ricerche
VISITING PROFESSOR
Sissi
Cesira Roselli, Ca’ Tron, Venezia 2019
Emanuele Coccia
visiting
professor 2020
responsabili
scientifici Angela Mengoni, Maria Luisa Frisa, Sara Marini
La
cittą del futuro: il museo della natura contemporanea
La riflessione politica ha sempre separato la cittą dalla foresta, la
civiltą dalla natura. Davanti alla crisi climatica contemporanea č quanto mai
urgente ripensare l'idea stessa di cittą e non costruirla pił in opposizione
alla vegetazione e alla fauna che esiste al di fuori di essa. I seminari
vorrebbero immaginare questa nuova cittą pensandola come l'equivalente per la
natura di quello che i musei di arte contemporanea hanno fatto per l'arte. La
cittą futura non dovrebbe solo permettere di pensare e far vivere l'uomo come
parte della natura, ma pensare anche la natura come realtą profondamente
storica, capace di contemporaneitą.
Emanuele
Coccia
Emanuele Coccia č maītre
de conférences all’École
des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi dove č membro del Centre d'Histoire et Théorie des Arts
- Cehta. Ha insegnato nelle universitą di
Freiburg im Breisgau e di
Düsseldorf. Nel 2017 ha ricevuto il "Prix des Rencontres Philosophiques de Monaco" per il suo libro La
Vie des plantes - Une métaphysique du mélange, ora
tradotto in italiano: La vita delle piante. Metafisica della mescolanza (Bologna
2018). Specialista di Averroč e dell’averroismo medievale e moderno,
ne ha tratto un’originale riflessione sulle immagini e sulla natura
mediale della sensibilitą, incluso anche lo statuto delle merci. Tra i suoi
libri: La trasparenza delle immagini. Averroč e
l’Averroismo (Milano 2005); La vita sensibile (Bologna
2011); Il bene nelle cose. La pubblicitą come discorso morale (Bologna
2014). Ha inoltre curato, con G. Agamben, l’antologia Angeli.
Ebraismo, Cristianesimo, Islam (Milano 2009).
Sissi
Cesira Roselli, Ca’ Tron, Venezia 2019
Nicola Emery
visiting
professor 2019
responsabile
scientifico Sara
Marini
Costellazione
Venezia: un memoriale
Il progetto
“Costellazione Venezia: un memoriale” insiste sulla raccolta, lo
studio e il confronto di sguardi agiti sulla cittą. I testi scritti da
pensatori in differenti epoche sono utili a costruire le pareti di
un’ipotetica stanza, tesa a consentire un’esperienza immersiva fra alcune interpretazioni e visioni che hanno
concorso a delineare l’idea di Venezia e che attestano al tempo stesso
anche la retroazione della cittą sulle immagini di pensiero.
Nel confronto che ne
scaturisce e nell’esercizio ermeneutico che lo accompagnerą, le diverse
immagini di
pensiero della cittą
tenderanno a sollevarsi dal piano dell’impressione a quello pił stabile,
se non ideale, della costellazione, capace di fissare momenti
d’illuminazione critica dell’attualitą. L’esercizio di
rammemorazione si sviluppa come laboratorio dialettico e tende a tradursi in
progetto critico del contemporaneo.
Nicola Emery
Filosofo, dottore di
ricerca PhD, č Docente titolare di corso, dal 1998,
presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio, Universitą della
Svizzera italiana, dove nel 2017 diventa Docente-Ricercatore a contratto
pluriennale (Maītre d’enseignement et de recherche); nel 2014-15 č (long) visiting
Professor presso lo Iuav di Venezia.
Č inoltre membro del PhD Advisory Board del Dottorato
di ricerca in progettazione architettonica e urbana del Politecnico di Milano;
č stato Docente alla Scuola di governo del territorio SUM-Universitą di
Firenze, interviene regolarmente come ospite e conferenziere in numerose scuole
dottorali, universitą, convegni internazionali.
Nel 2012 č stato
invitato dalla Fondazione svizzera per la cultura Pro Helvethia
a partecipare al concorso di progetti per l’allestimento del Padiglione
svizzero alla Biennale di Venezia.
Nel 2015 č stato
nominato membro del consiglio di fondazione della Fondazione Max Horkheimer e dall’anno 2015-16 dirige gli Incontri Internazionali
Max Horkheimer e l’omonima collana editoriale
(con lui, membri del comitato scientifico: Manfred Gangl
(Hochschule Fulda), Martin Jay
(University of California, Berkeley), Giacomo
Marramao (Universitą Roma Tre), Olivier Voirol (Uni.
Losanna e ISF Francoforte).
Autore di numerosi saggi
e articoli, curatore di molte opere in Italia e in Francia, č autore dei
seguenti libri: Lo sguardo di Sisifo.
Giuseppe Rensi e la via italiana alla filosofia della
crisi, Marzorati, Milano 1997; L’eloquenza del nichilismo, Seam, Roma 2001; L’architettura
difficile. Filosofia del costruire, Marinotti,
Milano 2007; Progettare costruire curare,
Casagrande, Bellinzona 2007, 2011; Ethik und Architektur. Uber die Grundgesetze des Bauens, Casagrande, Bellinzona 2011; Distruzione e progetto. L’architettura
promessa, Marinotti, Milano 2011; Per il non conformismo. M. Horkheimer e Friedrich Pollock, l’altra scuola di
Francoforte, Castelvecchi, Roma 2015 (in corso di
traduzione per Brill/ Haymarket Books, Chicago, USA).
ASSEGNISTI DI RICERCA
Sissi
Cesira Roselli, Domestico Selvatico, 2019
Giorgia Aquilar
2020-2021
“Made out of Italy”. Architetture sinantropiche dal sottobosco della cittą — Contronarrative d’oltreoceano per Venezia
Architetture e teorie
made-out-of Italy sono indagate nella duplice accezione insita
nell’alterazione di questa locuzione, che č condizione spaziale e
materiale. Come spazio, indica a un moto multidirezionale che accoglie
contraffazioni e reinvenzioni; come materia, il processo attraverso il quale
una sostanza č cooptata per un uso alieno a quello originario. L’ipotesi
è che questa sostanza, materia del progetto, possa ricercarsi nel
sottobosco della città, entro una trama fitta, vivente e infestante, tra
non-umano e umano, in prossimitą̀ di quest’ultimo ma sfuggendone al
controllo. Č in questo controcampo che il fare diviene fare altrove, in altri
luoghi e con abitanti altri. Ricercando le Venezie che il Nuovo Mondo ha
reinventato sulle pagine dei periodici di architettura nordamericani, si
vogliono documentare viaggi, immaginari e trasmigrazioni di oggetti che
configurano discorsi e spazi progettati dall’esterno, spazi che
fioriscono, appassiscono, risbocciano e deperiscono ancora.
2019-2020
“Un-made in Italy”. Architetture infestanti per un erbario della malerba — Contronarrative d’oltralpe
La ricerca indaga gli spazi
della distruzione come luoghi di contaminazione e coevoluzione tra
artefatti e nature. Architetture un-made, dis-fatte, lasciano spazio
ad assenze generatrici, rivelandosi duplicemente infestanti: fioriscono
dall’incontro con la malerba che colonizza gli spazi della
perdita e contaminano ogni possibilitą di natura pristina. Natura e
distruzione dominano gli immaginari germanofoni sul Made in Italy
dalla pianta primordiale di Goethe al rotto di Sohn-Rethel.
L’erbario emerge come dispositivo e metafora per l’editoria,
proponendo sequenze mutevoli di Denkbilder: immagini-pensiero
generate dalla sovrapposizione di teorie critiche d’oltralpe,
architetture dell’Italia in disfacimento e discorsi riportabili a
periodici anglofoni dell’ultimo cinquantennio. Impressi sulle pagine di
un erbario, i processi del disegno e del pensiero che hanno costruito e
costruiscono la via italiana alla distruzione mirano a raccontare l’unmade come metą oscura
del progetto.
Laura
Arrighi, Raccolta periodici, 1950-1960
Laura Arrighi
2020-2021
La casa sognata. La comunicazione degli interni domestici nell’editoria scientifica e divulgativa. Italia e USA, 1952-1963.
Il progetto di ricerca approfondisce il tema della casa sognata, un modello ideale di habitat domestico costruito e comunicato attraverso i linguaggi dell’editoria periodica nel secondo dopoguerra. Č dalla sua prima comparsa in America nel secondo dopoguerra, che il concetto di dream house si č rivelato un efficace strumento nella messa a fuoco di uno specifico immaginario in architettura, che ha valorizzato il legame tra le diverse discipline con particolare riferimento al mondo degli interni. La comunicazione di questo modello domestico, legato anche ad un certo stile di vita, ha avuto riscontro su riviste divulgative che hanno contribuito a definire una teoria architettonica comunicata attraverso i periodici di settore. Partendo da una lettura critica dell’apparente dicotomia tra teoria e immaginario di progetto la ricerca vuole approfondire le ragioni intrinseche al fare comunicazione attraverso strumenti editoriali che oscillano tra una pratica che ha come fine quello di informare ed educare il pubblico alla cultura architettonica, e una che ha invece come fine quello di farlo sognare. La rilettura scientifico-critica della casa, tema oggi di rilevante interesse, si intreccerą con un racconto trasversale sulla cultura della comunicazione, che aprirą nuove riflessioni e scenari sul rapporto tra editoria e architettura degli interni in epoca contemporanea, cercando di fare ordine nella complessitą di fini, strumenti e metodi dei media.
Sissi
Cesira Roselli, Biblioteca Iuav Tolentini,
2019
Giovanni Carli
2020-2021
Casa 80. Architettura e potere del progetto domestico nell’editoria italiana di settore, 1980-1989.
Il progetto, in continuitą con l’attivitą scientifica di
Publishing Actions and Research
Development condotta all’interno dell’Infrastruttura di Ricerca
IR.IDE tra il 2018 e il 2020, approfondisce i paradigmi dello spazio domestico
generati dal rapporto sistemico tra architettura e potere e comunicati
attraverso i modelli e le forme dell’editoria italiana di settore degli
anni Ottanta del XX secolo. La ricerca conduce un’analisi critica per
comprendere le evoluzioni e le riconfigurazioni dell’abitare derivanti
dagli approcci teoretici e pragmatici emersi nell’epoca della “crisi
della modernitą”. Come si puņ evincere da The Condition
of Postmodernity (1989) di David Harvey, la
“compressione spazio-temporale”, “l’accumulazione
flessibile” e il “consumo di massa”, quali effetti della
globalizzazione dell’economia e della cultura occidentale, producono
altresģ un’alterazione dell’architettura della casa divenuta
“il teatro della vita privata,
quella scena dove ogni stanza permette il cambiamento, la dinamica degli
atteggiamenti e delle situazioni: č la casa palcoscenico”, scrive Alessandro
Mendini nell’editoriale di “Domus”
no. 602 (1980). Tale scena domestica č interpretabile come spazio progettato
per l’esposizione e la politicizzazione dell’intimo, dove, ai fini
della narrazione, il potere dell’architettura si rende manifesto quale
forma di rappresentazione, in primis, e conseguentemente di desiderio di
rappresentanza. Il corpus delle riviste (tra tutte “Domus”, “Casabella”, “Lotus”,
“Ottagono”, “Abitare”) e delle mostre di architettura
che sviluppano i temi dell’abitare (in particolare la XVII Triennale di
Milano Il progetto domestico. La casa dell’uomo: archetipi e prototipi)
producono un sostanziale riposizionamento dell’etimo della
“casa” che accentua, rispetto all’origine sanscrita chaya “ombra” – da cui il latino castrum “riparo” – la radice greca
kas “pelle”, innescando
un’inedita complessitą di relazioni tra corpo, spazio e oggetti.
2019-2020
Editoria
al potere. La cultura della comunicazione dell'architettura nelle riviste
italiane di settore, 1980-1989
La ricerca, in continuitą
con l’attivitą scientifica di Publishing Actions
and Research Development condotta all’interno
dell’Infrastruttura di ricerca Iri.de dal 2018 al 2019, approfondisce il
significato del potere dell’architettura comunicato attraverso i modi e
le forme dell’editoria italiana di settore. In seguito allo studio
focalizzato sull’intervallo temporale compreso tra il 1966 e il 1980,
procedendo linearmente lungo l’asse cronologico, la ricerca individua
come territorio d’indagine le esperienze editoriali maturate nel corso
degli anni Ottanta del XX secolo. Una complessitą di fattori ed eventi come la
I Biennale di Architettura di Venezia “La presenza del passato”
(1980), l’affermazione del Postmoderno, l’avvento del disegno
computerizzato e l’ascesa del neo-liberismo comportano una sostanziale
alterazione in primis del progetto architettonico e quindi
dell’oggetto editoriale. Negli anni Ottanta le riviste «Domus» e «Casabella» si posizionano su
due fronti antitetici, pur convalidando l’interpretazione di progetto”
quale azione di pensiero e discussione. «Domus», diretta da Alessandro Mendini, restituisce un immaginario edonistico, di matrice
reaganiana, concedendo ampio spazio all’architettura degli interni, alle
forme dell’intrattenimento e al culto degli oggetti. «Casabella»,
diretta da Vittorio Gregotti, si rivolge maggiormente a un pubblico di
professionisti, indagando il ruolo del progettista nella trasformazione della
cittą e del territorio. Al panorama editoriale milanocentrico
si aggiungono esperienze sviluppate in altri contesti geografici, come la
rivista «Eupalino. Cultura della cittą e della casa»
fondata a Roma da Paolo Portoghesi nel 1983, e «Phalaris. Giornale di Architettura» nato Venezia nel 1988 e
diretto da Luciano Semerani. La decodifica della complessitą
dei linguaggi e delle forme assunte dalla carta nel decennio Ottanta si rivela
utile per ampliare il ragionamento sull’intreccio dei termini
architettura, potere, editoria nel panorama contemporaneo.
2018-2019
Editoria
al potere. La cultura della comunicazione dell'architettura nelle riviste
italiane di settore, 1966-1980
Il progetto di ricerca
approfondisce il significato del potere dell’architettura comunicato
attraverso i linguaggi e le esperienze dell’editoria italiana di settore;
interpretando l’architettura come narrazione, la ricerca indaga la
costruzione dello spazio urbano attraverso i progetti raccontati sulla carta.
Dall’analisi etimologica risulta come potere, architettura ed editoria
siano accumunati da un significato legato a una posizione di autoritą intorno
alla quale si raccolgono i nuclei di pochi (eletti), custodi del pensiero e
dell’azione. La documentazione bibliografica e analitico-critica di
casi-studio emblematici, prodotti dalla cultura architettonica e filosofica sul
tema del potere, rilegge le sperimentazioni progettuali che compongono il corpus
del patrimonio cartaceo Made in Italy. ll periodo storico compreso tra gli anni 1966 e 1980
circoscrive la scena instabile della politica italiana, che č attraversata
dalle rivoluzioni operaie e studentesche, dalle ambiguitą della borghesia
democristiana in opposizione al Partito Comunista, dalle azioni terroristiche
di frange extraparlamentari, dalle ombre dei servizi segreti. In ambito
editoriale nascono nuove riviste di architettura e design come «Controspazio», «Ottagono» e «Lotus»,
che, insieme a «Domus» e «Casabella», diventano
espressione e veicolo delle contrastanti ideologie politiche che scuotono il
paese. La ricognizione nelle esperienze del passato apre a una riflessione
sulle declinazioni del rapporto tra architettura, potere ed editoria nella
contemporaneitą.
pubblicazioni
G.
Carli, Gruppo di famiglia in un interno.
Architettura, fenomenologia e cosmopolitismo nell’opera di Cini Boeri,
in G. Cafiero, N. Flora, P. Giardiello (a cura di), Costruire
l’abitare contemporaneo. Nuovi temi e metodi del progetto, atti del
III Convegno Nazionale di Architettura degli Interni, Dipartimento di
Architettura, Universitą degli Studi di Napoli “Federico II”, 17-18
gennaio 2020, Il Poligrafo, Padova 2020, pp. 134-138.
G. Carli, It Was a Dark and Stormy Night. For an
Architectural Exegesis of the Body, in G.G. Bertelli,
P. Mei, M. Roda, M. Sogni
(a cura di), Landscape 4.0, Maggioli, Milano 2019, pp. 89-91.
G.
Carli, Oltre il Made in Italy.
Per un pensiero neo-umanista del design italiano, in L. Setten
(a cura di), oltreDesign. Oggetti scelti
tra icone e nuove tendenze, OltreSegno, Treviso
2019, pp. 23-62.
G. Carli, Stanze tutte per sé. Architettura e piacere negli interni milanesi di Nanda Vigo, in “Firenze Architettura”, n. 1 (Il desiderio), 2019, pp. 116-123.
Sissi
Cesira Roselli, Bacini-Arsenale, Venezia 2019
Sissi Cesira Roselli
2018-2019
Architetture
estranee. Tracce per un archivio visivo del rapporto tra architettura e nuova
natura nell’Italia post 2000
Architetture
estranee vuole affrontare i rapporti tra spazio progettato e “nuova
natura” attraverso un’indagine che mette in relazione la doppia
coppia spazio/archivio ed editoria/fotografia.
L’architettura
del Made in Italy si trova spesso in una condizione di estraneitą, talvolta di
conflitto, con quello stesso territorio dal quale le proprie attivitą traggono
forza e unicitą. Su questa di linea di rottura tra natura e architettura si
innesta il progetto, non ponendosi unicamente in termini descrittivi della
realtą, ma puntando a predisporre alcuni strumenti utili a manipolarla. La
ricerca pertanto vuole inserirsi all’interno di una riflessione su una
naturalitą che sta tornando a fare propri alcuni brani di territori
antropizzati con modalitą pił o meno irruenti, ponendo la necessitą di trovare
parole altre dalla nozione di “paesaggio” per descrivere questi
fenomeni che rendono i confini tra il selvatico e il domestico sempre pił
sfrangiati.
pubblicazioni
S.C.
Roselli, Selve domestiche, in G. Cafiero, N. Flora, P. Giardiello (a
cura di), Costruire l’abitare contemporaneo. Nuovi temi e metodi del
progetto, atti del III Convegno Nazionale di Architettura degli Interni,
Dipartimento di Architettura, Universitą degli Studi di Napoli “Federico
II”, 17-18 gennaio 2020, Il Poligrafo, Padova 2020, pp. 222-225.
S.C.
Roselli, Oltre l’interstizio. Tra architettura e “nuova
natura”, in “Autoportret”, vol. 4, n. 66, 2019, pp.
38-44.
S.C. Roselli, Cedric Price. A projekt dystansu,
in “Autoportret”, vol. 3, n. 63, 2018, pp. 106-112.
Courtesy
Archivio Franco Raggi, Cavart, seminario “Progettarsi addosso”,
Colze, Vicenza 27.09.1975
Francesca
Zanotto
2020-2021
“The Italian Shelter Handbook”. Manuale per un progetto autosufficiente
La ricerca intende indagare
il manuale di progettazione come strumento di diffusione e promozione di una
cultura architettonica indipendente, espressione - in epoche e contesti
differenti - di posizioni ideologiche fortemente autonome rispetto al paradigma
dominante. In particolare, il progetto si propone di analizzare la
manualistica, le guide, i materiali didattici e i bollettini prodotti tra gli
anni 60 e 70 nell'ambito del movimento radicale italiano e le declinazioni
dedicate all’autoprogettazione e all’autocostruzione diffusesi
negli Stati Uniti durante gli stessi anni negli ambienti vicini alla
controcultura, in una condizione globale in forte risonanza con quella odierna.
Nell’attuale contesto di crisi della cittą come costrutto spaziale,
economico e sociale, tali documenti vengono decostruiti nelle loro modalitą
comunicative, nei modelli, nelle tecniche di rappresentazione, nelle forme di
produzione e diffusione, e, insieme alle loro strutture implicite, sono assunti
come strumenti principali di indagine intorno a possibili nuovi scenari di
sviluppo, che informino le culture del progetto a nuovi immaginari di
autosufficienza spaziale, energetica e culturale.
contatti
t. +39 041 257 1542