Adolf Loos e
Vienna
Marco Pogacnik
MART – Museo di arte moderna e
contemporanea di Trento e Rovereto
mercoledì 12 dicembre 2012
ore 17 nella sala “Ricerca”
Adolf Loos e
Vienna. Nuovi studi e ricerche
Un libro di Marco Pogacnik
Quodlibet Studio. Città e paesaggio, 2012
Introduce Giovanni Marzari
Ne parlerà con l’autore Fulvio Irace
La scheda del libro:
Adolf Loos (1870-1933) appartiene alla schiera degli eroi solitari della
modernità, uno di coloro che hanno lasciato un’impronta duratura sul
proprio tempo pur rimanendone ai margini. Grande impatto ha avuto in Italia la
storica edizione Adelphi dei suoi scritti, Parole nel vuoto, in cui sono
contenuti il celebre Ornamento e delitto e il centrale saggio Architettura,
dove si contesta impietosamente all’architetto ogni sua ambizione di tipo
artistico, fatta eccezione per il sepolcro e il monumento. Negli anni in cui
dominavano i principi sostenuti dal Werkbund e dalle Wiener Werkstätte, Loos
rimase fedele a una qualità tutta artigianale e anonima del proprio mestiere.
Al centro del volume, che presenta anche numerosi disegni e documenti
inediti, c’è l’edificio che è considerato il suo capolavoro, la
casa sulla Michaelerplatz, una piazza sulla quale si affaccia la porta urbana
della Residenza imperiale a Vienna. Il progetto venne concepito da Loos per
dare una veste elegante e sontuosa alle ambizioni di una committenza colta e
consapevole, Leopold Goldman ed Emanuel Aufricht, due sarti che appartenevano a
quella dinamica comunità ebraica viennese che condizionò in maniera profonda e
decisiva la cultura asburgica della finis Austriae. I continui conflitti con
l'amministrazione e l'ostile campagna di stampa scatenata contro la sua opera
costò a Loos il bando perpetuo dal centro della città in quanto nessun
committente osò ripetere un’esperienza così audace.
Questo edificio condensa in sé più di ogni altra considerazione il
rapporto di Loos con la sua città di elezione. «L’architettura di Loos è
il risultato di una originale sovrapposizione tra fonti classiche e fonti
anonime, exempla colti e riferimenti all’edilizia comune dalla cui
fusione egli si riprometteva l’obiettivo di dare forma ad un capolavoro
che fosse individuale e collettivo insieme, un’opera di originalità
creativa che sapesse rispettare anche il basso continuo dell’architettura
anonima dalla quale dipende il volto di una città».