverso la storia della legge del parallelogrammo delle forze
ore 11.45-12.15
Antonio Becchi, Max-Planck-Institut für
Wissenschaftsgeschichte, Berlino
Utinam essem bonus
grammaticus. Edoardo Benvenuto filologo e filotecnico
ore 12.15-13.00
Hermann Schlimme, Biblioteca Hertziana, Roma
De Resistentia Solidorum. Il
sapere sui materiali edilizi nel primo moderno fra esperienza delle maestranze
e scienza dei materiali
ore 15.-15.45
Denis Zastavni, Università di Leuven
Complexity in structural
design. A questioning of structural evolution through history and recent
developments
ore. 15.45-16.30
Riccardo Gulli, Giovanni Mochi, Giorgia
Predari
Università di Bologna
La costruzione moderna a
Bologna, 1875 – 1924.
Materiali per un cantiere di
ricerca sulla Storia della costruzione
ore 17.00 discussione
Le ragioni del convegno:
Nella seconda metà del secolo scorso si è
avuto un intreccio di grande interesse tra gli studi di structural mechanics e
le ricerche storiche attorno ai rapporti tra meccanica e architettura. Il
risultato fu una diversa visione del rapporto tra scienza e arte e la
possibilità di rivedere dal punto di vista teorico, critico e storico i
rapporti tra ingegneria e architettura. In altri termini l’ingegneria si
è trovata a misurarsi con la propria storia (cosa che aveva con sufficienza
sempre evitato) mentre l’architettura è stata costretta a ripensare ai
propri fondamenti dentro e oltre la storia. Il testo fondamentale fu Coulomb’s
Memoir on Statics. An Essay in the History of Civil Engineering di Jacques
Heyman del 1972 dedicato all’Essai di Coulomb (1773). Da allora
Heyman è diventato un maestro indiscusso di un nuovo approccio alla storia
della meccanica strutturale e molti altri ricercatori hanno seguito le sue
orme, non dimenticando la lezione di Cliford Truesdell che nel campo della rational
mechanics aveva delineato un analogo percorso di indagine nel saggio
enciclopedico The Rational Mechanics of Flexible ar Elastic Bodies>
1638-1788 (1960).
Negli anni seguenti gli scritti di Heyman e
Truesdell hanno influenzato il lavoro di alcuni studiosi italiani che si sono
soffermati, in particolare, sullo studio della grande tradizione
italo-francese. Edoardo Benvenuto, Salvatore Di Pasquale e Antonio Giuffrè
hanno letto e riletto i “classici” offrendo originali chiavi di
lettura e sottolineando il carattere innovativo dell’approccio storico
all’arte e alla scienza del costruire.
Opere come La Scienza delle costruzioni e
il suo sviluppo storico (1981) e An Introduction to the History of
Structural Mechanics (1991) di Benvenuto, La meccanica
nell’architettura. La statica (1986) di Giuffrè, L’arte di
costruire> Tra conoscenza e scienza (1996) di Di Pasquale.
Nello stesso lasso di tempo ricerche affini si
sono sviluppate in tutta Europa, focalizzandosi intorno agli importanti
contributi di Bill Addis in Inghilterra, di Santiago Huerta e Eriche Rabas Diaz
in Spagna, di Patricia Radelet-de Grave in Belgio, di Antoine Picon e Joel
Sakarovitch in Francia, di Karl-Eugen Kurrer in Germania.
La crescita di una coscienza storica in
discipline come la matematica, la meccanica, le tecnologie, ecc., oggi si
impone a causa del venir meno dei tradizionali statuti disciplinari e
dell’emergenza di progetti scientifici trasversali connessi
all’ubiquità applicativa di nuovi strumenti e metodi quali
l’informatica, la modellazione computazionale, il progetto assiomatico o
all’individuazione di temi “passanti”, intrinsecamente
multi-disciplinari come le ricerche sulla sostenibilità o sulla conservazione
dei patrimoni collettivi
L’incontro del 25 novembre intende
essere l’occasione per rispondere ad alcune domande sempre presenti nel
magistero di Edoardo Benvenuto:
- cosa succede delle discipline tecnico
scientifiche là dove vengono sottoposte ad una analisi di tipo storico critico;
là dove, in altri termini, sono costrette a misurarsi con la relativizzazione
dei loro stessi assiomi?
- cosa succede della tradizionale suddivisione
tra scienze dello spirito e scienze della natura, tra saperi elaborati per
poter prevedere e saperi ermeneutici?
- cosa succede della distinzione tra
ingegneria e architettura tradizionalmente legate, la prima alla scienza e la
seconda all’arte (notoriamente sorelle nemiche o metafisiche rivali)?
- cosa cambia, non solo per la storiografia
dell’architettura, ma anche per ogni sua possibile teoria, ideologia e
persino pratica progettuale, quando viene ricondotta (o riposizionata) non più
nell’ambito delle estetiche, ma in quello delle tecniche?